Expats 1×03 – Mid-LevelsTEMPO DI LETTURA 3 min

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Expats 1x03 recensioneAnche in questo terzo episodio, Expats dedica il titolo ad un quartiere di Hong Kong. Stavolta tocca a Mid-Levels. Dovrebbe essere quello in cui si trova l’immensa e scenografica scala mobile delle scene iniziali con Mercy.
La narrazione procede con il solito passo lento, con lunghi silenzi. Allo spettatore occidentale medio di solito danno un effetto di algido distacco, ma sono perfettamente in linea con lo stile orientale. Basta guardare, per rendersene conto, un film come Past Lives. Registi come Woody Allen ed Éric Rohmer hanno invece trattato gli stessi temi riempiendo tutto il minutaggio di dialoghi fra persone che parlano a raffica.
Nell’episodio in oggetto, comunque, dall’ovattata perfezione di ambienti eleganti e vite di lusso riescono a spuntare momenti di emozioni sincere. Il pubblico può così provare un minimo di empatia, per quanto non sembri essere una massima priorità dello show.

DAVID, HILLARY E MERCY


La simpatia e comprensione dello spettatore se la conquista soprattutto Hillary, per come reagisce ai tradimenti del marito David. Vederla buttare i vestiti del fedifrago fuori dalla finestra è una soddisfazione innegabile. Per quanto, prevedibilmente, passi poi la serva devota Puri a raccoglierli dalla strada.
David, in questa puntata, dà il peggio di sé. Ognuno, si sa, reagisce a modo suo ad un evento traumatico come la scomparsa improvvisa di un bambino. Tanto più, quando le ore e i giorni passano, non si hanno notizie e le probabilità di una tragedia definitiva aumentano. La scena in camera da letto con la giovane amante, però, è quanto meno bizzarra, per non dire fuori luogo e disturbante. Meglio tacere poi sull’escamotage narrativo grazie al quale la moglie viene a sapere del tradimento. Trucco degno del peggior romanzo sentimentale a buon prezzo dell’Ottocento.
Secondo shock: la giovane amante in questione, che lui chiama “Bunny” è Mercy. Un intreccio tortuoso fra le vite dei personaggi principali da cui non può nascere nulla di buono.

UNA SERATA FRA AMICHE


La sua relazione con un uomo è poi il motivo per cui Mercy se ne va dal locale in cui è stata invitata dalla nuova amica conosciuta in metropolitana. Si è accorta che è un bar dedicato alla comunità lgbt+. Peccato, perché la musica suonata nel locale fornisce un contributo importante alla colonna sonora dell’episodio, molto più centrale rispetto ai precedenti.
Alla fine della puntata, in totale, nessuno dei tre vertici del doloroso triangolo ha raggiunto una soluzione. Hillary, anche solo per non sentirsi abbandonata, vorrebbe riprovarci col marito, ma lui non sembra propenso. Mercy è in alto mare pure lei, tra i suoi sensi di colpa e una famiglia per niente disposta a supportarla (vedere telefonata alla madre). Si vedrà, ma gli sviluppi futuri non sembrano particolarmente rosei.

INDAGINI IN CORSO


In tutto questo, procedono anche le indagini sulla scomparsa del piccolo Gus. Margaret sospetta di Christopher, il vicino sempre a spasso col cane, trovato morto alla fine dell’episodio pilota.
Nicole Kidman rappresenta efficacemente la disperazione di una madre che non si vuole arrendere. Fino al punto di farsi venire le ossessioni e di fotografare ogni “segno particolare” degli altri due figli per poterli, eventualmente, identificare con maggiore facilità.
Proprio nelle ultime scene, la famiglia Woo riceve dalla polizia la comunicazione del ritrovamento del cadavere di un bambino. Margaret e il marito vengono invitati a procedere al riconoscimento. Al momento non si sa ancora se è il loro figlio, ma i pronostici non sono buoni.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Hillary
  • Colonna sonora
  • Eleganza dell’ambientazione
  • David
  • Fin troppo algido distacco di scene e narrazione
  • Stratagemmi da romanzaccio ottocentesco di poco prezzo

 

Il desiderio di sapere la verità, unito all’eleganza dei dettagli, spinge dunque a continuare la visione. Per il resto, il tono generale della narrazione non devia dal suo binario. Un po’ come diceva Umberto Eco a proposito del suo romanzo Il Nome della Rosa, chi non è in grado di salire all’abbazia resti al piano. Chi si cimenta nella scalata di Expats, invece, viene premiato da qualche raro ma intenso momento dove emergono i sentimenti veri, quelli più profondi dei personaggi.

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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).

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