Spy City 1×02 – Out Of The PastTEMPO DI LETTURA 3 min

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Spy City 1x02 recensioneÈ sempre interessante constatare come i titoli vengano cambiati senza alcuna cognizione di causa da doppiatori e traduttori, arrogandosi il diritto di cambiare una decisione perpetrata dal creatore dello show. Il secondo episodio di Spy City, come tutta la serie, è già andata in onda in Germania in anteprima mondiale il 3 dicembre 2020, quindi si è già a conoscenza dei diversi titoli dati agli episodi e si può asserire che “Out Of The Past” non ci azzecchi per niente.
Il titolo originale in tedesco è “Räuber Und Gendarm”, letteralmente traducibile come “Rapine E Gendarmi” e completamente diverso dal titolo dato in inglese. Il che porta alla critica iniziale: se non c’è nessun valore aggiunto dato dalla modifica del titolo, allora che senso ha cambiarlo?
“Räuber Und Gendarm” è poi un titolo sensato visto che ripropone il nome dato alla mostra di fotografie d’epoca scattate dalla nuova “aiutante” di Fielding Scott, Ulrike Farber, qui interpretata da una sempre ottima Johanna Wokalek. Quindi anche lasciarlo eventualmente in tedesco avrebbe avuto il suo fascino.

Severine Bloch:I don’t betray my country.
Fielding Scott:Beethoven was a German scientist.
Severine Bloch:We are allies no? We work together. We are on the same side, I don’t know if you heard that.

MAI FIDARSI DEI FRANCESI…


La sensazione che Fielding Scott stia brancolando nel buio non è affatto sbagliata e, anzi, viene enfatizzata ulteriormente da “Out Of The Past”, specie nelle battute finali. Dopo la morte di Beethoven, suo amico/scienziato/informatore, avvenuta nella series premiere, l’agente del MI6 interpretato da Dominic Cooper deve cominciare a porsi delle domande e, al contempo, anche a rispondere a Londra.
Come nelle migliori delle spy stories, la conoscenza dello spettatore e quella del protagonista della storia viaggiano di pari passo, limitando la scoperta di eventi e segreti a ciò che Fielding Scott sperimenta sulla propria pelle. Chiaramente concedendo a quest’ultimo quel pizzico in più di esperienza che gli garantisca di essere più perspicace dello spettatore medio. Ecco quindi che si spiega la scoperta, sul finale di puntata, del collega di Severine Bloch pronto ad ucciderlo, praticamente sancendo l’inizio di una guerra tra spie e alleati.

…SPECIALMENTE IN TEMPO DI GUERRA


Come probabilmente già si saprà, nella Berlino della Guerra Fredda, a suddividersi Berlino Ovest c’erano tre diverse nazioni: Stati Uniti d’America, Gran Bretagna, Francia. Tutti alleati nella presa di posizione contro la Deutsche Demokratische Republik (DDR) ma, come si lascia intendere dalla serie, anche uniti da intenti comuni molto volatili che possono essere messi da parte molto in fretta.
L’intrigo costruito da William Boyd si fonda esattamente su questo strano equilibrio che si è venuto a formare tra gli alleati di Berlino Ovest, un equilibrio dettato molto da interessi specifici e che non si è sempre dimostrato completamente trasparente. La relazione tra Fielding e Severine è esattamente uguale, anche con l’aggiunta di una componente sentimentale che, ovviamente, aiuta ad offuscare una relazione già di per sé molto complessa e non politicamente corretta. “Out Of The Past”, fondamentalmente, è un passo in avanti nel delineare quali siano gli interessi della spia francese, e, soprattutto, quale fosse il suo legame con Simon Haldane, la spia inglese uccisa da Scott all’inizio del pilot. Un buon incipit che, arrivati quasi al giro di boa, c’è il bisogno di approfondire.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Aumento dei doppigiochi
  • Aumento della tensione
  • Aumento dei dubbi
  • Si può ancora restare un po’ confusi in generale sui vari nomi 

 

Dopo una series premiere partita un po’ con il freno a mano tirato, Spy City comincia effettivamente a giocare con i diversi personaggi creando quell’atmosfera di dubbio e doppiogiochismo che si andava tanto cercando. La fiducia non è un qualcosa che può essere data per scontata nel mondo delle spie e in una Berlino in piena Guerra Fredda.

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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