Giunto al suo quarto capitolo, il piccolo esperimento firmato Netflix continua a rilasciare una buona dose di humor, senza mai cadere nel banale o nel volgare. Curiosamente, in ogni episodio, l’improvvisazione tende ad assumere connotati sempre più chiari: se il pilot mostrava un Conan O’Brien totalmente immedesimato in una parte che sembrava avesse provato più volte, l’intercedere degli episodi ha visto accentuarsi sempre più l’elemento sorpresa che viene colto sul volto degli ospiti.
“We lured all three suspects to Chez Nanette for a special meal. On the menu that evening was chicken catch a killer.”
LA GUEST STAR DEL QUARTO EPISODIO
“I have got someone new for you right now. A new partner.”
Al fianco di Terry Seattle, il quarto episodio porta in scena Annie Murphy, attrice canadese nota soprattutto per la serie Schitt’s Creek (che le è valsa un Emmy in saccoccia) che si presta completamente alla causa di Murderville, lasciandosi guidare dagli eventi e dal suo partner per un giorno.
La difficoltà di uno show come Murderville non è tanto l’assenza di copione, quanto lo stare al passo con Will Arnett. Sotto questo punto di vista Annie regge indubbiamente bene l’episodio, certo è che ci mette un po’ a ingranare, non riuscendo fin da subito a prendere spigliatezza e spontaneità di fronte ad Arnett.
L’elemento sorpresa derivante da un copione inesistente si vede pienamente: Annie più volte reagisce in ritardo agli input del partner e fatica a trattenere qualche sorriso, un gesto inevitabile in situazioni grottesche quali quelle in cui si infila il detective Seattle. La riflessione non si pone come critica quanto più come analisi circa il diverso modo di atteggiarsi di ogni episodio, che a volte prende le sembianze di una sceneggiatura da serie tv, altre volte diventa più un quiz televisivo in cui il concorrente è fuori da ogni tentativo di finzione e il set si trasforma in uno studio televisivo.
LA COSTRUZIONE DI OGNI EPISODIO
“Maybe that donut doesn’t understand my love language.”
Ogni capitolo da un lato gioca con la diversità del partner di turno, per altro verso invece mette sempre più in luce il detective Terry Seattle che si conferma l’unico vero protagonista dello show. È pur vero che Rhonda e Daz possono essere considerati comprimari (Rhonda certamente), giocando un ruolo sempre meno marginale, vuoi per l’insistenza con cui Seattle torna sulla sua vita privata, vuoi per la struttura dell’episodio che vede Rhonda aprire e chiudere ogni capitolo.
Tuttavia chi spicca in maniera preponderante è Will Arnett che conduce il gioco senza bisogno dell’aiuto di nessuno. L’attore dirige l’episodio fungendo da vela maestra per l’ospite di turno e ciò emerge chiaramente con Annie Murphy, che viene letteralmente sballottata da una situazione ad un’altra, in balia degli eventi e nelle sapienti mani del tessitore Arnett.
A onor del vero, c’è poi da aggiungere che la vera colonna portante dello show è rappresentata da tutto l’entourage costruito intorno a Terry. A partire da Rhonda, passando per Amber e i preziosi dettagli su ogni omicidio e finendo con i sospettati, che reggono il gioco ad Arnett mentre assolvono l’importante compito di fornire gli indizi giusti. L’organizzazione di Murderville è impeccabile e non si può negare che Arnett, pur rappresentandone il fiore all’occhiello, sia solo la punta dell’iceberg.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Episodio leggermente sottotono rispetto ai precedenti, ma che si aggira sempre intorno a una buona sufficienza.
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Lunatica, brutta, cinefila e mancina. Tutte le serie tv sono uguali, ma alcune sono più uguali delle altre.