Se tutti gli show che partono con una buona idea decidessero di durare poco si avrebbero una serie di capolavori infinitamente superiori di quelli già presenti nell’universo delle serie tv.
Barry è riuscito nell’intento di far accadere tante cose in un numero ristretto di episodi, non creando mai fasi di stanca e non cercando mai di allungare il brodo in nessuna forma.
Arrivati a un episodio dalla conclusione di questa fortunatissima intuizione seriale, si può dire che il cerchio si sta decisamente chiudendo.
Grazie alla riproposizione della dicotomia principale dello show (recitazione vs. omicidi), grazie alla mai sopita voglia di far ridere per scelte narrative grottesche, grazie anche ad una resa dei conti finale sempre più evidente.
LA FINZIONE NEL THRILLER
L’elemento della recitazione in Barry è importante tanto quando quello della criminalità e degli omicidi. Ovvio però che questi ultimi giochino un ruolo più appariscente, anche soltanto per la capacità che hanno di muovere la trama. In quest’ultima stagione, saltata definitivamente la copertura di Barry, non più aspirante attore, gli elementi che riguardano il mondo del cinema e del teatro rimangono. Nei precedenti episodi per esempio Sally, dalla sua nuova vita, continua a seguire la carriera attoriale dei suoi precedenti compagni di corso.
Pure in questo penultimo episodio emerge la tematica cinema. Cousineau si preoccupa del film che sta per essere girato riguardante la sua storia. E di quello si spaventano anche Barry e Sally, per motivi diversi, ma un’opera di finzione che racconta la “realtà” diventa uno spauracchio. Quella che era la copertura di attività criminose, per una strana legge del contrappasso, rischia di diventare ciò che rende manifesta invece una storia ormai sepolta e segreta ai più.
Anche l’assurda teoria che nel finale incastra il povero Gene (Cousineau avrebbe commissionato l’uccisione della detective Moss) assume contorni talmente farseschi che è come se si creasse un’ulteriore realtà, in cui finzione e realmente accaduto si fondono.
QUANTO BARRY FA ANCORA RIDERE
In tutto questo però non bisogna dimenticare l’enorme vis comica che ha Barry, capace in quattro stagioni di creare situazioni surreali, di far ridere solo grazie a scene mostrate sullo sfondo o grazie a lunghi silenzi; di riuscire a rendere divertenti brutali uccisioni, oppure di normalizzare e rendere frivola la criminalità.
Anche in “A Nice Meal” non si può non ridere per alcune situazioni tipiche dello show che sicuramente non hanno stancato. Lo stesso titolo è la trasposizione di uno dei momenti più assurdi dell’episodio, in cui gli scagnozzi di The Raven aka Fuches suggeriscono stratagemmi costruttivi, con tanto di dibattito, per distrarre la già improbabile famiglia del criminale qualora ci sarebbe stato un nuovo bagno di sangue.
E, facendo un passo indietro, proprio il citato bagno di sangue rappresenta un ulteriore momento abbastanza esilarante. La presentazione dei quattro temibili sicari si risolve in quattro scatole ricevute da Hank con le loro teste. A dimostrazione di quanto Fuches sia cambiato ed evoluto in quanto a pericolosità all’interno del mondo della criminalità.
A chiudere la trilogia dell’idiozia, la scena dell’attentato fallito a Fuches anche merita una menzione. Sia perché oggettivamente il razzo che manca l’obiettivo fa abbastanza ridere, ma anche perché tutta la successiva scena dell’inseguimento, vista in lontananza con inquadratura fissa si colloca ormai in uno dei già citati grandi classici dell’umorismo di Barry.
LA RESA DEI CONTI
Non poteva poi mancare, in vista del finale, un’apparecchiata resa dei conti. Tutte le pedine sono pronte per chiudere, verosimilmente in tragedia, questa grottesca e tragicomica storia, costituita da figure altamente disfunzionali, manipolatrici, egocentriche e moralmente sballate.
Considerando come si apre questo episodio, non è neanche assurdo pensare ad un finale che abbia al suo interno elementi enigmatici, visionari e onirici. Quando Barry legato vede il figlio davanti ad un’iconica e molto familiare tenda rossa, è facile capire quale potrà essere un’influenza in tal senso.
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Ormai continuare il discorso sul fatto che ci si aspetta il botto dalle prossime puntate è abbastanza inutile. A livello di valutazione occorre dare a Barry ciò che è di Barry.
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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.