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C’è una legge non scritta delle trasposizioni fumettistiche che vuole l’eroe protagonista non affrontare, al suo esordio, la propria nemesi. Il motivo è molto semplice e sta tutto nella speranza di crearci attorno un franchise televisivo/cinematografico e, se ci si brucia subito l’avversario per eccellenza dell’eroe, può sorgere il rischio di non saper poi cosa raccontare.
Era un po’ la problematica sollevata da molti alla fine di “AKA Smile“, soprattutto vista l’uccisione di Kilgrave da parte di Jessica Jones, per questo la notizia della seconda stagione fece storcere il naso. Tuttavia, Melissa Rosenberg e colleghi sanno benissimo da dove ripartire: dalla fine.
La season premiere si concentra tantissimo su molti concetti, primo fra tutti quello che vuole il confronto con le conseguenze dei propri gesti. È vero, la precedente stagione ha lavorato così tanto sul morboso rapporto Jessica-Kilgrave che il nome della protagonista è finito indissolubilmente legato a quella del suo villain, quasi sottolineando una relazione parassita/simbiotica che vede la serie funzionare solo se tutti e due sono presenti. Ma la Rosenberg dice di no, riprende in mano la “sua” creatura e analizza tutto ciò che era stato tralasciato in favore del rapporto Kilgrave-Jessica, che poi ha portato anche alla rivelazione delle origini della Jones.
Benché a Jessica non interessi (parole sue: “A hero would have you locked up for soliciting murder. A vigilante would beat the shit out of you. Now which one am I?“) di essere inserita in qualche tipo di etichetta stile “eroe/vigilante” o di quello che pensano le persone su di lei, purtroppo ci pensa il mondo a ritagliarle attorno una reputazione e a portare il conto salato dei suoi gesti. Gli esempi, disseminati per tutta “AKA Start At The Beginning”, si sprecano, tra cui quello sicuramente più lampante è il confronto con l’altro investigatore, Cheng, scontro che genera solamente pesanti conseguenze legali e personali, che affliggono anche chi circonda Jessica. Ed è proprio da qui che Melissa Rosenberg riparte.
Come gli spettatori, anche Jessica Jones (interpretata da una Krysten Ritter sempre in partissima) credeva che dopo Kilgrave tutto sarebbe stato in discesa. Ed invece quello schiocco veloce e acuto che ha posto fine alla vita di Kevin Thompson è stato, per la vita di Jessica, come il colpo di pistola che segnava l’avvio di qualche corsa. Nello specifico, scoprire cosa l’ha dotata di superpoteri. Ma, nonostante tutte queste tematiche siano bella da vedere e sentire, il serial ha bisogno anche di qualche trama strettamente supereroistica che accompagni la tematiche riguardo l’affronto delle conseguenze. Su questo fronte, la Rosenberg si dimostra una showrunner attenta, visto che viene ripreso un filo che nella “Fase 1” dell’Universo Marvel Studios/Netflix è stato lasciato in sospeso: il filone degli esperimenti che hanno dato vita a Jessica Jones, Kilgrave, Luke Cage e il già dipartito Whizzer. Impossibile dire se la scelta sia stata calcolata a monte durante la progettazione di tutto il “sottobosco urbano” degli eroi underground del Marvel Cinematic Universe ma, anche nel caso si fossero dimenticati di questa trama, è stata una mossa intelligente riprendere questa trascurata storia per diversi motivi. Il primo è che può potenzialmente diventare il nuovo filo conduttore che potrebbe portare alla ricreazione dei Difensori e diventare il potenziale nuovo apripista della “Fase 2” degli show Marvel Studios/Netflix; il secondo è un motivo strettamente legato a Marvel’s Jessica Jones: se la trama di questa stagione deve rappresentare la crescita personale con il fine di diventare una persona migliore, quale modo migliore se non affrontare gli scheletri negli armadidi Arma X della IGH?
Era un po’ la problematica sollevata da molti alla fine di “AKA Smile“, soprattutto vista l’uccisione di Kilgrave da parte di Jessica Jones, per questo la notizia della seconda stagione fece storcere il naso. Tuttavia, Melissa Rosenberg e colleghi sanno benissimo da dove ripartire: dalla fine.
La season premiere si concentra tantissimo su molti concetti, primo fra tutti quello che vuole il confronto con le conseguenze dei propri gesti. È vero, la precedente stagione ha lavorato così tanto sul morboso rapporto Jessica-Kilgrave che il nome della protagonista è finito indissolubilmente legato a quella del suo villain, quasi sottolineando una relazione parassita/simbiotica che vede la serie funzionare solo se tutti e due sono presenti. Ma la Rosenberg dice di no, riprende in mano la “sua” creatura e analizza tutto ciò che era stato tralasciato in favore del rapporto Kilgrave-Jessica, che poi ha portato anche alla rivelazione delle origini della Jones.
Benché a Jessica non interessi (parole sue: “A hero would have you locked up for soliciting murder. A vigilante would beat the shit out of you. Now which one am I?“) di essere inserita in qualche tipo di etichetta stile “eroe/vigilante” o di quello che pensano le persone su di lei, purtroppo ci pensa il mondo a ritagliarle attorno una reputazione e a portare il conto salato dei suoi gesti. Gli esempi, disseminati per tutta “AKA Start At The Beginning”, si sprecano, tra cui quello sicuramente più lampante è il confronto con l’altro investigatore, Cheng, scontro che genera solamente pesanti conseguenze legali e personali, che affliggono anche chi circonda Jessica. Ed è proprio da qui che Melissa Rosenberg riparte.
Come gli spettatori, anche Jessica Jones (interpretata da una Krysten Ritter sempre in partissima) credeva che dopo Kilgrave tutto sarebbe stato in discesa. Ed invece quello schiocco veloce e acuto che ha posto fine alla vita di Kevin Thompson è stato, per la vita di Jessica, come il colpo di pistola che segnava l’avvio di qualche corsa. Nello specifico, scoprire cosa l’ha dotata di superpoteri. Ma, nonostante tutte queste tematiche siano bella da vedere e sentire, il serial ha bisogno anche di qualche trama strettamente supereroistica che accompagni la tematiche riguardo l’affronto delle conseguenze. Su questo fronte, la Rosenberg si dimostra una showrunner attenta, visto che viene ripreso un filo che nella “Fase 1” dell’Universo Marvel Studios/Netflix è stato lasciato in sospeso: il filone degli esperimenti che hanno dato vita a Jessica Jones, Kilgrave, Luke Cage e il già dipartito Whizzer. Impossibile dire se la scelta sia stata calcolata a monte durante la progettazione di tutto il “sottobosco urbano” degli eroi underground del Marvel Cinematic Universe ma, anche nel caso si fossero dimenticati di questa trama, è stata una mossa intelligente riprendere questa trascurata storia per diversi motivi. Il primo è che può potenzialmente diventare il nuovo filo conduttore che potrebbe portare alla ricreazione dei Difensori e diventare il potenziale nuovo apripista della “Fase 2” degli show Marvel Studios/Netflix; il secondo è un motivo strettamente legato a Marvel’s Jessica Jones: se la trama di questa stagione deve rappresentare la crescita personale con il fine di diventare una persona migliore, quale modo migliore se non affrontare gli scheletri negli armadi
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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“AKA Start At The Beginning” più che di una premiére ha tutta l’aria di essere un re-pilot consapevole del suo passato ma che guarda al futuro della serie, deciso a scindere l’immaginario collettivo che vuole Jessica Jones collegata strettamente a Kilgrave. Marvel’s Jessica Jones vuole dimostrare che nella scorsa stagione si è toccata solo la superficie del mondo segreto della PI alcolizzata del Marvel Cinematic Universe. E per ora funziona.
AKA Smile 1×13 | ND milioni – ND rating |
AKA Start At The Beginning 2×01 | ND milioni – ND rating |
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