recensione Furiosa: A Mad Max Saga
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Furiosa: A Mad Max Saga

George Miller sorprende in positivo con un film che, pur non essendo esente da difetti dal punto di vista della sceneggiatura, diverte e intrattiene grazie ad una grandiosa Anya Taylor-Joy, un buon ritmo e un'ottima CGI.

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Ultimo capitolo dell’universo narrativo creato da George Miller. Un po’ origin stories e un po’ spin-off, Furiosa vive principalmente dell’hype generato dal precedente film della saga con l’aggiunta però di un ulteriore approfondimento psicologico del personaggio di Furiosa e di una consapevolezza maggiore delle proprie capacità narrative.

“Dalla mente geniale” di George Miller (così cita il trailer, non è una citazione nostra) e direttamente dalla recente première del Festival di Cannes, ecco sbarcare anche sugli schermi italiani Furiosa: A Mad Max Saga, ulteriore capitolo dell’epica narrativa post-apocalittica creata dal regista australiano.
Un prequel e spin-off a tema “origin” insieme dedicato al character che, nella pellicola precedente era interpretata da Charlize Theron e che qui viene interpretata da giovane dalla carismatica e ipnotica Anya Taylor-Joy, vero e proprio punto di forza di tutta la pellicola. Pellicola che da un lato riprende il percorso tematico e stilistico intrapreso da Miller nei capitoli precedenti (ciascuno molto diverso dall’altro e ognuno “figlio del proprio tempo”) ma non rinunciando, anche in questo caso, a cercare una sua strada personale e con una voglia di rimanere al passo con i tempi ed essere innovativa. Scelta che ha dell’incredibile se si pensa che è tratta dell’opera di un regista che ha più di 80 anni.

CHI È FURIOSA?


La vicenda si pone in un’epoca che fa praticamente da “ponte” fra la “vecchia” saga anni ’80 di Mad Max: l’ambientazione iniziale e la città di Gastown sembrano uscire direttamente da Thunderdome mentre il finale si ricollega comunque al precedente film Fury Road.
In mezzo a queste due “epoche” si snoda la vicenda della giovane Furiosa, cresciuta nella Terra dell’Abbondanza (l’unica oasi verde in pieno deserto australiano ma, per qualche oscura ragione, invisibile a molti) che da bambina viene rapita da una banda di motociclisti tamarri al soldo del misterioso Dementus (un istrionico e sorprendente Chris Hemsworth, in una chiara auto-parodia del suo character marvelliano). Da qui inizia la sua personale “odissea” (termine usato, non a caso, anche nel trailer) che la porterà a diventare una delle predilette di Immortan Joe (Lachy Hulme) e a guidare, da adulta, la rivolta contro di lui.
Il film segue il coming-of-age di Furiosa in maniera molto approfondita e stratificata, molto di più di quanto non era stato fatto per Fury Road, che da questo punto di vista era parso ben più piatto.
Il percorso di formazione di Furiosa, diviso in vari capitoli, si connota come una vera e propria “favola” epica, con tanto di rimandi ed echi visivi e simbolici a tutta una tradizione di storytelling occidentale che vanno dal Paradiso Perduto a Il Re Leone, per cui Furiosa, alla fine della pellicola e dopo varie peripezie, diventa veramente l’eroina a tutto tondo che il grande pubblico aveva già conosciuto nel precedente capitolo.

“THE QUESTION IS… DO YOU HAVE IT IN YOU TO MAKE IT EPIC?”


In tutto questo George Miller non rinuncia comunque al suo stile iconico e ad una regia che si potrebbe quasi definire schizofrenica, per cui ogni singola scena è condita dal rumore di motori roboanti (quasi del tutto assente la colonna sonora) e in generale fa della velocità il proprio mantra (cosicché il film scorre velocemente nonostante i suoi ben 148′) anche con le inquadrature e i cambi di scena.
È altresì vero che sono presenti numerosi buchi di sceneggiatura e soluzioni fin troppo “facilone” per fare andare avanti la trama in una certa direzione, ma nel caso di Miller quelli che, normalmente sarebbero ascrivibili come difetti, si trasformano in pregi per rendere il tutto più epico e affabulatorio per lo spettatore.
L’uso di uno stile retorico e ridondante in questo caso non è per un bisogno di auto-spiegazione (per charire: non c’è il pericolo di ottenere solo degli “spiegoni”) ma proprio per presentare in maniera più elementare possibile la storia e al contempo rendere il tutto il più accessibile possibile. Soprattutto per coloro che non hanno visto il precedente capitolo, per cui Furiosa può essere tranquillamente usufruibile anche senza il ripasso della saga. Non c’è dunque il “rischio di paragone”, dal momento che entrambe le pellicole sono, a modo loro, entrambe epiche.

CONCLUSIONI


E con questo dunque vengono tolti definitivamente i dubbi se la pellicola sia più o meno degna della precedente (bisognerà poi vedere se Miller ha in mente altri capitoli). Per il momento si può quindi dire che il film sia una degna opera milleriana che fa della spettacolarità e degli effetti visivi i propri punti di forza a cui si aggiunge anche una storyline forte e un’eroina femminile finalmente carismatica, ma non esente da difetti, cosa che la renderebbe fin troppo bidimensionale (e nel cinema action si sa quanto questa sia una cosa più unica che rara).
Si tratta dunque dell’ennesima prova spettacolare di una saga che si contraddistingue per la sua “semplicità” di rappresentazione, non tanto per la modestia dei suoi mezzi (che, al contrario, qui diventano molto spettacolari e la visione in sala è stra-consigliata per goderseli al meglio), quanto per il sapiente uso di uno storytelling che si rifà ai grandi classici peplum della Hollywood classica, di cui Miller è il geniale prosecutore e profeta in questo terzo millennio.


C’è poco o altro da aggiungere ad una pellicola che è stata fin da subito fra le più attese di questa stagione e che ha soddisfatto pienamente le aspettative.
Il consiglio è di andare al cinema senza filtri (soprattutto quelli del precedente capitolo) e sospendere la propria incredulità lasciandosi trasportare da questa storia che è intrisa di ambientalismo, femminismo e una passione spasmodica per i motori e gli scenari selvaggi e incontaminati.

 

TITOLO ORIGINALE: Furiosa: A Mad Max Saga
REGIA: George Miller
SCENEGGIATURA: George Miller, Nico Lathouris

INTERPRETI: Anya Taylor-Joy, Chris Hemsworth, Lachy Hulme, Tom Burke, Nathan Jones, Josh Helman, Angus Sampson  
DISTRIBUZIONE: Warner Bros Pictures
DURATA: 148′
ORIGINE: USA-Australia, 2024
DATA DI USCITA: 23/05/2024

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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!

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