“Well, amigo, if you, me, and Bud Krogh are the last honorable men in DC then you’ve got to take a real hard look at what honor’s worth these days. I’m going to cooperate with the prosecution”
Lo scandalo del Watergate è uno degli eventi socio-politici più noti degli ultimi 50 anni. Dopo decine di film, libri, documentari e miniserie, era difficile immaginare di poter fruire di un prodotto in grado di arricchire ulteriormente il racconto delle vicende che portarono alle dimissioni di Richard Nixon. La scelta di rendere protagonisti gli stagnari i protagonisti della storia ha pagato i dividendi sperati.
Se del Watergate, di Woodward, Bernstein, Ehrlichman, Mitchell, Nixon e John Dean il pubblico conosce tutto, nuovi punti di vista potevano essere forniti su G. Gordon Liddy ed E. Howard Hunt.
In particolare, al netto dell’eccentrica ed efficace interpretazione di Justin Theroux, è possibile affermare che il vero protagonista sia stato Hunt. Anzi, la famiglia Hunt. Un intero nucleo familiare distrutto a causa delle paranoie di un Capo di Stato e al desiderio di rivalsa del capofamiglia, un agente della CIA caduto in disgrazia e convinto di aver subito un grave torto da un Presidente poco coraggioso, ossia Kennedy.
Al netto delle vicende politiche e degli scassinamenti, White House Plumbers ha raccontato con sapienza lo sfaldamento di una tipica famiglia americana.
L’INUTILE LEALTÀ
Nel corso del quarto episodio, McCord dice a Dorothy Hunt che la causa politica dell’amministrazione Nixon è giusta e corretta, ma gli uomini che la devono perseguire erano spietati e interessati solo al potere. Nel corso di questo finale, l’obiettivo principale dello show è stato proprio quello di mostrare quanto inutile e insensata fosse la lealtà nei confronti di persone che danno valore soltanto al proprio beneficio personale.
Nella coppia degli stagnari, Liddy era sicuramente il più devoto nei confronti del proprio lavoro e della lotta contro la sinistra. Hunt, pur condividendo molte delle convinzioni del suo partner, ha vissuto un sempre crescente senso di malessere per le conseguenze delle sue azioni su moglie e figli.
Nel corso del finale, il comportamento dei due protagonisti ha vissuto una netta divergenza. Mentre Liddy rivendica con orgoglio l’incarcerazione e il suo silenzio, Hunt è attonito mentre realizza di aver perso tutto. Per di più, tutto ciò a causa di un’elezione contro uno sfidante che ha vinto in 2 Stati su 50.
LA TRISTE E TRAGICA FINE DI UNA FARSA
Hunt e Liddy hanno scelto, per molto tempo, di rimanere fedeli all’amministrazione Nixon e di non collaborare con l’accusa. Liddy, come detto in precedenza, non ha dato segno di aver provato rimorso nei confronti di questa scelta. Al contrario, Hunt ha vissuto un forte tormento interno, soprattutto a causa dell’abbandono dei propri figli.
Per di più, durante il suo soggiorno in carcere, Hunt ha avuto la possibilità di vedere l’evolversi delle vite di chi ha collaborato con la giustizia. Sia McCord che John Dean sono uomini liberi, e Dean è anche entrato nel circuito delle conferenze nelle università e degli show televisivi. Chi credeva davvero nella missione conservatrice ed è rimasto fedele, invece, ha perso tutto e non ha ottenuto nulla. Quando Hunt decide di collaborare, infatti, nessuno è più interessato ad ascoltare la sua versione.
Nelle prime puntate dello show, la natura tragicomica era prevalente su tutti gli altri aspetti. Gli ultimi due episodi, invece, hanno assunto un tono più drammatico. Come spesso ricordato, Nixon avrebbe vinto in ogni caso. Gli eventi del Watergate, dunque, hanno una profonda natura farsesca. Tuttavia, si tratta comunque di un attacco contro il sistema democratico con conseguenze gravi per chi lo ha compiuto. Come Hunt e Liddy. Ma non per chi lo ha ordinato.
DOV’ERI IL 22 NOVEMBRE 1963?
Prima di concludere la recensione di questa apprezzabile miniserie, l’ultimo paragrafo non può che essere dedicato a un tema spesso menzionato: l’omicidio Kennedy. Per anni, Hunt è stato indicato dai cospirazionisti come uno dei Three Tramps, ossia dei 3 uomini che sono stati fotografati mentre la polizia li scortava fuori dal luogo dell’omicidio a Dallas.
Una volta uscito dal carcere, Hunt ha fatto causa a giornalisti e scrittori che lo descrivevano come coinvolto nell’assassinio di JFK. Tuttavia, poco dopo la sua morte, nel 2007 i figli Saint John e David inviarono alla rivista Rolling Stone scritti e registrazioni audio in cui Hunt parrebbe ammettere il coinvolgimento nell’omicidio del Presidente. Per di più, erano presenti riferimenti anche a Lyndon Johnson, il Vicepresidente di Kennedy.
In ogni caso, dopo attenta analisi, tutti i principali media statunitensi determinarono che i due figli di Hunt estorsero la confessione al padre – che era gravemente malato – per ottenere un ritorno economico. Una vicenda familiare assolutamente spiacevole, ma perfettamente in linea con la tragedia della famiglia Hunt mostrata nel corso di queste 5 puntate.
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White House Plumbers ha mostrato la dimensione farsesca e i tragici esiti di un tentativo di spionaggio che non ha portato alcun vantaggio politico. Dopo 3 puntate di buon livello, i due episodi conclusivi hanno alzato significativamente il livello. La conclusione di questa miniserie non può che ottenere la nostra benedizione.
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Romano, studente di scienze politiche, appassionato di serie tv crime. Più il mistero è intricato, meglio è. Cerco di dimenticare di essere anche tifoso della Roma.