Agatha All Along 1×05 – Darkest Hour / Wake Thy PowerTEMPO DI LETTURA 5 min

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Agatha All Along 1x05 Recensione Joe Locke Teen Billy MaximoffDarkest Hour / Wake Thy Power” è un episodio cruciale per Agatha All Along, sia perché si piazza giusto in mezzo alle nove puntate previste, sia perché fornisce una delle più grandi rivelazioni che lo show aveva in serbo. Anche se, in fondo, era un vero e proprio segreto di Pulcinella. Però sono proprio tali rivelazioni e accadimenti degni di nota a elevare l’episodio, configurandosi su un gradino più alto rispetto al precedente che si presentava come un banale “more of the same” che seguiva il canovaccio verticale sulla nuova prova al centro della puntata.
Non c’è stato alcun salto di qualità, sia chiaro. Agatha All Along resta comunque un prodotto (volutamente) camp, sornione, che gioca col provocare qualche brivido allo spettatore dopo qualche battuta cringe e effetti speciali di altri tempi. Non è il prodotto che il pubblico si aspettava, vedendo i mirabolanti salti mortali fatti da produzioni poi rivelatesi vuote come i precedenti MCU/Disney+, ma forse è proprio quel che serviva ai Marvel Studios per tamponare le ferite procurate con le ultime produzioni.

SCOPE E OUIJA


Giunti al giro di boa, Jac Schaeffer si ricorda di essere la showrunner di una serie incentrata principalmente su delle streghe e riesuma dall’immaginario collettivo elementi fondamentali come le scope e lo spiritismo. L’incipit funziona benissimo, con le Sette di Salem che si dimostrano sì, monodimensionali, ma assolutamente spaventose ed efficaci nel mettere fretta alla congrega per proseguire il proprio percorso nella Strada, andando incontro alla prossima prova.
Tocca stavolta ad Agatha essere la strega cardine della prova, in quanto viene rivelato che la sua principale caratteristica sia quella di riuscire a parlare con le anime defunte. Non un caso, ed un possibile segnale al figlioletto perduto (in cambio del Darkhold?) e del Mefisto menzionato qualche settimana fa, a cui stavolta va ad aggiungersi nel panorama che si sta configurando anche Lady Morte. Ovvero la morte vera e propria, che nell’universo Marvel è un personaggio in carne ed ossa. Una prima menzione che colpisce per originalità e spirito, tramite un ottima parte centrale dell’episodio incentrata sulla tavola Ouija.

Teen:Why does your generation hate them so much?
Lilia Calderu:Brooms have been co-opted by the holiday industrial complex as an absurd emblem of our culture. Worse yet, they’re an obvious symbol of female domesticity.
Jennifer Kale:And they’re basic.

MADRI E FIGLI


Forse il tema più grande trattato da Agatha All Along, ma ci si potrebbe buttare dentro anche lo stesso WandaVision, di cui questo show è un sequel ideologico, è la genitorialità. Tutto parte dal fatto che Wanda vuol diventare madre, e qui prosegue analizzando l’esperienza genitoriale di Agatha (toccante il momento in cui Nicholas Scratch cerca di comunicare tramite la tavola Ouija), il rapporto con sua madre, ma anche la conseguenza di quel desiderio di Wanda che sembra essersi materializzato in carne ed ossa nel personaggio di Joe Locke.
È molto interessante, infatti, vedere Agatha alle prese con lo spirito di sua madre, Evanora Harkness. Un punto sottile che sta unendo tutti gli episodi, in quanto ogni strega ha dovuto finora fare i conti con la propria madre, così come le stesse Sette di Salem sono in realtà le figlie delle streghe prosciugate da Agatha nel flashback visto in WandaVision.
Agatha sembra essere una delusione per sua madre, pronta ad assorbire i poteri di chiunque le si scagli contro, compresa l’innocua Alice morta mentre cercava di salvarla. Agatha afferma, in preda al panico, che si è trattato di un incidente, mentre pare sotto gli occhi di tutti ovvia la sua volontà di prosciugarle i poteri. Potrebbe essere questa involontarietà un indizio per un qualcosa di più grande che potrebbe forse scagionare Agatha dal ruolo di infima sfruttattrice che si è guadagnato col corso degli episodi.

I POTERI DEL RAGAZZINO


Dopo la conferma dello scorso episodio di Rio Vidal in cui affermava che il ragazzino non era Nicholas Scratch, il figlioletto perduto di Agatha, non rimaneva che una sola strada in piedi. Joe Locke interpreta infatti uno dei due gemelli figli di Wanda Maximoff, in particolar modo Billy. Non si sa come sia potuto diventare realtà, non si sa perché infatti ha delle sembianze diverse, e non si sa nemmeno (e su questo ci si può sbizzarrire con la fantasia) chi aveva posto il sigillo su di lui.
Resta il fatto che il crescendo di fine episodio regala dignità a un personaggio che sembra avere le stesse ombre della madre, e forse anche gli stessi incredibili poteri, capaci di mettere fuori gioco in pochi attimi ben due streghe sicuramente più allenate di lui. Non a caso gli compare anche una corona molto simile a quella di Scarlet Witch. Tuttavia restano nebulose le motivazioni dietro l’attacco rivolto a Lilia e Jennifer da parte di un personaggio apparentemente così docile e pacifico.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • La rivelazione sull’origine del ragazzino…
  • Il suo essere camp prendendosi mai troppo sul serio…
  • Scope e tavole Ouija: le classiche streghe care a tutti
  • L’intera parte centrale con la seduta spiritica
  • Tutto ruota intorno alla genitorialità, dal duplice punto di vista di madri e figli
  • Il climax finale legato alla rivelazione sul ragazzino
  • … anche se in realtà l’avevano capito un po’ tutti
  • …che certe volte finisce però per distaccare lo spettatore da ciò che sta vedendo
  • Appare un po’ forzato e fuori dal personaggio la scelta di prosciugare i poteri di Alice, in attesa di una spiegazione nei prossimi episodi
  • Non è chiaro nemmeno perché Billy attacchi Lilia e Jennifer dopo averle usate

 

Nonostante anche stavolta si ripresenti il “caso della settimana”, o meglio la prova della settimana, ci pensano le sfumature horror date dalle Sette, rivelazioni importanti e connessioni a Wanda Maximoff ad innalzare le votazioni.

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Giovane musicista e cineasta famoso tra le pareti di casa sua. Si sta addestrando nell'uso della Forza, ma in realtà gli basterebbe spostare un vaso come Massimo Troisi. Se volete farlo contento regalategli dei Lego, se volete farlo arrabbiare toccategli Sergio Leone. Inizia a recensire per dare sfogo alla sua valvola di critico, anche se nessuno glielo aveva chiesto.

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