Questa lunga season premiere divisa in due parti e iniziata con “I Hear The Train A-Comin” prosegue. Come era facile aspettarsi d’altronde, nel peggiore dei modi, con una puntata disastrosa sotto molteplici punti di vista. La serie di casa Fx è giunta, trascinandosi faticosamente, alla sua ultima stagione ma non si è mai ripresa dal passaggio di consegne da Kurt Sutter a Elgin James e tutti i problemi riscontrati episodio dopo episodio sono figli di questo infausto evento.
COSA NON FUNZIONA
A voler essere brevi si potrebbe dire semplicemente tutto, ma andando nello specifico si può iniziare con l’ex leader degli spietati Los Olvidados, organizzazione ribelle che combatteva con successo lo strapotere del Cartello di Galindo e non solo, che è stata ridotta a semplice galoppina del Cartello gestito da Soledad; infatti Adelita, uno dei pochi character interessanti che la serie aveva tirato fuori, è stata decostruita pezzo dopo pezzo, trauma dopo trauma, fino a farla diventare un personaggio piatto e di secondo piano, almeno per ora. Che peccato.
La gestione del parco personaggi rimane uno dei problemi fondamentali della serie e lo si vede con l’ennesima rinascita criminale di Miguel Galindo, personaggio di cui si è oltremodo abusato a dire il vero, e il ritorno di Emily in formato famiglia del Cartello, ritorno completamente inutile.
Come se non bastasse Elgin James tira fuori dal cilindro l’ennesimo charter rivale, gli Iron War, motociclisti sì, ma in realtà poliziotti. Sinceramente non si capisce il senso di questa scelta visto che non ci sarà il tempo materiale per approfondirli a dovere, condannando già i vari personaggi a entrare nella lunghissima lista di comparse, non degne di nota, che hanno affollato queste cinque stagioni di Mayans M.C.
COSA RIMANE
A ben vedere allora rimane poco da salvare e qualcosa la possono offrire due personaggi in prima linea nella guerra tra Mayans e Sons Of Anarchy. Il leader dei Sons, vecchia conoscenza di Coco, con il suo modo di fare folle, spietato e oltre le righe ha sicuramente un suo fascino e porta un pò di vitalità all’interno dello show.
Forse in qualche frangente si rischia di scadere nel macchiettistico, ma visto la moria di personaggi interessanti bisogna anche accontentarsi. Discorso a parte merita invece Ez che da quando è diventato Presidente del club ha sbagliato tutto quello che poteva sbagliare e con la sua inesperienza sta portando il charter verso la disfatta totale.
Questa situazione, se gestita al meglio, può rappresentare una grande opportunità a livello narrativo, visto che il club di Santo Padre è ormai arrivato al suo punto più basso e quindi si può decidere sia di farlo risalire, magari movimentando un po’ la guerra in atto, sia di farlo sprofondare completamente, trascinando Ez e soci verso una sconfitta e una morte certa. Entrambi gli scenari sarebbero interessanti da seguire, l’importante è che si superi l’attuale impasse narrativa.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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L’ennesimo episodio deludente per una serie che arrivata alla fine non sembra riuscire a risollevarsi, ritornando ai buoni livelli che era riuscita a raggiungere nelle prime stagioni. Pur con qualche spunto interessante, la puntata è pesantemente penalizzata da una gestione approssimativa e superficiale di gran parte dei personaggi, motivo per cui si opta ancora una volta per una valutazione insufficiente. Purtroppo lo show di casa FX sembra essere sul punto di non ritorno a livello qualitativo, salvo improvvise svolte narrative che si spera ci siano, prima o poi.
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Venera due antiche divinità: Sergio Leone e Gian Maria Volontè.
Lostiano intransigente, zerocalcariano, il suo spirito guida è un mix tra Alessandro Barbero e Franco Battiato.