Sweet Tooth 2×05 – What It TakesTEMPO DI LETTURA 3 min

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Sweet tooth 2x05 recensionePassato il traguardo di metà stagione e con un rinnovo per un’ultima annata già in saccoccia, Sweet Tooth finalmente smuove un po’ le acque ed esce da quel guano dello zoo in cui ha inserito metà dei suoi personaggi per oltre metà stagione.
Nella suddivisione tra storyline adulte e per bambini, quest’ultime sono state di fatto bloccate all’interno delle quattro mura della prigione andando a toccare i classici argomenti normalmente affrontati per questo genere di pubblico (bugie dette per non generare panico e paura nei più piccoli, mancanza di fiducia nell’eroe) fino allo sfinimento. “What It Takes” sembra mettere finalmente un punto a questa porzione di trama che ha parzialmente zavorrato questa prima parte di stagione visto che ha limitato le interazioni tra ibridi e adulti, di fatto isolando i due gruppi e anche i due target di audience che guardano la serie. Scelta che sarà meglio non ripetere in futuro.

VERSO UNA NUOVA DIREZIONE


A scrivere la sceneggiatura di questa puntata ci sono due sceneggiatori al loro esordio nella serie (Bo Yeon Kim e Erika Lippoldt) ma che ritorneranno per aiutare Jim Mickle nel redigere quella del season finale, il che è in generale un grande segno di fiducia. Questo quinto episodio non è affatto male e conferma le buone aspettative verso la 2×08 perchè Lippoldt e Kim riescono a mettere insieme un buon potpourri tra flashback, svolte caratteriali di alcuni personaggi, introduzione di nuovi character e anche un paio di svolte necessarie per la trama. Ci sono anche alcuni elementi negativi ma di questi se ne parlerà nel prossimo capitoletto.
Sicuramente, dopo la confessione a Wendy nella scorsa puntata, era necessario spiegare un po’ meglio la rivelazione di Big Man e quel paio di flashback inseriti ad hoc nell’episodio sono perfetti in tal senso. Così come è perfetta l’introduzione dei tre warlords che sono in una posizione di potere rispetto al Generale Abbot, villain che per il pubblico rappresenta IL nemico numero uno ma che nell’universo narrativo di Sweet Tooth non è ancora arrivato all’apice della catena alimentare, anche se sta facendo passi da gigante in quella direzione. L’incontro tra Abbot e i tre warlords è interessante perchè permette di avere un’idea più chiara di come sia organizzata la società post-Sick e, dopo la sparatoria a sorpresa, è ancora più chiaro come Abbot acquisirà ancora più potere.
In tutto ciò l’ennesima sorpresa è il cambio di opinione del Dr. Singh, un cambio onestamente inaspettato e che lo porta a ripercorrere quella strada già vista in moltissimi altri prodotti televisivi o cinematografici che può essere fondamentalmente riassunto con il seguente mantra che arriva direttamente da Il Cavaliere Oscuro: “O muori da eroe, o vivi tanto a lungo da diventare il cattivo“. Anche se in questo caso a morire sarà probabilmente sua moglie.

I SOLITI PASSI FALSI


Dal punto di vista degli aspetti non proprio soddisfacenti della puntata, tralasciando l’ormai onnipresente e già citato limite derivante dalla trama fanciullesca, bisogna tirare in ballo Big Man e la sua scelta irrazionale di irrompere nella base di Abbot per salvare Gus da solo. Una scelta non proprio intelligente e che, ovviamente, viene smantellata in pochi minuti dai soldati del generale.
Ci sarà sicuramente una visione più grande che a questo punto non è chiara allo spettatore, ma è verosimile immaginare che Wendy aiuterà Big Man e Gus a scappare dall’esterno mentre loro due tenteranno di fuggire dall’interno. Tutto molto lineare, fin troppo lineare. C’era sicuramente un altro modo per ricongiungere i due protagonisti e sarebbe stato molto probabilmente migliore di questo.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Il Dr. Singh è diventato cattivo
  • Incontro con i tre warlords
  • Flashback iniziale su Big Man
  • Finalmente è arrivato il momento di far fuggire gli ibridi
  • Big Man che agisce da solo è poco comprensibile
  • Un po’ fastidioso assistere alle stesse dinamiche tra ragazzini che non si fidano a vicenda

 

Finalmente arrivano diverse svolte nella trama orizzontale che fanno ben sperare per il proseguo della stagione. A questo punto il climax è decisamente ascendente.

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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