La nuova serie targata Apple Tv+, ideata da Simon Kinberg e David Weil, ha avuto, fin da subito, tutte le carte in regola per essere la miglior serie dell’anno: soggetto intrigante, un team creativo esperto, una casa di produzione che può fornire un ampio budget e un comparto tecnico di valore. Una grande potenzialità fin qui inespressa che ha disdetto ogni buona aspettativa creatasi dai trailer lasciando, nel cuore degli spettatori, gran poche speranze nell’assistere alla serie che si immaginava.
Oltre quanto appena affermato, il main plot di Invasion, per ora, non ha nemmeno una vera e propria direzione, tanto che non si comprende la strada che la trama voglia intraprendere e qual sia il vero fine di questi attacchi di alieni. Non ci si può che porre molte domande meta-cinematografiche su questa invasione: si tratta di una critica a qualche aspetto della società? Si vogliono raccontare i sentimenti e le paure delle persone sotto eventi come questi? Oppure si vuole prendere la classica svolta caciarona ignorante americana? Per ora non si hanno risposte, nemmeno essendo arrivati al mid-season.
“My fellow Americans and fellow citizens of the world, this address is being broadcast in over 100 languages, across every continent. What I have to say to you is not something I was ever prepared to say. And I do not expect you to be prepared to hear it. As many of you know by now, we are suffering from inexplicable and seemingly unrelated incidents around the world, ranging from power outages, the destruction of communications, infrastructure and homes. We now believe these incidents are not unrelated, but, in fact, connected. Connected to signals received by event horizon telescopes around the world, all aimed at the sky, monitoring the stars and what may lay beyond. Today, I am here to tell you that we are not alone in the universe. What is being visited upon our Earth is not of our Earth. We do not yet know the purpose or the predisposition of this alien arrival. So I am hoping we can maintain our equanimity. And, more importantly our unity. Now, more than ever we must come together regardless of flag, faction, religion, or race. For we all belong to one race today. The human race.”
INVASION TIME
“Going Home”, senza ombra di dubbio, è tra i migliori episodi usciti fino ad ora, se non il migliore in assoluto. Non che sia successo nulla di troppo rilevante ma il fattore soap opera che aveva caratterizzato i precedenti episodi, in questo è ai minimi storici. Le storyline proseguono senza intoppi e finalmente le parole ‘Alieni’ ed ‘Invasione’ vengono esplicitamente pronunciate. Un grande passo in avanti per la trama, al contempo grande passo indietro per la sicurezza del mondo. Eccellente, tra le altre cose, la sequenza delle varie carrellate di reazioni dei vari personaggi all’annuncio in mondovisione della presidente degli USA che ha confermato il pericolo extraterrestre che l’umanità sta affrontando. Scena che conferma le potenzialità tecniche dello show come uno dei punti di forza ma che, purtroppo, vengono usate con parsimonia, quasi a voler nascondere le reali possibilità di Invasion per giocarsi il tutto per tutto negli ultimi episodi.
Si notano, in ogni cosa, sempre più analogie con la pandemia dovuta al Co-VID 19 con i continui rimandi a frasi, modo di dire, ed eventi che il mondo reale sta sperimentando dal 2019, infatti in Invasion si parla di: continui coprifuochi, una grande minaccia contro l’umanità per la quale bisogna restare uniti e qualcosa di esterno che infetta le persone. Spunti semplici e faciloni presi dalla realtà ma pur sempre affascinanti ed attuali.
MONTAGNE RUSSE
Come già accennato il tono della serie sembra essere cambiato infatti non si assiste, per la prima volta, ai tediosi ed inutili drammi della famiglia Malik, tanto che Aneesha diventa finalmente un character interessante. Il modo in cui i medici vengono “reclutati” e “costretti” a collaborare è sì comprensibile, ma allo stesso tempo estremamente drammatico in quanto questi vengono presi ed obbligati a collaborare attraverso la persuasione e, probabilmente, anche con la forza. Inoltre, il fatto che le persone possano essere infettate dagli alieni è l’ennesima possibile storia accattivante in cui la serie potrebbe puntare, sia per il lato da medical drama, tanto che per un potenziale lato horror dovuto alle conseguenze delle stesse infezioni.
Spostandosi in Gran Bretagna continua, lasciando i personaggi di contorno fermi ad aspettare aiuti, il viaggio verso la via del ritorno dei giovani ragazzi dispersi. Questa è decisamente la storyline più interessante tra tutte, tanto che questo Il Signore Delle Mosche moderno ma meno violento e con aloni di Sci-Fi, potrebbe rivelare altre sorprese interessanti.
D’altro canto, non si può dire la stessa cosa delle vicende che accadono sia in Giappone che in Afghanistan, entrambe caratterizzate da sottotrame prolisse tutt’altro che coinvolgenti, tanto che se ne potrebbe fare decisamente a meno. Mitsuki e Trevante non hanno carisma e spalle abbastanza grandi per poter essere incanalare un minimo di interesse nei momenti interamente dedicategli, difatti della prima si ricordano principalmente i continui drammi per quanto successo alla partner e poco altro, mentre per il secondo l’unica cosa rilevante è stata la fine del suo plotone causata dall’astronave aliena durante “Crash”, veramente troppo poco nell’economia di uno show che per ora non sta certo brillando.
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Invasion dall’essere una delle serie potenzialmente più interessanti dell’anno è passata ad essere una delle più anonime. Per ora Apple TV+ ha collezionato l’ennesimo passo falso.
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Detto anche Calendario Umano, si aggira nel sottobosco dei prodotti televisivi e cinematografici per trovare le migliori serie e i migliori film da recensire. Papà del RecenUpdate e Genitore 2 dei RecenAwards, entra in tackle in pochi ma accurati show per sfogarsi e dire la propria quando nessuno ne sente il bisogno.