Se c’è qualcosa che riesce (quasi sempre) bene a Marlene, questo qualcosa sono gli episodi evento, in particolare i finali estivi. Ricordiamo bene il Summer Finale della quarta stagione, con la shoccante rivelazione su Ezra che sembrava aver dato allo show una nuova linfa vitale (poi Marlene ha deciso di rovinare tutto, facendo di Ezra un semplice stalker di minorenni ma va beh).
Questa volta il Summer Finale si colloca piuttosto bene, in uno dei (pochi) momenti buoni della serie tv. Questa quinta stagione, nonostante le sue immancabili falle, si è rivelata, finora, più decente del previsto e questo finale ha sorpreso un po’ tutti, me in primis. Ve lo dico chiaramente: ero convintissima che sarebbe morta Melissa, e a giudicare da quanto ho letto in giro per il web non ero l’unica. In fondo era plausibile, c’era pure il video che aveva tutta l’aria di essere il suo messaggio di addio a Spencer (e a noi). Invece non è stata lei a lasciarci definitivamente, ma la unica e inimitabile Mona Vanderwaal. Non ho mai mancato di sottolineare quanto la sua tridimensionalità e la assoluta non banalità la rendesse il personaggio meglio costruito di tutto lo show, insieme, forse, ad Alison. La sua morte ci lascia di stucco e con un po’ di amaro in bocca: come andrà avanti lo show senza di lei, che quando appariva non mancava di movimentare un po’ le cose? La sua morte mi ricorda, per certi versi, quella di Katherine Pierce di The Vampire Diaries: il plot twist è sicuramente apprezzabile, ma sentiremo la sua mancanza, dal momento che le basi dello show non sono proprio idilliache.
“Take This One To The Grave” ha certamente messo sotto i riflettori Mona, protagonista indiscussa di questo Summer Finale, facendoci sorvolare su altre vicende un po’ meno incisive. Voglio evitare di soffermarmi sull’incoerenza di Aria che un giorno dice di non riuscire a fidarsi di Ezra e quello dopo se lo spupazza per benino perché non voglio avere travasi di bile e non voglio che due esseri insignificanti come quei due rovinino un Summer Finale coi fiocchi.
Soffermiamoci, invece, su Alison e la sua sempre più evidente sociopatia. Noi lo sospettavamo da tempo e pensare ad Ali in questo modo ci permette di vedere lo show sotto un altro aspetto. Purtroppo non credo che sia Big A. e dubito persino che sia l’assassina di Mona (anche se potrebbe averlo fatto fare a un suo seguace). A questo proposito vorrei fare un accorato appello a tutti coloro che si stanno scervellando sull’identità dell’assassino e sul perché indossasse una parrucca bionda (sempre se di parrucca si tratta poi): il motivo è per confondere NOI spettatori, non i personaggi. Quindi risparmiate tempo ed energie. Di misteri insolvibili ne avremo altri e abbiamo altre due stagioni e mezzo per perdere completamente la sanità mentale dietro ai vaneggiamenti di Marlene. La rottura tra lei e le Liars è ormai resa definitiva dall’arresto di Spencer. Poco importa se Ali non ha detto chiaro e tondo “io penso che Spencer abbia ucciso Bethany”. La sua “confessione” ha, però, aiutato i poliziotti a dirigersi in quella direzione. Che poi la polizia di Rosewood sia una manica di incompetenti, lo sappiamo bene. Non sembra che abbiano prove concrete della colpevolezza di Spencer, quello che hanno sono solo prove circostanziali, ma PLL non è un legal, quindi possiamo anche sorvolare.
Come ho detto, è stato un Summer Finale coi fiocchi, ma non del tutto esente da qualche difettuccio. A partire dall’inutile tentativo di creare suspence con l’incidente di Toby che si è concluso con una banalissima gamba rotta per finire con l’inutile scena dei preparativi natalizi a casa Fields, con un’Emily fastidiosamente euforica. Mero e noioso espediente per riempire l’episodio, niente di più e niente di meno. In fondo non sarebbe PLL senza scene filler…
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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No One Here Can Love Or Understand Me 5×11 | 1.80 milioni – 0.9 rating |
Take This One To The Grave 5×12 | 2.29 milioni – 1.0 rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.