A terza stagione già avviata, un aspetto di Evil che è saltato all’attenzione di spettatori e recensori è quello che riguarda l’ambiguità di fondo di quanto narrato. Non esiste mai una risposta definitiva sull’effettiva presenza del sovrannaturale o meno nei vari casi affrontati. Non vi è mai una risposta precisa o una conclusione veramente soddisfacente di quanto mostrato. La stessa crescita dei personaggi è traballante e mai decisa verso una precisa destinazione.
“The Demon Of Sex” sembra però voler mettere un punto preciso, senza snaturare gli aspetti sopracitati, quasi a voler fornire agli spettatori delle nuove certezze.
UN DEMONE ATTRATTO DA UNA SUORA E UNA COPPIA INSICURA
La linearità della trama verticale si amalgama perfettamente con l’ormai classica incertezza sull’esito effettivo del conflitto tra bene e male. Sister Andrea si elegge a protagonista della parte mistica dell’episodio, lasciando David da parte, ergendosi ad accurata testimone più di come il demone in questione reagisce all’interazione della coppia con l’esterno, che della sua effettiva attività.
Proprio questo punto interrogativo rimane dopo la visione dell’episodio: cosa fa questo demone con la coppia? La sua presenza è effettivamente negativa? Il finale mostra i neosposi trovare un’intimità e un’armonia solamente veicolandosi con azioni violente. Era a questo che il demone voleva arrivare? Liberare i due ragazzi da quell’aura di religiosità e di sacralità che li aveva portati vergini al matrimonio?
Tutto ciò rimane ambiguo, fatta eccezione per l’effetto che la psicoanalisi ha sullo stesso demone, che sembra soccombere ad essa. Proprio quando Kristen cerca di liberare i due da una probabile repressione il demone inizia a perdere pezzi. Forse in questo aspetto si può trovare la chiave della sua natura, trovando lui stesso nutrimento e benessere nel momento in cui la coppia inizia a sfogare (ma a tenere nascosto all’esterno) istinti violenti durante l’intimità.
LA CRISI DI BEN
Non sembra trovare sbocco la storyline dello sciacquone di casa di Kristen, dove era stata svuotata la testa del demone che Sheryl conservava gelosamente. Tanto gelosamente che non sembra ancora notarne l’assenza, ma non c’è motivo di credere che prima o poi si avranno risvolti in tal senso.
Proprio l’apparizione di un occhio nel water lancia Ben in una crisi mistica (non esiste termine più adatto) che probabilmente non porterà a chissà quali sviluppi (o forse sì, chissà) ma che regala un divertissement su una figura che forse non aveva avuto molto spazio nei primi due episodi.
L’attenzione per l’aspetto comedy, che i King non disdegnano mai, utile ad alleggerire qualunque tipologia di trama orizzontale presentata, in questo caso si affaccia in maniera leggera e volutamente divagante. Chissà se per approfondire aspetti futuri di Ben o semplicemente per riporre la lente di ingrandimento su di lui.
COME INTERPRETARE SHERYL
Meno comprensibile è la sottotrama inerente Sheryl, non tanto per la sua valenza all’interno della narrazione. La sua collaborazione con Leland è infatti ormai sempre più lampante. Quanto più che altro per capire se l’intero focus sul dualismo millennials/boomer, sul potere degli influencer e sull’utilizzo di criptovalute sia in realtà una qualche forma di critica sociale, oppure un qualcosa di utile all’effettivo avanzare dello show. La svolta da antagonista di Sheryl è stata nella scorsa stagione troppo netta per non avere ripercussioni sul breve. Vero è anche che spesso e volentieri i King tendono a smorzare prepotentemente importanti svolte messe in campo da loro stessi.
In questo momento la mamma di Kristen è oggettivamente relegata in un angolo (tanto da non accorgersi che il suo idolo dentro il barattolo sia stato buttato nel bagno), sembra quasi sia unicamente utilizzata, tramite il lavoro datole da Leland, per rendere palesi spaccati di attualità.
Spaccati di attualità non proprio felicissimi gestiti e incoraggiati da forze maligne travestite da aziende e lobby. Chiunque abbia letto Dylan Dog sa che non ci si trova di fronte ad una scelta propriamente originale.
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Episodio godibilissimo, più lineare di altri per certi versi, ma comunque sempre magnificamente inconcludente. Sicuramente alimenta la voglia di andare avanti.
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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.