My Brilliant Friend è giunto all’imboccatura del rettilineo finale, cioè a metà dell’ultima stagione.
Come è ormai d’uso per una serie di successo, di cui si avvicina la conclusione, inizia a tirare i remi in barca. Un po’ celebra se stessa, un po’ cerca di portare a conclusione il discorso iniziato e sviluppato fin qui.
In tutto ciò, cerca di non rinunciare alle caratteristiche principali del suo dna, anche se il nuovo cast e una nuova regia danno a questi ultimi episodi un tono specifico, ben diverso da quello delle stagioni precedenti. Prima c’erano forse meno colori, ma c’era la ribollente energia della gioventù, coi suoi sogni e i suoi progetti. Adesso ci sono da affrontare gli impegni “seri, da adulti”.
Rimane comunque alta l’attenzione per l’influsso della società e della Storia sulla vita dei singoli personaggi, sia attraverso grandi spiegazioni, sia attraverso piccoli dettagli.
IMMACOLATA #1
La nascita della figlia di Lenù e Nino è uno degli eventi chiave della puntata.
Innanzitutto, un inchino alla neo mamma: dopo essere andata all’ospedale in macchina da sola, già in pieno travaglio, riesce anche a farsi trovare dal padre di sua figlia perfettamente agghindata, in camicia da notte con pizzi. Non rinuncia quindi ad una tradizione del passato secondo cui, appunto, la puerpera veniva mostrata al marito solo dopo che le altre donne l’avevano lavata e pettinata.
Dettaglio da sottolineare: non appena iniziano le doglie, Elena chiama l’ex marito Pietro. Questo fa il paio con Nino che, durante il terremoto, ha pensato innanzitutto alla “legittima moglie”. Come è detto esplicitamente nel libro, la “vera famiglia” si vede nei momenti di emergenza.
La scena tragicomica in cui bisogna registrare la neonata è invece figlia del suo tempo, cioè della riforma del diritto di famiglia con annessi referendum sul divorzio e sull’aborto.
IMMACOLATA #2
La madre di Lenù, di cui la nipotina rinnova il nome, è l’altro centro d’interesse dell’episodio.
Le condizioni di salute della signora si aggravano, urge ricovero in ospedale.
Qui scoppia il pandemonio. Spiace quasi dirlo, ma Nino Sarratore fa la sua bella figura tutta la puntata. Sa come comportarsi e quale copione recitare anche in questo caso, come nell’incontrare la figlia appena nata. Lila, coinvolta quasi suo malgrado, segue cuore e istinto.
A tutti gli altri, del vero benessere di un’anziana donna interessa poco o nulla. Lenù è presa da una folle, irrazionale gelosia perché Lila è con Nino, mentre lei deve rimanere a casa con la sua piccina. La mente la riporta a Ischia, molti anni prima.
Marcello Solara, in quanto genero di Immacolata, non perde l’occasione per trasformare il tutto in un gioco di potere. Vuol far portare la suocera in clinica e non in ospedale, dove pure ci sono i medici che la seguono. Come in quel capodanno di tanto tempo prima, non sa resistere alla gara a chi ce l’ha più grosso. Semplicemente disgustoso.
L’EDUCAZIONE ANNI ’80 DELLE FANCIULLE
Chi è della stessa generazione di Elsa e Dedé non può non notare tutti i riferimenti ai giochi e ai giocattoli di quel periodo.
Uno per tutti: quello del pescatore. Si tratta di un contenitore di plastica pieno d’acqua, in cui, appunto, bisogna pescare dei pesciolini di gomma.
Il gioco più semplice del mondo, ma chi ci ha giocato sa quanto fosse semplice perderci le mezze giornate. Le emozioni fortissime, durante la visione, arrivano così a tradimento.
Non ci sono solo così soltanto eventi e problemi di prima grandezza a plasmare la vita delle persone. A comporre ciò che saranno Dedé, Elsa contribuiranno quindi l’arrivo della droga nel rione, il terremoto, l’educazione femminista ricevuta dalla madre e da Lila così come quei giochi e i programmi tv con Mike Bongiorno. Bello, fra l’altro, vedere citato il celebre conduttore nel centenario della nascita.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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La serie procede molto bene. Eventi di risonanza nazionale e mondiale si mischiano a piccoli dettagli per comporre un affresco variegato e interessante, in cui molti possono riconoscersi.
Per dare più sapore al tutto, però, bisognerebbe mostrare la storia di Lila. Da quel poco che si intuisce, intravedendo Alfonso, Michele Solara e la sede della ditta Basic Sight, è ricca di sfumature interessanti.
Si potrebbe ricorrere ad un escamotage come quello dei diari che Lenù lesse a Pisa e poi buttò nel fiume.
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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).