“I have learned the lesson of all that’s foul and fair. Our love was forged in Fire, Water, Earth and Air. The spell is cast how long it lasts. I cannot divine I think it’s working. The Road is there and so I dare to risk this heart of mine. Down, down, down The Road, down the Witches’ Road. Down, down, down The Road, down the Witches’ Road. Down, down, down The Road, down the Witches’ Road. Follow me, my friend, to glory at the end”
Questa recensione inizia con una semplice considerazione. La terza puntata si componeva di molteplici difetti, ma presentava comunque degli elementi interessanti. Ad esempio, si pensi alla prima sfida che The Road ha messo di fronte alle protagoniste. La vicenda del vino avvelenato e dell’antidoto si è infatti rivelata piacevole dal punto di vista narrativo e con un buon ritmo. Per questo motivo, la valutazione finale ha raggiunto la sufficienza.
Il quarto episodio, invece, presentava gli stessi difetti della puntata precedente, ma non ha potuto fare affidamento su un caso del giorno altrettanto in grado di intrattenere e fornire spunti interessanti. Di conseguenza, la valutazione finale non può che essere insufficiente. Non una bocciatura definitiva, ma un segnale che qualcosa non stia funzionando nello show.
D’altro canto, la domanda fondamentale – alla quale non è ancora stata fornita risposta – è la seguente: che tipo di show è Agatha All Along?
SOSTITUZIONI
Nel corso della precedente recensione sono state formulate due ipotesi, entrambe le quali si sono rivelate corrette. La prima è che la morte improvvisa di Sharon Davis avrebbe comportato una perdita di leggerezza da parte della serie. Ciò è stato evidente anche nello svolgimento della seconda sfida che le protagoniste hanno dovuto affrontare. La scena rock anni ’70, infatti, ha avuto dei contorni più cupi e malinconici rispetto alla precedente casa stregata.
La seconda previsione, invece, è stata che Sharon sarebbe stata sostituita da Rio. Dato che serviva una nuova strega per completare il gruppo, il suo ritorno in scena era quasi inevitabile. Considerando che il suo personaggio è anche il più adatto a fornire informazioni di background su Agatha, far entrare in scena un’ulteriore strega sarebbe stata una scelta poco felice strategicamente.
Anche in questo caso, come detto nell’introduzione, il passaggio a delle vicende un po’ meno leggere non è negativo di per se. La questione, però, riguarda sempre l’obiettivo dello show. Cosa si vuole ottenere, cosa si vuole raccontare? Dove vuole arrivare il racconto delle turbolente vicende di Agatha Harkess?
DOWN THE ROAD
Entrando nel dettaglio della seconda sfida affrontata, la protagonista assoluta è stata Alice Wu-Gulliver. Dopo essere stata catapultata – assieme alle altre streghe – in una casa rock degli anni ’70, Alice riesce finalmente ad affrontare la storia della sua famiglia e capisce il vero significato della celebre canzone di sua madre.
La rivelazione che la canzone abbia sempre svolto il ruolo di protection spell – al fine di evitare che Alice fosse colpita dalla stessa maledizione di sua madre e sua nonna – è senz’altro il momento più rilevante dell’episodio, in quanto rappresenta l’unico momento di evoluzione di uno dei personaggi.
Il resto della vicenda, tuttavia, non contiene particolari spunti di interesse. Le dinamiche tra i vari character sono infatti molto simili alla puntata precedente, fornendo una sensazione di deja-vu in tono minore. La speranza è che la presenza di Rio contribuisca a dare uno scossone alla narrazione. Se ogni puntata sarà dedicata a una singola sfida, infatti, il rischio è di sfociare nel procedurale più classico e più ripetitivo.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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“Down, down, down The Road, down the Witches’ Road.”
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Romano, studente di scienze politiche, appassionato di serie tv crime. Più il mistero è intricato, meglio è. Cerco di dimenticare di essere anche tifoso della Roma.