Nel finale della seconda stagione, Miguel Angel Felix Gallardo si era trasformato facilmente in un profeta quando aveva anticipato a Walt l’evoluzione del rapporto tra i vari cartelli. La pace non poteva durare a lungo, e così è stato.
L’attacco agli Arellano Felix da parte di Sinaloa è stato il primo punto di non ritorno dell’epoca post-Felix Gallardo. La pace tra Sinaloa e Tijuana diventa impossibile, e la guerra tra i due cartelli è solo all’inizio. Come previsto dall’ex capo della confederazione, chi può trarne vantaggio è Juarez che sta intensificando il rapporto con i colombiani di Calì e vuole rivoluzionare il mondo del narcotraffico, abbandonando l’integrazione verticale delle attività in favore di una supply chain composta da attività correlate ma indipendenti tra loro.
L’idillio tra i cartelli è durato poco meno di 3 puntate, proprio come previsto da Miguel Angel. L’escalation di violenza è impetuosa e porta subito a uno dei massacri più noti nella storia recente del Messico, se non altro per l’identità di una delle vittime accidentali. Questo massacro, tra l’altro, contribuirà alla fine di chi lo ha commesso e – paradossalmente – all’ascesa di quella che doveva essere la vittima. Il Chapo Guzman.
GUERRA IN AEROPORTO
Giunti oramai alla “sesta stagione” di Narcos – inteso come prodotto complessivo – gli spettatori hanno imparato quanto sia facile generare un vortice irrefrenabile di violenza. L’agguato contro la famiglia Arellano – ad opera del Chapo – è un punto di non ritorno. Gli uomini chiave del cartello di Sinaloa sono tagliati fuori dal mercato: per trasportare la merce fuori dal Messico, infatti, devono passare necessariamente attraverso Tijuana. La mancanza di prossimità al confine tra USA e Messico è una grande limitazione. La situazione per loro, però, migliorerà proprio grazie alle vittime di quell’agguato.
La famiglia Arellano vuole vendicare l’uccisione del marito di Enedina, e Benjamin incarica Ramon di uccidere il Chapo. La conseguenza di ciò è una delle stragi più note degli ultimi decenni in Messico, ossia l’uccisione di 7 persone presso l’aeroporto di Gudalajara. La notorietà è dovuta soprattutto alla presenza, nella lista delle vittime, di Juan Jesus Posadas Ocampo, arcivescovo messicano. Dato che la popolazione messicana è profondamente cattolica, non può rimanere indifferente di fronte all’uccisone di un pilastro della Chiesa Cattolica. La famiglia Arellano Felix, a causa di questo errore strategico, verrà probabilmente bandita dalla vita sociale della classe dirigente di Tijuana.
Fino a quel momento, come testimoniato dalle inchieste di Andrea, gli Arellano e le famiglie importanti della città hanno cooperato per arricchirsi e riciclare denaro, con la partecipazione del potente Hank Gonzalez. Dopo la strage in aeroporto, è improbabile che Benjamin e i genitori dei Narcojunior si faranno di nuovo vedere insieme in qualche club. Gli eventi in aeroporto potrebbero far cambiare idea anche a Walt: se una guerra tra Narcos entra nel vivo, potrebbe decidere di non andare a Chicago.
LA MOSSA DI JUAREZ
Chi ne approfitta immediatamente è Amado, a capo del cartello di Juarez.
Miguel Angel lo aveva previsto, Juarez era l’indiziato principale a diventare il cartello superiore rispetto agli altri. Amado fa la mossa giusta, sfruttando la morte di Pablo Escobar. Temporalmente, dunque, siamo in contemporanea con la 3° (deludente) stagione della serie tv originale. Non a caso, appaiono per la prima volta anche i fratelli Gilberto e Chepo Rodriguez Orejuela, che comandano il Cartello di Calì. Amado, peraltro, riprende l’idea di Felix, ossia farsi pagare in cocaina. In questo modo, il cartello non sarà solo il trasportatore designato dai colombiani, ma Il suo piano, però, non si limita a questo.
Approfittando anche della probabile esclusione degli Arellano Felix dai circoli influenti di Tijuana, Amado cerca anche di rafforzare il legame con il potentissimo Hank Gonzalez. La guerra tra Sinaloa e Tijuana può essere una grande opportunità per Juarez: mentre tutti (inclusi gli americani) guarderanno alla sanguinosa faida tra gli uomini del Chapo e quelli degli Arellano, il cartello di Amado potrà espandersi sottotraccia e diventare il partner di riferimento per gli imprenditori messicani e i vertici del PRI.
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La pace non poteva durare molto, e infatti è finita ben presto. La spirale di violenza è solo all’inizio.
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Romano, studente di scienze politiche, appassionato di serie tv crime. Più il mistero è intricato, meglio è. Cerco di dimenticare di essere anche tifoso della Roma.