The Blacklist 10×15 – The Hat TrickTEMPO DI LETTURA 4 min

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recensione The Blacklist 10x15In realtà, nell’episodio in oggetto, non ci sono né prestigiatori né conigli pronti a saltar fuori dal cilindro.
Ci sono principalmente le mosse e contromosse, congegnate da tre potenti personaggi per intascare quanti più soldi possibile e da Red, per smascherarli e consegnarli alla giustizia.
Scopo finale: fare “pulizia” nel consiglio d’amministrazione di una ONG per la salvaguardia dell’ambiente, a cui il Concierge del Crimine vuole fare una donazione da oltre 52 milioni di dollari. D’altronde lui l’ha sempre detto: un pilastro della sua attività, anzi il segreto della sua sopravvivenza, è conoscere molto bene ogni dettaglio della vita delle persone con cui ha a che fare.
Tutta l’operazione, inoltre, ha dei risvolti secondari molto interessanti, quasi meglio del tema principale, di cui si parlerà più avanti.

CASI FIN TROPPO SEMPLICI (O FORSE NO)


In realtà, le indagini della Task Force iniziano come tre filoni separati. Si capisce alla fine come siano tutti pezzi di un unico puzzle, quando tutti gli elementi si combinano.
La soluzione di ciascuno dei tre casi arriva fin troppo in fretta. Cooper e i suoi uomini sono i primi a lamentarsi di avere a che fare con casi troppo semplici, almeno per lo standard a cui Red li ha abituati. Nemmeno i personaggi coinvolti vengono particolarmente approfonditi.
Gli sceneggiatori, a quanto pare, hanno voluto assicurarsi di avere il tempo per far procedere la trama orizzontale, in preparazione al gran finale della serie. Scelta saggia.
Per esempio, si aggiunge un nuovo tassello alle vicende di Jonathan dell’Anonima Narcotici, a cui Ressler fa da sponsor lungo il cammino di riabilitazione in dodici passi. Cresce la curiosità di vedere quale ruolo avrà questo personaggio negli episodi futuri. Per arricchire il ruolo di Diego Klattenhoff, infatti, c’è già la regia dell’episodio 10×18.

UN INTERMEZZO IMPORTANTE


Una sottolineatura specifica merita il momento nell’immagine. Red incontra una ragazza, la cui vita già difficile è peggiorata ulteriormente quando i genitori sono stati messi in prigione con lunghe condanne.
Il senatore Hudson, quello che sta indagando sulla Task Force, sentendosi responsabile della condanna dei due, da allora cerca di seguire e aiutare la giovane, per quanto da lontano. Questo dettaglio è bellissimo. Innanzitutto conferisce spessore al personaggio del senatore. Come, nello scorso episodio, The Nowhere Bride era una vittima, prima di essere una truffatrice, così “il nemico” ha qui un lato buono e sensibile.
Interessante è poi stabilire un parallelo con quanto fatto dal Concierge del Crimine con Lizzie e da Lizzie stessa nella seconda stagione. All’epoca, lei istituì una borsa di studio per la figlia dell’Harbormaster che aveva ucciso. La storia si ripete e, forse, anche in questo caso resterà “solo un bel gesto”, senza turbare il clima cupo dello show.

DULCIS IN FUNDO


Il risultato più significativo di tutta questa somma di piccole indagini è comunque l’incontro tanto sospirato dal pubblico: quello tra Red e Dembé, dopo tanto tempo.
La rimpatriata tra vecchi amici scalda veramente il cuore. I due non si prendono troppo sul serio, scherzano sull’età che avanza (forse uno dei motivi per cui è stata decisa la conclusione dello show). Basta però un “I miss us” di Red, altamente condiviso da tutti gli spettatori, per commentare tutto quanto in pochi secondi.
Dembé coglie anche l’occasione per chiedere all’amico se il suo desiderio di donare una somma così cospicua in beneficienza non derivi da un peggiorare della sua malattia. Non se ne era più parlato e, quindi, l’agente Zuma interpreta anche qui i desideri dello spettatore. Red assicura di no e bisogna stare a questa risposta.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • L’introduzione della giovane che il senatore Hudson segue
  • Incontro Red – Dembé
  • Casi di giornata trattati in modo frettoloso

 

Il discorso contro chi “va in rovina per la smania di guadagnare un dollaro in più”, in bocca al Concierge del Crimine fa un effetto decisamente bizzarro. Se interpretato riferendolo alla serie stessa ha un suo senso. The Blacklist, infatti, garantisce ottimi incassi per Netflix e Sony, ma meglio concluderla con dignità.
Al di là di questo, c’è un episodio ritmato, dove tante piccole cose, alla fine, quadrano e la trama orizzontale ha fatto qualche passo microscopico.
L’incontro tra Red e Dembé basta quasi da solo ad alzare il voto: il pubblico lo desiderava da troppo tempo.

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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).

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