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Inside No.9 8×02 – Mother’s RuinTEMPO DI LETTURA 3 min

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Può mai essere possibile che uno show con puntate tutte con la stessa impostazione non stanchi nemmeno arrivati all’ottava e ultima stagione? A dire la verità, questa cosa che “dopo questa stagione basta” lascia un po’ disorientati.
Proprio il fatto che fondamentalmente sia una serie che si sarebbe potuta concludere in qualsiasi momento rende anche straniante che possa esistere una stagione finale. Viene da dire “ma perché?“. Come se lo spettatore avesse abbracciato la “monotonia narrativa” che Pemberton e Shaersmith portano in scena, come se veramente si potesse continuare all’infinito.

ELEMENTI RICORRENTI DI INSIDE NO. 9


“Mother’s Ruin” è esattamente l’esempio di episodio che, in piena “monotonia narrativa”, intrattiene e parla allo spettatore con un linguaggio estremamente familiare.
Ci sono tutti gli elementi classici di Inside No.9: storie passate che vengono svelate un po’ alla volta, crudezza, i due protagonisti (e autori) con personalità contrapposte (uno freddo e cinico, l’altro bonaccione e ingenuo), elementi sovrannaturali, violenza e momenti splatter, la struttura “a bottiglia” che più classica non si può, numero ristretto di personaggi che però aumenta solo nella seconda parte di episodio.
Se si pensa che l’inizio con due intrusi dentro una casa ricorda addirittura lo storico secondo episodio con i ladri, si capisce che la serie non teme di stancare lo spettatore. Forse gli autori temono di finire le idee, ed è assolutamente un qualcosa di legittimo se si considera che il loro esercizio di stile, come detto, può essere praticamente infinito. Tanto infinito che potrebbero rimanerci intrappolati dentro.

COLPO DI SCENA MULTISTRATO


Non può ovviamente mancare anche il colpo di scena: ovvero ciò che definisce totalmente Inside No.9. In questo caso, sempre ad evidenziare la summa artistica dell’opera, il colpo di scena non è unico alla fine, ma è rappresentato da una concatenazione di sorprese (telefonate o meno) che mantengono comunque viva l’attenzione fino all’ultimo.
Si parte non sapendo chi siano i due intrusi, si arriva a capire abbastanza presto che sono fratelli. Prima cosa non scontata che coglie un po’ di sorpresa: si sono introdotti in una casa per atti di negromanzia. Segue il tentativo fratricida. Poi il ritorno dei padroni di casa. Poi si scopre che i padroni di casa erano criminali tanto quanto i genitori dei due protagonisti. Poi che sono anche dei feroci assassini. Colpo di scena in cui viene tagliato un piede e non un dito. Il personaggio di Shearsmith pare sia stato posseduto dalla madre e svela un caso di corna. Poi – sorpresa! – si scopre che era un inganno dopo l’omicidio a sorpresa anche quello, della moglie al marito (chissà se veramente era un fedifrago).
Infine, colpo di scena definitivo, arriva il pappagallo che parla con la voce della madre, anche se non si sa bene se è cosa vera o no.

BRILLANTE EFFETTO SCENICO


Tutto quello cui si è assistito, come detto, risponde perfettamente al modus operandi che lo spettatore si aspetta dopo 7 stagioni e qualcosa di Inside No.9. Ciò che sembra essere perseguito dagli autori, in questo caso specifico, è quello di rassicurare lo spettatore, mostrandogli quanto ha adorato in Inside in questi anni. Inutile tentare di stupire ulteriormente, considerando che ormai si conosce lo stile e si considera l’elemento sorpresa come ingrediente principale dello show.
Il colpo di scena, in quanto tale, sorprende ma contemporaneamente rassicura perché si sa che deve esserci. Ciò che rimane è la riuscitissima fattura scenica di un episodio completo, pieno di sangue, satanismo e brutta gente.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Fattura scenica
  • Sangue e piedi tagliati
  • Il pappagallo
  • Colpo di scena concatenato
  • Negromanzia e vino per terra
  • Niente di rilevante

 

Forse non un episodio perfetto, ma la dimostrazione che lo show è invecchiato veramente bene e forse sta arrivando a conclusione al momento giusto. Per questo il Bless è anche una specie di premio.

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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.

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