Questo ottavo appuntamento stagionale prende il titolo dalla canzone omonima di Colin Stetson che, non a caso, fa da sottofondo alla splendida cold open. Le immagini che rievocano la storia tra Gaby ed Ez sono in opposizione con la rappresaglia di un piccolo gruppo di Sons Of Anarchy contro un membro dei Mayans, segno evidente di come la realtà della serie sia cambiata.
IL PERCORSO DI EZ
Nel lontano 2019 andava in onda “Hunahpu“, splendido finale della seconda stagione, episodio importante per diversi motivi:
- l’ultima puntata in cui Kurt Sutter era ancora al timone della serie, uno show di tutt’altro livello;
- la scelta definitiva di Ez che diventa membro dei Mayans a tutti gli effetti e la fine del golden boy con l’uccisione di Dita;
- l’uccisione di un membro dei Sons Of Anarchy durante il massacro dei Vatos Malditos, casus belli dell’attuale guerra.
Con l’uccisione di Gaby nell’episodio precedente, Ez ha compiuto un ulteriore passo avanti nel suo percorso, abbracciando completamente la sua vita criminale e lasciandosi alla spalle ogni brandello di umanità.
Non stupisce allora se durante l’assalto ai SAMCRO il minore dei fratelli Reyes decida di uccidere anche Canche approfittando del caos, un‘ottima mossa per chiudere i conti del passato che conclude, almeno sulla carta, la lunga faida interna ai Mayans.
LA GUERRA TOTALE…
La guerra contro i Sons ha letteralmente salvato i Mayans: la divisione interna, dopo la sanguinosissima faida, forse li avrebbe portati all’autodistruzione, mentre in questo modo sono stati costretti a superare le divergenze e ricompattarsi per combattere, trovando un’insperata via d’uscita.
Senza dubbio la guerra totale tra Mayans e Sons Of Anarchy restituisce vitalità alla serie, con una narrazione molto più dinamica e diverse scene action d’impatto ben realizzate e che alzano l’asticella della puntata, rendendo la visione finalmente gradevole.
Lo scontro tra i due gruppi rivali storici rappresenta l’ultima grande carta che Elgin James poteva giocare per uscire dal baratro di “Beautiful con le motociclette” e, per ora, sembrano vedersi effettivamente i primi risultati positivi, nonostante le criticità rimangano e sono evidenti.
Risulta interessante anche il finale di puntata, dove la sorella di El Banquero sembra voler utilizzare Miguel Galindo per combattere la leadership del fratello all’interno del cartello, una situazione che se sfruttata a dovere potrebbe aprire a nuove soluzione narrative, recuperando il ruolo dei cartelli messicani all’interno della serie.
…MA CON SENTIMENTI
A costo di essere ripetitivi, bisogna sottolineare come la componente soap-operistica della storia sia sempre in agguato, con un abbondanza di sottotrame sentimentali e famigliari che riguarda un numero elevato di componenti dei Mayans.
Non si comprende la pessima gestione dei personaggi secondari come Felipe Reyey o Adelita: il primo, classico personaggio “osso duro”, è stato ridotto ad un anziano che piagnucola e si strugge in ogni momento; la seconda da leader dei Los Olvidados, organizzazione in grado di tener testa al Cartello di Galindo, adesso è una psicopatica emotivamente a pezzi . Due character con un passato molto interessante che erano tra i migliori dell’intera serie.
A non convincere, inoltre, è la volontà di far tornare in primo piano Emily, uno dei personaggi peggiori dello show che si sperava fosse definitivamente uscita di scena, ma a quanto pare James la pensa diversamente.
Piccola nota a margine, ma doverosa, sulla polizia: all’interno della serie non esiste. Adelita ha ucciso un ex agente in casa sua, fatto fuori anche il compagno e rapito un bambino, ma nessuno la cerca. I Fratelli Reyes hanno compiuto un agguato in pieno giorno all’interno di un ospedale, ucciso una guardia di sicurezza, rapito un’infermiera, poi scomparsa, il tutto quasi a volto scoperto. Ma nessuno li cerca, come se non esistessero telecamere.
Naturalmente si comprendono le esigenze autoriali ma qui le forzature narrative sono veramente troppe ed evidenti per far finta di niente, un maggior realismo non guasterebbe.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Finalmente un buon episodio per la serie di casa FX che dopo tante puntate insufficienti e mediocri batte un colpo. Al di là dei problemi cronici della serie, la guerra tra charter e un rimescolamento all’interno del cartello LNG fanno ben sperare per gli ultimi due appuntamenti stagionali. La valutazione è ampiamente positiva, sperando che non sia più un’eccezione all’interno di questa quarta stagione per ora abbastanza disastrosa.
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Venera due antiche divinità: Sergio Leone e Gian Maria Volontè.
Lostiano intransigente, zerocalcariano, il suo spirito guida è un mix tra Alessandro Barbero e Franco Battiato.