La discesa verso il baratro del revival di Sex And The City continua con l’ottava puntata che non si differenzia dalle precedenti in quanto ad incoerenza, pochezza narrativa e momenti filler decisamente non necessari.
“Bewitched, Bothered And Bewildered” è l’ennesimo episodio Cynthia Nixon-centrico dove la sua storyline la fa da padrone e monopolizza il minutaggio, relegando le altre due protagoniste a raccogliere le briciole.
Nonostante il minutaggio più risicato, però, Carrie e Charlotte si difendono bene nel campo dell’inutilità e a loro vengono affidati i momenti riempitivi interessanti come un documentario sulla storia del calcestruzzo.
“YOU STILL BLOW HARRY?”
Già da qualche episodio a questa parte era chiaro a tutti la volontà di Cynthia Nixon di riproporre la sua vita attraverso il suo alter ego. Con buona pace di tutto il percorso del personaggio compiuto negli ultimi 23 anni.
Non ci sarebbe nulla di male nel presentare una diversa prospettiva di vita, magari più inclusiva – elemento che mancava nella serie originale – ma questo non può avvenire a discapito della dignità di uno show.
Il modo in cui Miranda gestisce la fatidica discussione con Steve è forse uno dei punti più bassi dello show fin’ora: senza un briciolo di rimorso la Hobbes spiattella in faccia a Steve tutta la sua infelicità e un secondo dopo salta di gioia al telefono con Carrie. Ricordiamo che 13 anni fa Miranda voleva divorziare da Steve dopo il tradimento di quest’ultimo e non gli ha parlato per mesi. Coerenza.
A scadere ancora più in basso ci pensa la stessa Miranda quando si prende gioco della vita sessuale di Charlotte. Come a rimarcare una supremazia sessuale della sua categoria e gli etero relegati a guardarsi negli occhi. Lesboomer.
FAKE PENIS EVERYWHERE
Charlotte York potrebbe essere definita, sessualmente parlando, come una “bronsa coverta” (detto veneto che significa: “dal carattere apparentemente tranquillo e perfettino, ma in realtà è tutto il contrario”).
Il suo attaccamento ad un’ideale romantico ispirato al dolce stil novo, l’hanno sempre distinta rispetto alle sue amiche per una diversa visione dell’amore, del sesso e del rapporto in generale.
Arrivare a sottolineare come Charlotte York sia l’unica a portare avanti un esempio di relazione tra due ultra-cinquantenni che funzioni anche a livello sessuale è, dunque, tutto dire.
Per fortuna gli autori decidono di schiaffare il bel pene di Harry (fake, ovviamente) in primo piano mentre Charlotte cerca di praticare del sesso orale. Etero 1 – Lesboomer 0
“SORRY, MA’ AM”
Nelle recensioni dei primissimi episodi, si era accennato al fatto che far morire Big fosse l’unica strada da prendere per dare ancora un senso al personaggio di Carrie Bradshaw. Assistere, infatti, a dieci episodi infarciti di scene romantiche o anche di litigate tra lei e Big, non avrebbe fatto altro che annoiare lo spettatore.
Non che ora le cose stiano andando meglio, dato che Carrie sembra ancora senza bussola e spazia da cambiare casa ogni due giorni a girare per strada con tanto di guanti di gomma per pulire.
L’intento di Michael Patrick King di mandare in frantumi la felicità di Carrie e di farla scontrare con il mondo reale è lodevole, ma la trama tentenna e la scrittura risulta sempre piatta, superficiale e carente.
“Bewitched, Bothered And Bewildered” non apporta nulla di nuovo all’orizzonte per l’ex scrittrice del New York Star, ma obbliga Sarah Jessica Parker a vagare senza meta durante tutta la durata dell’episodio.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Mancano esattamente due episodi alla conclusione di And Just Like That… ed il fondo del barile è stato già ampiamente toccato. Tra finta inclusività e progressismo, una scrittura che fa acqua da tutte le parti, personaggi insulsi e macchiettistici, ultimatum da prima donna sulle storyline da presentare ed un bello sputo in faccia alla serie originale, il pubblico è ben felice di essere giunto alla fine. Alla fine Kim Cattrall e Chris Noth si sono salvati.
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Se volete entrare nelle sue grazie, non dovete offendere: Buffy The Vampire Slayer, Harry Potter, la Juventus. In alternativa, offritele un Long Island. La prima Milf di Recenserie, ma guai a chiamarla mammina pancina.