Il season finale della seconda stagione di Barry risale al 19 maggio 2019, tre anni fa. Non esattamente un tempo usuale tra una stagione e l’altra. Se a questo si aggiunge che gli show della HBO non puntano esattamente allo spiegone e alla strizzata d’occhio al pubblico, ecco che lo spaesamento a inizio terza stagione è servito.
A proposito della storia e della trama, l’accesso è limitato. La ricostruzione mentale (senza aver ovviamente fatto ripassi o aver visto dei riepiloghi) della storia avviene un po’ alla volta, attivando nella propria memoria ricordi di surreali uccisioni all’interno di monasteri, tradimenti e fughe, gang cecene e boliviane che stringono amicizie.
Ciò che rimane immutato nello spettatore, pur dopo tre anni, però, è l’atmosfera geniale e grottesca che si respira all’interno dello show.
L’UMORISMO DI BARRY
In Barry si parla di gang criminali, killer prezzolati, omicidi, ma anche di arte, recitazione, teatro, crisi esistenziali. Il tutto con un clima meravigliosamente insopportabile. Lo show è costellato da falsi problemi ingigantiti e da questioni gravissime minimizzate.
Il terribile criminale ceceno Hank è molto contento di essere interrogato dalla polizia e l’interpretazione di Anthony Carrigan per renderlo un perfetto idiota non può non essere da applausi.
Bill Hader dal canto suo riesce perfettamente a palesare una crisi di identità niente male, tanto per il suo desiderio continuo di uccidere, immaginando proiettili in testa a chiunque, quanto per comprare fiori per la sua (a lui indifferentissima) fidanzata.
Sally immerge il pubblico nell’altro ramo della trama fondante di Barry, oltre alle uccisioni a sangue freddo: la recitazione. Se da un lato il mondo criminale viene mostrato con una gelida ironia e fedeltà, senza censure, magari condendo il tutto con idiozia, il mondo degli attori viene invece ingigantito e reso più stereotipato che mai, con un effetto meravigliosamente contrastante.
SVILUPPI DI TRAMA
La trama procede il minimo indispensabile, più che altro per far immergere lo spettatore nuovamente nel contesto dello show. Sta di fatto che il nuovo status quo è già di per sé una conseguenza di avanzamenti di trama “off screen”. Fuches viene additato da tutti come Raven, assassino spietato, ma intanto si nasconde tra le montagne cecene.
Cousineau, in un altro show, avrebbe rappresentato la costante stagionale di persona che conosce le colpe di Barry e avrebbe tramato e cercato di contrastarlo o farlo scoprire in qualche modo. L’unicità di Barry sta proprio nel travolgere subito questo aspetto di trama e rivoltarlo come un calzino. Con tanto di cliffhanger finale per aumentare attesa e curiosità per il prossimo episodio.
NON SVILUPPI DI TRAMA
Ma non è la trama in Barry l’elemento fondante, per quanto questa non sia comunque mai banale. Gli sguardi persi nel vuoto di Bill Hader, la scelta dei fiori e la richiesta di un consiglio ad una cliente che gli chiedeva di uccidere il marito, i dialoghi con una disattentissima Sally sono tutti elementi che elevano la serie Barry a prodotto di estremo valore.
Si attendono con ansia i prossimi episodi per vedere qual è l’idea di Barry per farsi perdonare da Cousineau (e non ucciderlo), ma anche per l’insieme di espressioni tanto ansiogene quanto esilaranti del protagonista ma non solo.
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Talmente tanto tempo era passato che non ci si è reso conto di quanto sia mancato uno show come Barry. Pur con un episodio che fa ripiombare il pubblico totalmente nello spirito surreale della serie, come meglio non si poteva sperare, si vola bassi, per così dire, con la valutazione, certi che si raggiungeranno altissimi momenti grotteschi e demenziali già nel breve.
