Mayans MC 4×02 – Hymn Among The RuinsTEMPO DI LETTURA 3 min

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Mayans Mc 4x02 recensioneOgni secondo episodio di una stagione, per sua natura, è prettamente di transizione e questo non fa certo eccezione, anzi si è ecceduto in tal senso.
Dopo una buona season premiere, nonostante non muoia nessun personaggio principale nell’assedio che vedeva il club di Santo Padre in netta inferiorità numerica, la serie diretta Elgin James regala ai suoi spettatori un episodio lento e soporifero, quasi del tutto inutile per l’avanzamento della trama orizzontale.
Un peccato perché l’uscita in contemporanea delle prime due puntate poteva dare un buon sprint iniziale a questa quarta stagione, ma così non è stato.

FUCK, FUCK! x100


I primi quindici minuti della puntata sono caratterizzati dalla ripetizione del termine “fuck” giusto un centinaio di volte nei dialoghi di tutti i personaggi, un’esagerazione anche per un club di motociclisti, segno evidente che i dialoghi non sono stati scritti certo da un genio.
Ma al di là del lessico, a non convincere è la solita declinazione soap-operistica dello show, preminente da quando Kurt Sutter ha abbandonato la serie, con screen time mal impiegato tra i problemi famigliari di Coco, gli incontri sentimentali di Creeper, Ez che compra cani e così via.
Certo bisogna ammettere che almeno il ritorno al comando di Alvarèz, non più consigliere del Cartello di Galindo che sembra apparentemente dissolto, per quanto telefonato riporta un po’ di carisma all’interno del charter, nel quale certo non abbondano i character degni di nota.
A non convincere invece è il ritorno di Emily, personaggio che non è mai stato all’altezza della situazione e che si poteva sperare completasse la sua storyline nel finale della terza stagione: invece la si rivede non si sa dove di preciso mentre per sopravvivere fa la cameriera, situazione ovviamente destinata ad avere vita breve. Il character interpretato da Sarah Bolger avrà senza dubbio un ruolo importante anche in questa quarta stagione, purtroppo.

LA NOIA


“Prevedibile che il ritmo calerà di brutto a partire dal prossimo episodio”

Si sceglie di citare uno dei Thumbs down della recensione del primo episodio non tanto per onanismo intellettuale, ma per sottolineare quanto fosse facile prevedere l’esito di questo secondo appuntamento stagionale.
“Hymn Among The Ruins” è infatti caratterizzata da un ritmo narrativo estremamente lento che rende la visione molto impegnativa allo spettatore, senza contare che in fin dei conti, salvo qualche tiepido indizio per sviluppi futuri di trama, andando a stringere non succede praticamente nulla.
A far ben sperare è quanto visto all’interno dei Sons Of Anarchy, per un possibile coinvolgimento del charter guidato da Chibs che se sviluppato a dovere sarebbe molto interessante al di là dell’inevitabile fan-service.
Una cosa è certa, oltre il coinvolgimento dei Sons e il probabile ritorno di Adelita, lo show ha veramente bisogno di nuovi personaggi degni di tal nome, ovviamente scritti e approfonditi in maniera adeguata, a differenza di quanto fatto sino ad ora con tutti i personaggi secondari della serie.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Il ritorno di Alvarèz, anche se telefonato, riporta un po’ di carisma all’interno dei Mayans di Santo Padre
  • Possibile sviluppo di trama con i Sons Of Anarchy
  • Ritmo narrativo molto lento
  • Globalmente in pratica non succede nulla
  • I problemi famigliari di Coco? Anche no
  • Il ritorno di Emily
  • Anche Creeper scopre il lato soap-opera

 

Un episodio mediocre per lo show di casa FX che subito dilapida quanto di buono visto nel primo appuntamento stagionale, tanto per non dare false speranze agli irriducibili che ancora seguono la serie. Vi sono degli indizi interessanti su alcuni potenziali sviluppi di trama, ma la sensazione è questa quarta stagione seguirà il filone dei “motociclisti dal cuore d’oro” intrapreso nella precedente, sperando di essere prontamente smentiti. Nel frattempo la valutazione della puntata non può che essere insufficiente.

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Lostiano intransigente, zerocalcariano, il suo spirito guida è un mix tra Alessandro Barbero e Franco Battiato.

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