Narcos: Mexico 2×10 – Free TradeTEMPO DI LETTURA 5 min

/
0
(0)
Iniziata in sordina e senza troppe pretese, la seconda stagione di “Narcos: Mexico” sfodera gli artigli negli episodi finali, alzando il livello generale dello show e risvegliando un narcotico (scusate il gioco di parole) Diego Luna.
Una delle differenze sostanziali tra “Narcos: Mexico” e la serie madre, come già stato accennato nelle precedenti recensioni, è, naturalmente, il divario tra Miguel Ángel Félix Gallardo e Pablo Escobar. Se pensiamo al narcotrafficante per eccellenza, il criminale colombiano è il primo nome che ci viene in mente. Il “mito” di Escobar, infatti, racchiude al suo interno tutte le accezioni che daremmo ad un vero boss della droga: egocentrico, folle, strafottente ed inarrestabile. Félix, dal canto suo, presenta solo alcune di queste caratteristiche ed in misura più moderata rispetto alla sua “nemesi”, così da risultare meno carismatico; in poche parole potremmo quasi definirlo un narcos di serie B. Questa impressione televisiva, però, non rispecchia assolutamente la sua carriera da jefe de jefes. Gallardo, infatti, era riuscito a creare la più grande e potente organizzazione criminale di tutto il Messico, controllando tutto il traffico e commercio di stupefacenti del territorio ed arrivando ad essere supportato dai più alti livelli del governo e della sicurezza nazionali. Mica bruscolini, insomma.
Come mai, allora, la vicenda di Félix Gallardo non ha avuto un impatto mediatico pari a quella di Escobar? Come mai, nonostante un evento importantissimo come l’uccisione di un agente della DEA, il nostro immaginario collettivo si focalizza solo su Pablo o, per quanto riguarda il Messico, su El Chapo? Il piccolo e grande schermo, inoltre, ci hanno privato della possibilità di conoscere meglio il narcos messicano, alimentando il successo e la fama di altri lords of drug, come, appunto, Escobar (“Narcos”, “Escobar: Paradise Lost”, “Loving Pablo”), El Chapo e George Jung (“Blow”). Félix Gallardo si distingue da questi criminali più famosi per il suo carattere più schivo, solitario, per il fatto di non essersi mai sentito legato a qualcosa o a qualcuno. Per Escobar la famiglia e la sua gente, i colombiani di Medellín, erano tutto: la loro stima, il loro appoggio, il loro affetto sono stati sia motore che fine ultimo delle sue azioni. Inutile nascondere il fatto che buona parte della popolazione amasse Pablo e lo rispettasse, nonostante tutto. Miguel Ángel, dal canto suo, ammette candidamente di non avere soci, ma dipendenti; vive arroccato sulle sue posizioni, senza considerare o rispettare l’opinione di nessun altro; crede di meritare una seconda possibilità con moglie e figli, ma lo fa appositamente per soddisfare il proprio ego. La sua ambizione, la sua idea di creare l’impero della droga più importante del mondo, lo estraniano a tal punto che tutti, appena presentatasi l’occasione, gli voltano le spalle e lo pugnalano, condannandolo all’inevitabile arresto.
Fatta questa premessa, ci viene spontanea una domanda di marzulliana memoria: “E’ Diego Luna sbagliato nelle vesti di Gallardo o è Gallardo stesso l’errore?”. Per intenderci, “Narcos: Mexico” avrebbe avuto più successo se il personaggio principale fosse stato interpretato da qualcun altro, oppure è proprio il protagonista principale a non aver attratto le simpatie del pubblico? L’attore messicano, purtroppo, ha avuto una presenza scenica nettamente inferiore a Wagner Moura, che grazie alle movenze e alla mimica facciale ha impersonato un Escobar degno del suo nome. Di fronte ad un competitor così agguerrito, Diego Luna non è riuscito a bucare lo schermo allo stesso modo, rimanendo sempre relegato in un angolo, nonostante l’importanza e spessore del suo personaggio. Questo fatto dipende solo dalle doti recitative di Luna, oppure era quasi impossibile rendere interessante la vita di un narcos così diverso da tutti gli altri?
Guardando il season finale, intitolato “Free Trade”, saremmo più propensi a valutare la seconda opzione. Prendendo ispirazione da Matthew McConaughey, Diego Luna decide di cambiare le carte in tavola e, grazie ad un monologo finale che vale l’intero episodio, convince il pubblico a dargli una seconda possibilità. La puntata in questione, si concentra su una momentanea vittoria di Gallardo, che si vendica dell’umiliazione subita dal Cartello di Cali. Questo trionfo, però, ha un sapore dolce-amaro, in quanto sarà solo l’inizio della fine. Ormai annebbiato dalla sua sete di potere e dalla sua mania di controllo, Félix fa il passo più lungo della gamba, mettendo a repentaglio la sicurezza economica delle plazas, che decidono di ribellarsi. Rinvigorito dopo il successo delle elezioni e la disfatta dei colombiani, il jefe de jefes si sente sovrano incontrastato di tutto e tutti e punisce, a suo modo, chiunque abbia solo osato andare contro di lui. Gli altri narcos, però, ne hanno abbastanza di un capo che comanda e basta, che non si fida di nessuno, che uccide e tradisce amici come se nulla fosse. Gallardo, quindi, si ritrova nuovamente solo e solo viene arrestato. La sua cieca ambizione gli si ritorce contro e il suo sogno si infrange sotto gli occhi di tutti.
“Per stare in affari con te, si paga un prezzo troppo alto” sussurra Amado Carrillo Fuentes, dopo aver voltato le spalle al boss, riassumendo in una frase la vita, il successo ed il crollo di Miguel Ángel. La puntata si chiude con un monologo del jefe, che preannuncia come andranno le cose per i vari Cartelli e spiana la strada per un’ipotetica terza stagione.
THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Félix fa il passo più lungo della gamba e la sua ambizione lo fa cadere nel baratro
  • Le plazas si ribellano
  • La vendetta di Palma
  • Monologo finale di Diego Luna
  • Nulla da segnalare in questo ultimo episodio, praticamente perfetto. Peccato per la prima parte della stagione, che avrebbe potuto essere gestita meglio

 

Episodio da dieci e lode, se non fosse per una carenza generale di questa seconda stagione. Gli autori riescono a riscattare lo show nelle puntate finali, lasciandoci il rammarico di aver sprecato del potenziale e la voglia di vedere la terza stagione.

Growth, Prosperity and Liberation 2×09 ND milioni – ND rating
Free Trade 2×10 ND milioni – ND rating

 

Quanto ti è piaciuta la puntata?

0

Nessun voto per ora

Se volete entrare nelle sue grazie, non dovete offendere: Buffy The Vampire Slayer, Harry Potter, la Juventus. In alternativa, offritele un Long Island. La prima Milf di Recenserie, ma guai a chiamarla mammina pancina.

Precedente

Doctor Who 12×10 – The Timeless Children

Prossima

Hunters 1×08 – The Jewish Question