Sì, Barry è uno show visionario. Una descrizione non in linea con quanto si appuntava nella precedente recensione (dove il termine si rivolgeva all’espediente narrativo delle visioni dei personaggi), ma che descrive alla perfezione la bellezza intrinseca nella storia raccontata da questo show.
Una serie tv che tratta di un vero e proprio sociopatico che, per amor proprio e amore verso una donna, cerca di riabilitarsi agli occhi della società trovando solo e soltanto ostacoli lungo la via. Ostacoli che andranno a modificare ed alterare la vita anche della donna facendole percorrere una strada sempre più irta. Ma se c’è l’amore il resto non dovrebbe contare. O, almeno, questo è quello che nelle favole si cerca di raccontare ai propri figli.
UN SALTO TEMPORALE INASPETTATO
“Tricky Legacies” riprende dal salto temporale presentato nel precedente episodio e mostrato quasi fosse una scena onirica (già palesatesi in passato all’interno di Barry). Invece no: sono passati otto anni dalla fuga di Barry e Sally che ora, sposati, vivono isolati dal mondo in una zona desertica remota e non meglio identificata, impegnati a crescere un figlio chiamato John. Barry e Sally hanno cambiato nome; lui vive segregato in casa occupato nella crescita e nell’istruzione del figlio; lei lavora in una tavola calda e non ha alcun tipo di occupazione extra lavoro. Il suo unico hobby e guardare le puntate di Just Desserts e le interviste di Natalie per osservare un futuro che poteva essere suo ma così non è stato.
Quella vissuta da Sally è una vita monotona, incastrata in dialoghi superficiali e sciocchi, addobbata da alcool e fumo. E vedere al pc un suo ipotetico futuro aggrava la situazione. Ma nonostante ciò è e resta fedele a Barry. Un rapporto, quello tra Barry e Sally, in totale disequilibrio a livello affettivo.
Lui è totalmente innamorato della donna fin dal loro primo incontro, complice anche l’incapacità dell’uomo di soppesare le proprie emozioni verso il prossimo. Sally, d’altro canto, sembra aver sempre sfruttato i sentimenti di Barry per un proprio personale tornaconto e, anche in questo caso, la situazione non sembra essere diversa. Fuggire con Barry e lasciarsi alle spalle il mondo intero significa scappare con l’unica persona che l’ha fin dal principio messa su un piedistallo, protetta, adorata ed amata.
Anche questo è amore? Oppure si tratta di semplice egocentrismo?
BARRY, LO SHOW POCO ACCLAMATO… PER ERRORE
Suonerà ridondante la sequela di complimenti che Recenserie è solita fare allo show della HBO, ma considerato quanto poco si parli di Barry, rispetto ad altre comedy, meglio abbandonare.
Bill Hader ancora una volta confeziona una regia maniacalmente perfetta in ogni dettaglio. Il cambio di ritmo percepito nel finale, nel momento in cui un gruppo di ragazzini bussa in piena notte a casa di Barry e Sally, lascia esterrefatti soprattutto perché fino a quel preciso momento si aveva la netta sensazione di guardare una comedy. E invece basta un semplice rumore e tutto precipita nei meandri più oscuri di un thriller: Barry fa nascondere moglie e figlio, recupera una pistola all’interno di un buco nella parete ed esce armato, al buio. E lì ci rimane per l’intera notte per vegliare sulle uniche cose care che ha al mondo.
Una dimostrazione d’affetto estrema che si riscontra anche nel finale di puntata quando Barry, con semplicità disarmante, realizza cosa deve fare per chiudere definitivamente la questione: uccidere Gene Cousineau.
L’ex insegnante di recitazione, infatti, dopo essersi nascosto al mondo per tutti quegli anni, si dirige alla Warner Bros. per proporre agli studios di fare un biopic basato sulla coppia di fuggiaschi e sul loro strascico di morti. Unico tassello ad ora mancante? Hank.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Hank potrebbe incolpare, indirettamente, Barry della morte di Cristobal, proiettando sul killer le proprie colpe. Mentre Barry tenterà di salvaguardare fino all’ultimo la propria famiglia cercando di eliminare Gene, ora tornato sotto le luci dei riflettori. Le ultime tre puntate di Barry saranno uno shit show per alcuni tutti i personaggi all’interno dell’opera. Le aspettative sono altissime.
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.