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La Georgia era una colonia britannica fondata nel 1732 da James Edward Oglethorpe che ne fu anche il primo Governatore. Venne così chiamata in onore di Re Giorgio II e a partire dal 1752 divenne una colonia della Corona britannica.
Ebbene si, dopo Santo Domingo e la Giamaica, il cerchio si chiude e i coniugi Fraser arrivano in America, nella colonia della Georgia, concludendo così, a livello temporale e non solo, una storyline che fin dall’inizio di questa stagione li vedeva destinati a sbarcare nel Nuovo Mondo. Proprio per questo, forse, l’arrivo in America è apparso come scontato e telecomandato, portandosi a chiedere se, in questo caso, si poteva fare diversamente. Nonostante sia innegabile il fascino di queste puntate ambientate ai Caraibi, è bene ricordare cos’è Outlander e da dove nasce. La serie rappresenta l’essenza della Scozia stessa, la sua meravigliosa e incontaminata natura, con gli usi politici, sociali e culturali dell’epoca, senza dimenticare mai l’eccelsa colonna sonora che da sempre ha accompagnato lo show. Salvo clamorosi colpi di scena, ormai consueti bisogna dire, questo sbarco a stelle a strisce allontana ulteriormente il ritorno nell’amata Scozia di Claire e Jamie. I coniugi Fraser si rifaranno una vita lontani dalla Scozia? Purtroppo prima di un anno nessuno avrà risposte al riguardo.
Geillis: “We are the chosen ones, we have a responsibility to change history.”
Se ce ne fosse stato bisogno, Jamie dimostra che non importa il contesto, il luogo e l’epoca, ma essere di bell’aspetto ed avere i giusti contatti aiuta sempre, motivo per cui ancora una volta Lord John Grey, innamorato di lui, utilizza tutto il suo potere derivante dalla sua carica politica per salvargli la vita. A tal proposito, la tempesta che si abbatte sulla nave dei coniugi, quasi profetica, dimostra che i due sono destinati a stare insieme, non c’è naufragio che tenga. Fortunatamente Jamie, a differenza di Kate Winslet in Titanic, riesce a trovare un po’ di spazio sul relitto per la persona amata, salvando così la vita della moglie. Ma ancora una volta la sorpresa della puntata, così come in “The Bakra” è rappresentata da Geillis. Un personaggio che è stato sfruttato poco dagli autori e questo è un peccato enorme. Infatti l’ardita Signora Abernathy ha rappresentato senza alcun dubbio uno dei character più interessanti di queste tre stagioni e poteva essere utilizzato in maniera molto più approfondita dallo show targato Starz. Geillis rappresenta sicuramente l’altra faccia della medaglia rispetto a Claire, entrambe viaggiatrici nel tempo ed entrambe con il desiderio di tornare in Scozia, anche se per motivi ben diversi. Se la prima è spinta da una grande, forse eccessiva, passione politica per la causa indipendentista scozzese, la dottoressa invece è guidata da tutto un altro tipo di passione. Alla fine, le due donne provenienti dal futuro sono costrette inevitabilmente allo scontro e la presunta strega (con grande dispiacere di tutti i fan di sesso maschile) perisce nello scontro. Giudicando in seguito l’operato della bella indipendentista, forse gli abitanti della piccola cittadina scozzese che la volevano bruciare sul rogo come strega non avevano poi tutti i torti.
L’esistenza di luoghi come Abendawe, corrispettivo di Craigh Na Dun, fanno pensare a diverse zone del pianeta dove è possibile viaggiare nel tempo, scenario interessante che apre una moltitudine di possibilità per le storyline future. La puntata è tecnicamente impeccabile e la morte di Geillis e successivo naufragio dell’Artemis, concludono in modo egregio la storyline iniziata con il rapimento di Ian in Scozia e proseguita nelle isole dei Caraibi.
L’esistenza di luoghi come Abendawe, corrispettivo di Craigh Na Dun, fanno pensare a diverse zone del pianeta dove è possibile viaggiare nel tempo, scenario interessante che apre una moltitudine di possibilità per le storyline future. La puntata è tecnicamente impeccabile e la morte di Geillis e successivo naufragio dell’Artemis, concludono in modo egregio la storyline iniziata con il rapimento di Ian in Scozia e proseguita nelle isole dei Caraibi.
Dopo questi tredici episodi è dunque tempo di tirare le somme; fatta eccezione per un paio di episodi sottotono, questa terza stagione di Outlander è stata praticamente perfetta sotto ogni punto di vista. Fin dalle prime puntate i colpi di scena sono stati tanti, tutti gestiti magistralmente, con una penultima puntata anche migliore rispetto a quest’ultima. Gli autori, nonostante un ristrettissimo parco personaggi e l’assenza del classico villan della situazione, non hanno fatto certo annoiare i fan ,sorprendendoli con rapide evoluzioni narrative, mai fuori luogo. Se si dovesse esprimere un voto su tutta la stagione sarebbe senza dubbio altissimo, sperando che lo show continui su quest’onda positiva. Outlander rimane una serie poco seguita e di nicchia, sempre snobbata dai grandi palcoscenici internazionali e dai premi del settore (seppur svetta la recentissima nomination di Caitriona Balfe ai Golden Globe 2018). Tuttavia, questa piccola perla (e tale deve rimanere), non finisce di stupire positivamente ed è lecito, a questo punto, aspettarsi una quarta stagione da dieci in pagella.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Una puntata leggermente sottotono ma che paga lo scotto di arrivare dopo una puntata perfetta e di essere all’interno di una stagione praticamente perfetta. Le aspettative per la quarta stagione sono altissime e quelle per un ritorno di Murtagh in grande stile mai del tutto sopite.
The Bakra 3×12 | 1.51 milioni – 0.2 rating |
Eye Of The Storm 3×13 | 1.42 milioni – 0.3 rating |
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Venera due antiche divinità: Sergio Leone e Gian Maria Volontè.
Lostiano intransigente, zerocalcariano, il suo spirito guida è un mix tra Alessandro Barbero e Franco Battiato.