Nine Perfect Strangers 1×03 – Earth DayTEMPO DI LETTURA 3 min

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Nine Perfect Strangers 1x03 recensioneLa serie creata da David E. Kelley e John Henry Butterworth prosegue con i personaggi che cercano di conoscersi meglio ed iniziano ad esternare i propri problemi interiori, anche grazie a un “aiutino” da parte di Masha. Dopo le fosse scavate in “The Critical Path“, questa volta è il contatto diretto con la natura a guidare i personaggi nel loro percorso di crescita spirituale e di rinascita, oltre che a continuare il processo di “conoscenza” dell’uno con l’altro.

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L’IMPATTO VISIVO


Lo show è caratterizzato da una magnifica resa visiva, evidente già dalla sigla di apertura, che cattura immediatamente l’occhio e l’attenzione degli spettatori. Grazie a un sapiente lavoro del direttore della fotografia Yves Bélanger, che ha lavorato con molti celebri registi tra cui Xavier Dolan, Clint Eastwood e Jean-Marc Vallée, ogni scena è visivamente perfetta anche nei più piccoli dettagli, una vera gioia per gli occhi.
Da non trascurare inoltre la scelta ottimale delle location della serie che sono splendide e contribuiscono al notevole impatto visivo di questo prodotto televisivo che, evidentemente, non può prescindere da tale elemento visto che è ambientato in una sorta di centro benessere super esclusivo e estremamente costoso, anche se decisamente anticonvenzionale.

UNA SERIE CORALE


La coralità della narrazione rimane uno dei punto di forza dello show, con un cast di alto livello che fa la differenza e contribuisce notevolmente alla riuscita della serie, anche se personaggi come Lars, Carmel e Zoe per ora sono poco utilizzati e non hanno ancora dimostrato tutto il loro potenziale narrativo.
Al contrario Nicole Kidman è perfetta nel ruolo di Masha, ma d’altronde non poteva essere diversamente per un personaggio scritto su misura per l’attrice australiana, ormai in perfetta sintonia artistica con David E. Kelley.
Ma a spiccare in questo terzo appuntamento è sicuramente Micheal Shannon, autore di un’ottima performance attoriale, visto che l’interprete riesce a trasmettere allo spettatore tutto il dramma vissuto da Napoleon, anche attraverso una gestualità fisica e una mimica facciale veramente particolari.

CERCASI CAPRA


Menzione speciale merita la scena della capra, con Micheal Shannon e Bobby Cannavale sugli scudi, per un risvolto narrativo inaspettato ma d’impatto, utile anche a capire lo stravolgimento emotivo di alcuni personaggi.
Sicuramente rispetto al pilot si inizia a comprendere meglio la dinamica della storia e le caratteristiche dei diversi character, ma nonostante vi siano diversi momenti in cui la storia sembra finalmente decollare, il ritmo narrativo continua a essere molto sostenuto e la sensazione è che vi sia ancora molto il freno tirato, come se gli eventi principali siano tutti volutamente posticipati negli episodi a venire.
E’ evidente come il nuovo protocollo ideato da Masha comprendesse anche qualche tipo di sostanza in grado di alterare lo stato d’animo degli ospiti di Tranquillum House, probabilmente assunta tramite i frullati della colazione, elemento che ha permesso ad alcuni di loro di entrare a stretto contatto non solo con la natura, ma con i propri demoni interiori.

 

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Nicole Kidman è perfetta nel suo ruolo, ma d’altronde è stato scritto appositamente per lei
  • L’ottima prova attoriale di Micheal Shannon
  • La scena della capra
  • La resa visiva della serie e la fotografia
  • Nemmeno a dirlo, le location sono splendide
  • I personaggi insieme funzionano, ma…
  • …la sensazione è che vi sia ancora molto il freno tirato, con la trama che fatica a decollare completamente come se gli eventi principali siano tutti volutamente concentranti nella seconda metà della stagione.

 

Un ottimo episodio per la nuova serie di Prime Video che conferma quanto di buono visto negli appuntamenti precedenti, con il cast e la resa visiva che continuano a essere i punti di forza dello show. La sensazione però è che la storia sia solo all’inizio e il meglio debba ancora arrivare, sperando la narrazione non ci metta troppo a entrare nel vivo. La valutazione è sicuramente positiva, in attesa di grandi colpi di scena che sicuramente non mancheranno.

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Venera due antiche divinità: Sergio Leone e Gian Maria Volontè.
Lostiano intransigente, zerocalcariano, il suo spirito guida è un mix tra Alessandro Barbero e Franco Battiato.

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