La premiata ditta The Jackal capitanata dal suo storico fondatore, il regista Francesco Ebbasta, ha rilasciato l’8 giugno su Prime Video sei episodi della sua prima serie tv dal titolo Pesci Piccoli.
Il progetto è nato in collaborazione con la casa di produzione napoletana Mad Entertainment, mentre alla scrittura, ad affiancare Ebbasta, spunta un nome noto della comicità italiana ovvero Luca Vecchi dei The Pills: i due hanno firmato insieme la sceneggiatura della serie.
I The Jackal si ritrovano così, dopo alcuni esperimenti cinematografici non troppo riusciti, a fare il salto dalle web series al campionato di serie A su Prime Video. In un’operazione di autocitazione, Pesci Piccoli narra le vicende di un’agenzia creativa di spicco, seppur dal punto di vista della sua sede distaccata e non proprio centrale nella provincia di Napoli. Ad interpretare i protagonisti, ovvero i membri dell’agenzia, con le classiche job title fumose, ci sono gli stessi sciacalli Fru, Ciro, Aurora e Fabio. Insieme a loro due new entry, la talentuosa Martina Tinnirello e Giovanni Anzaldo. La serie d’esordio dei The Jackal segue il percorso naturale di questo gruppo di lavoro che si destreggia in vari ambiti del mondo dell’intrattenimento e che, senza dubbio, dimostra di affrontare ogni nuova esperienza con entusiasmo, competenza e coesione.
EFFETTO BENVENUTI AL SUD
Il primo capitolo di Pesci Piccoli basa il suo impianto narrativo e comico su quello che si potrebbe chiamare “effetto benvenuti al sud”.
Greta è la Creative Director della sede centrale dell’importante agenzia di comunicazione Tree Of Us. Durante una riunione per definire i dettagli di un progetto, con un cliente importante che ha scelto come talent della campagna Achille Lauro, spinta dall’assurdità delle richieste e dalla situazione, perde le staffe e dà uno schiaffo proprio al talent.
All’occhio dello spettatore è chiaro che Greta sia la parte lesa nel contenzioso, i The Jackal infatti, avendo esperienza diretta di campagne pubblicitarie, hanno saputo descrivere molto bene gli aspetti surreali e fuori le righe che molto spesso fanno parte di questo mondo. Ovviamente, però, alla Tree Of Us l’atteggiamento di Greta non può essere dimenticato, si smonterebbe l’impianto su cui tutto si basa (il cliente ha sempre ragione d’altronde) e quindi la giovane promessa viene allontanata dalla sede centrale e spedita in una succursale nella provincia napoletana. Le differenze tra le due sedi per Greta sono subito evidenti, i suoi nuovi colleghi sono abituati a lavorare con Pesci Piccoli, ma come ci si può aspettare ognuno di loro ha una sua storia, un suo talento, magari ancora nascosto.
Alla fine del primo episodio, infatti, in un momento karaoke molto carino, Greta è già più sciolta rispetto all’inizio e come da grande classico probabilmente si affezionerà molto alla nuova sede e ai nuovi colleghi.
Questa narrativa, di base abbastanza stereotipata, viene raccontata in maniera propositiva e con degli elementi di novità che rendono comunque questo esordio interessante.
CAMEI E ALTRO…
Sicuramente il vantaggio di essere i The Jackal è quello di acchiappare ormai qualsiasi persona del mondo dello spettacolo, tutti disposti ad un cameo. Gli Sciacalli infatti sono molto amati e in questi anni sono riusciti a crearsi un ottimo network di artisti di ogni tipo che li seguono e che spesso li hanno appoggiati nei loro progetti (impossibile dimenticare Pier Francesco Favino al Sanremo 2018).
Uno degli elementi di forza del primo episodio è senza dubbio la presenza di due camei di tutto rispetto: Achille Lauro nel ruolo di se stesso ed Herbert Ballerina nel ruolo di un influencer la cui abilità è quella di dire frasi motivazionali mentre scivola su un pavimento.
Entrambi riescono, grazie alla loro presenza, a far arrivare allo spettatore le dinamiche che esistono all’interno di chi lavora nel mondo dell’intrattenimento, o in questo caso della pubblicità, e che hanno per loro stessa natura tantissimo materiale comico a disposizione.
Sky si era cimentata questo inverno con Call My Agent e sembra quasi che il trend di narrare i retroscena del mondo dell’intrattenimento (di cui fu capostipite l’indimenticabile Boris) piaccia tanto sia alle case di produzione che alle piattaforme.
L’ assunto per cui sia più semplice e più efficace scrivere di qualcosa che si conosce bene, vale in questo caso al cento per cento. Appare infatti evidente che molte delle situazioni del primo episodio sono accadute realmente e che i personaggi sono ispirati alla realtà. Un elemento decisamente positivo nell’economia della serie dato che uno dei pregi di Pesci Piccoli è proprio quello di essere credibile, senza nessuna sfumatura da fake.
Un plauso va fatto anche al cast tra cui spicca la bravura di Fabio Balsamo che non solo conferma il suo talento comico ma, in questi trenta minuti di episodio, svela anche altre doti recitative più complesse.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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L’esordio nel mondo delle serie tv per una agency che ha sempre lavorato nel web poteva essere rischioso, ma i The Jackal in questi anni di rischi se ne sono assunti tanti, a volte con esiti positivi e altre con esiti più scarsi. Pesci Piccoli è senza dubbio un buonissimo pilot che pone le premesse per una crescita positiva nei prossimi cinque episodi. Se la scrittura, il comparto tecnico, la regia e il cast continueranno su queste strada si potrà considerare questo nuovo progetto degli Sciacalli un successo, o meglio un esordio in campo televisivo di tutto rispetto.
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Vivo a Milano, ma sono una romana doc, guardo tante serie tv e film e nel mio tempo libero lavoro, faccio sport e viaggio tanto.
Mi piacciono molto i cani e amo le mezze stagioni, anche se non ci sono più.