Good Omens 2×06 – Every DayTEMPO DI LETTURA 3 min

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Good Omens 2x06 RecensioneQuasi sfacciato questo finale di una stagione che letterariamente non esiste. Non c’è un libro da cui attingere la storia, ma soltanto una prima stagione da cui spremere quanto di buono è stato mostrato a livello scenico. Ci sono due attori di livello altissimo come David Tennant e Michael Sheen, ma anche Jon Hamm, Shearsmith (che con Pemberton e Gatiss, comparsi qualche episodio fa, rimettono insieme la grande League Of Gentlemen).
Il risultato generale è un qualcosa di estremamente godibile da guardare ma che, mentre vi si assiste, porta a chiedersi “cosa sto guardando e perché”.

LE MALEDETTE SHIP


La storia raccontata in questa seconda stagione ha al suo centro le dinamiche di coppia, il concetto di coppia improbabile, di amicizia che travalica confini invalicabili. Fino alla formazione di una coppia completamente random, per cui non c’era nessun tipo di aspettativa, che va a creare una ripetizione con la coppia di protagonisti che a sua volta, e a quel punto, non aveva bisogno di essere consolidata come tale. Le due tizie che vanno da Crowley a dire che non possono iniziare subito una relazione ma che lui deve andare da Azraphel e pomiciarci è un finale che nessuno si meritava. Tutto questo però avviene con un nostalgico e malinconico David Tennant che nel finale guarda da lontano, immagine che avrà scaldato i cuori di tantissimi fan di Doctor Who (i riferimenti e le strizzate d’occhio in queste sei puntate sono lanciate con il secchio).
Al contempo, Azraphel riceve una promozione tanto a caso quanto utile a suggellare al massimo un esempio narrativo di Deus Ex Machina. La separazione tra i due, per scelte di vita e di carriera, rappresentano un perfetto finale da comedy. Ciò che funzionava bene tra i due protagonisti però era quell’alchimia proibita, dico-non dico, esplicitare il tutto così (con il suggerimento di una barista e di una venditrice di dischi) ha appiattito e reso manifesto il tutto. Viene quasi da augurarsi che non ci sia mai una terza stagione, malgrado il finale quasi sospeso.

I MALEDETTI SPIEGONI


Intrattiene decisamente tutta la porzione di episodio in cui vengono sciolti i misteri che hanno accompagnato lo spettatore per questa breve stagione. Il flashback riguardante Gabriel, vero e proprio assolo di Jon Hamm, è tenero e godibile allo stesso tempo, eppure semplicistico e immotivato. La sua love story con Belzebù arriva dal nulla, quasi come soluzione utile ad accelerare la ship tra Crowley e Azraphel. La spiegazione della canzone ricorrente, del pub in cui tale canzone viene riproposta a raffica, il semplice happy ending della coppia, a lasciare interdetto sia lo schieramento infernale che quello celeste: tutto troppo rapido, utile solo a sottolineare l’ovvio.
Il flashback con il rifiuto di Gabriel di un secondo Armageddon rappresenta da un lato l’inizio del mega spiegone che compone questo episodio, dall’altro evidenzia ulteriormente il carattere ambiguo di entità che ambigue non dovrebbero essere.

ATTORI MALEDETTAMENTE BRAVI


Ovviamente tutto questo raccontare cose di cui non c’era bisogno è possibile quando si assiste volentieri al lavoro degli interpreti. Come già detto, se si presenta gran parte del gotha televisivo britannico e statunitense, talvolta ciò che tali attori recitano è quasi irrilevante.
Immondizia televisiva in questi anni se ne è vista molta, ma ciò che contribuisce neanche poco a tale giudizio è semplicemente anche una fattura poco curata. Good Omens dimostra che realizzando bene un qualcosa la trama può passare in secondo piano. Se attori, scrittori e registi si divertono, poi si diverte anche lo spettatore. Il fanatico televisivo può storcere il naso, essere poco soddisfatto, ma difficilmente disprezzerà totalmente quanto visto. Così come difficilmente guarderà la barra del minutaggio per capire quanto manca alla fine.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • La storia tra Gabriel e Belzebù è anche un po’ tenera…
  • Interpretazioni varie degli attori
  • Derek Jacobi (che comunque anche lui è un po’ deus ex machina)
  • …ma deus ex machina totale e anche un po’ gratuito
  • Esplicitazione dell'”us” tra i due protagonisti
  • Nina e Maggie che per giunta diventano loro stesse deus ex machina

 

Superata la barriera dell’opera letteraria, a questo punto che venga fatta anche una terza stagione. Se divertissement deve essere, che lo sia fino in fondo.

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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.

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