Stavolta la mancanza di numero accanto al titolo non indica un episodio ricco di flashback e rivelazioni. Ma per fortuna, questo non impedisce al pubblico di ricavare le sue soddisfazioni dalla visione.
Piuttosto, la scelta deriva dal fatto che l’intestatario della puntata non è un blacklister. The Man in the Hat può essere Red medesimo, oppure il camionista invalidato con cui si scambia giacca e cappello. A questo proposito, va ritagliato solo un momento per elogiare il gusto del Concierge del Crimine e la sua predilezione per il Made in Italy.
Il veterano dello show Daniel Cerone firma una sceneggiatura ritmata e scorrevole, destreggiandosi abilmente su tre fronti. Uno è quello della rapina al deli, a cui si riferisce l’immagine, l’altro è quello del fronteggiamento Cooper – Panabaker, il terzo è quello delle indagini di Siya Malik.
FRONTE #1: LA RAPINA AL DELI
La situazione nasce per caso. Dietro alla rapina con ostaggi in cui Red si trova coinvolto non c’è nessun piano scaltramente progettato da un suo nemico. C’è soltanto un drogato in crisi. Proprio nel momento in cui, notare il contrappasso, c’è nel mini market un “influencer degli stupefacenti” con “ben 268” followers sui social.
Non per questo, certamente, diventa più facile gestire la situazione. La Task Force, intervenendo, deve stare attentissima a proteggere l’identità del suo informatore da qualsiasi esposizione mediatica.
In questa sottotrama, confinata per forza di cose in un ambiente circoscritto, il movimento è dato dai racconti dei diversi personaggi coinvolti. Racconti, come poi si scopre, tutti sapientemente orchestrati da Red. Gli investigatori Ressler e Dembé, però, conoscono assai bene il loro soggetto, quindi non sono così pronti a farsi infinocchiare.
Alla fine, l’unico pregio dell’avventura è quello di sottolineare ulteriormente l’affetto profondo tra Agnes e il suo “amico Pinky”, ma il tutto risulta ugualmente gradevole.
FRONTE #2: COOPER – PANABAKER
Molto più pesante e importante per la trama orizzontale si rivela la sottotrama in cui la senatrice Panabaker affronta il capo Cooper per sapere bene cosa sia successo con Wujing. Minaccia addirittura di rivolgersi al Dipartimento di Giustizia.
Da un lato, è molto utile soffermarsi ancora su questo punto dato che nella puntata precedente le spiegazioni erano state decisamente frettolose e insufficienti. Dall’altro, si cerca di tenere ancorato lo show ad un minimo di verosimiglianza.
Notare, fra l’altro, la disinvoltura con cui Harold Cooper tiene a bada una fiera avversaria con una mano mentre con l’altra deve gestire la situazione degli ostaggi a Philadelphia, altra minaccia da cui dipende l’esistenza stessa della sua Task Force.
La conclusione (almeno per ora) del confronto riserva anche una piacevole sorpresa: la senatrice Panabaker rinuncia a procedere, pur essendo a conoscenza di tutti i dettagli dell’accaduto, perché ne deve una a Red dalla scorsa stagione.
FRONTE #3: SIYA MALIK
La terza sottotrama si apre all’improvviso ed è quella che potrebbe riservare gli sviluppi più imprevedibili, o almeno si spera.
Siya viene autorizzata ad accedere a documenti top secret per capire cosa effettivamente sia stato cancellato da Bo Chang e, ovviamente, ne approfitta per sapere la verità sulla morte della madre. Incappa in una, per lei, triste sorpresa: è nata in India e non nel Regno Unito, è stata adottata e non lo sapeva.
Non si capisce perché gli sceneggiatori abbiano deciso di introdurre questo colpo di scena a metà dell’ultima stagione. Questo comunque potrebbe non rivelarsi il male assoluto. Al di là del legittimo desiderio di dare ad un personaggio secondario un arco narrativo di spessore, potrebbe portare tanto Siya quanto chi le sta attorno su percorsi imprevisti e molto interessanti. Se poi, tra una cosa e l’altra, qualcuno inciampasse in una di quelle risposte che il pubblico attende ormai da anni, tanto di guadagnato.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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In queste ultime puntate si ha la netta impressione che gli sceneggiatori stiano dedicando la massima attenzione a portare tutti i personaggi al posto in cui si devono trovare per il gran finale, soprattutto psicologicamente. Dopo le riflessioni sul passato di Harold Cooper, ci sono e ci saranno quelle di Siya Malik, mentre per il prossimo episodio sono in programma quelle di Dembé. Questo non dispiace, almeno finché si mischia con un minimo di azione e anche di divertimento, per quanto sempre sarcastico, come è nel dna di questa serie.
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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).