Miracle Workers: Oregon Trail 3×10 – End Of The TrailTEMPO DI LETTURA 3 min

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Miracle Workers: Oregon Trail 3x10 Recensione

Gli ultimi vent’anni hanno visto una rivoluzione delle serie tv. Per continuare ad essere all’altezza di un ambiente sempre in continua evoluzione, l’obiettivo, in molti casi, è quello di essere sempre innovativi, ad ogni costo. Le comedy non sono più obbligate a far ridere, molti drama sono essenzialmente dei film lunghi circa dieci ore. Insomma, i generi tradizionali sono stati del tutto scardinati. Questo però non vale per tutte le serie tv. Miracle Workers, ad esempio, è una serie tv innovativa? La risposta è no, ma non si tratta di un difetto. Miracle Workers è una serie con un’idea di base interessante e con buoni attori. È uno show che fa ampio uso di metafore e allegorie per rappresentare – attraverso personaggi di epoche diverse – aspetti della società attuale. Ad esempio, nelle ultime puntate Todd è diventato essenzialmente il Donald Trump del XIX secolo. Per tutti questi motivi, Miracle Workers non si fa problemi a sfoderare il più classico dei lieti fini. Presi dalla costante ricerca dell’innovazione, il finale agrodolce (se non direttamente amaro e drammatico) è divenuto una caratteristica costante di gran parte della serialità televisiva. Il classico finale, lineare e lieto, viene solitamente visto come un qualcosa appartenente a un’epoca passata. Miracle Workers è però consapevole dei suoi pregi e dei suoi limiti. Per questo motivo, un finale fin troppo tradizionale non deve essere accolto negativamente. Il prodotto di Simon Rich ha sempre voluto fornire dell’intrattenimento leggero e carico di allegorie. Pretendere un finale più elaborato e fuori dagli schemi sarebbe stato probabilmente troppo.

E VISSERO TUTTI FELICI E CONTENTI


Nel corso della stagione, le storyline principali erano sostanzialmente tre: il viaggio in Oregon; il rapporto tra Zeke e Prudence; il rapporto tra Benny e Trig. Una volta risolto l’arrivo sulla Costa Ovest, bisognava concludere le vicende relative ai rapporti personali. E così è stato. La prima situazione a vedere una conclusione è stata quella di Prudence. Todd, il Donald Trump del 1800, in questa puntata viene descritto anche come un classico monarca assoluto nella fase finale dell’Ancien Regime. Al decadimento della società da lui causato si accompagna, infatti, anche un decadimento dei costumi. Zeke si infiltra all’interno del palazzo del governatore e riesce a liberare Prudence dopo uno scontro a fuoco. Questa storyline, infatti, si è intrecciata con quella di Trig Benny, che non poteva non finire a colpi di proiettile. Questa sottotrama è piuttosto lineare nel suo sviluppo e dunque non necessita di una grande analisi. Nel momento decisivo, quando Trig poteva finalmente dimostrare a Benny di essere migliore uccidendolo in duello, lei decide di non farlo. Si tratta di un epilogo già visto molte volte in innumerevoli occasioni. Anche qui, nulla di nuovo. Così come non è certo originale la scelta di far morire Todd e far vivere felici e contenti Zeke e Prudence.
Se lo spettatore vuole vedere dell’innovazione o dei colpi di scena, probabilmente cambiare canale è la scelta migliore. Show di questo tipo sono sempre più rari. Miracle Workers ha un’idea curiosa come base, ma per il resto è una classicissima serie comedy. Nel 2021 serie tv di questo tipo hanno ancora diritto di cittadinanza nel panorama televisivo? Le tre stagioni di Miracle Workers sembrano indicare una risposta affermativa. Nel corso delle puntate, lo show è sempre riuscito a intrattenere ma anche a divertire, pur facendo spesso eccessivo affidamento su Radcliffe e Buscemi. Non tutti i prodotti sono nati per prendere Bless Them All ad ogni occasione. Miracle Workers è una serie di buon livello, una comprimaria che non ha l’ambizione di competere con show più sofisticati. Analizzando le tre stagioni, la sensazione è che vada bene così.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Finale classico e lineare
  • Show che conferma di essere piacevole da guardare
  • Finale classico e lineare, ma i limiti dello show sono oramai noti

 

Non ci sono comunicazioni ufficiali su un’eventuale quarta stagione di Miracle Workers, una serie tv che è conscia dei suoi limiti e svolge in maniera più che buona il suo compito: intrattenere con leggerezza.

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Romano, studente di scienze politiche, appassionato di serie tv crime. Più il mistero è intricato, meglio è. Cerco di dimenticare di essere anche tifoso della Roma.

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