The Handmaid’s Tale 5×05 – FairytaleTEMPO DI LETTURA 3 min

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Recensione The Handmaid's Tale 5x05Guardare un episodio di The Handmaid’s Tale è come essere coinvolti in una relazione al capolinea. Sanno entrambi che non c’è più nulla da dire, ma si va avanti assieme per forza dell’abitudine e mancanza di alternative.
Purtroppo, questa lugubre sensazione va avanti almeno da “Night” e sapere che mancano all’appello, prima della fine della serie, altre cinque puntate più un’ulteriore intera stagione non aiuta di certo a guardare lo show con alte aspettative. Difatti, cosa non è stato ancora detto che non sia stato narrato negli scorsi 50 episodi? Probabilmente nulla, ma per Hulu è un’occasione troppo ghiotta per non portarsi a casa audience con il massimo risultato e il minimo sforzo. E ovviamente a pagarne le conseguenze sono gli spettatori che continuano, ingenuamente, a riporgli fiducia.

“Yeah, yeah. A mine. The rebels have a few scattered here and there. St-Stay back. It’s okay. It’s okay. They’re… they’re… they’re usually…”

LA GITA DI JUNE


Dopo una rocambolesca fuga di June da Gilead, il suo arrivo in Canada avrebbe dovuto portare aria di novità e frizzantezza, ma tutto quello che si è ottenuto è stato un acro odore di stantio ed inconcludenza.
Difatti, il personaggio interpretato da Elisabeth Moss, morte di Fred a parte, non è mai stato coinvolto in qualcosa di realmente interessante, tanto da finire in secondo piano tra le altre storyline dello show in questa prima parte stagionale.
Viste le difficoltà trovate, quanto successo nell’episodio odierno appare un tentativo di “riparare all’errore” e riportare June nella “sua” odiata Gilead, questa volta assieme a Luke.
In ogni caso, per funzionare un character in un drama deve avere un obiettivo e una storia interessante, ma se mancano queste basi è difficile rimanere intrigati ed ecco, ad esempio, che Moira risulta nuovamente inutile sin dalla sua fuga dagli ex Stati Uniti D’America. Si ha così l’ennesima conferma che lo show è rimasto fossilizzato su se stesso dalle prime belle e innovative stagioni, non riuscendo a rinnovarsi e continuando a vivere di rendita sull’ottimo lavoro del passato.

DA MOGLIE AD ANCELLA


“I think focusing on Gilead is a mistake. […] I think we should focus on fertility. Fertility and conception. It’s about the babies. That’s what people want to hear about. A Gilead Information Center will always be a magnet for attack. But a fertility center, open to all, that focuses on the thing that people most wanna hear about, children. People will be clamoring to keep the doors open.”

Se per June l’interesse è ai minimi storici, non si può dire lo stesso per Serena. Nonostante anche in questo caso le sue azioni siano una replica di quando tentò di rivoluzionare Gilead una prima volta  (senza successo) e, per punizione, le venne amputato un dito, ora le conseguenze sono completamente diverse. Le sue idee vengono accettate ed usate, ma lei viene sempre più messa da parte, allontanata da tutti fino ad isolarla in una casa in Canada.
Inoltre, per non farsi mancare nulla, il character interpretato da Yvonne Strahovski sta subendo una pesante involuzione sociale tanto da star piano piano passando dal ruolo di moglie di un leader ad una semplice ancella. Un capovolgimento di prospettiva che rende la sua “prigionia” molto più interessante, sia per lei che per il futuro destino del figlio che porta in grembo.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • L’involuzione sociale di Serena
  • June torna a “casa”
  • I flashback di Serena
  • Jaden
  • Moira
  • Luke che canta, tra i momenti più imbarazzanti dell’anno
  • Non c’è più nulla da raccontare

 

Lo show Hulu arrivato al giro di boa della quinta stagione sta tentando di sfruttare e ri-sfruttare ogni idea possibile per rendersi interessante e dare una motivazione valida per continuare a seguirlo. Purtroppo, oramai non è rimasto molto altro da dire e la sensazione è che sarà davvero difficile dare una degna conclusione ad una serie che, agli albori, è stata una splendida rivelazione.

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Detto anche Calendario Umano, si aggira nel sottobosco dei prodotti televisivi e cinematografici per trovare le migliori serie e i migliori film da recensire. Papà del RecenUpdate e Genitore 2 dei RecenAwards, entra in tackle in pochi ma accurati show per sfogarsi e dire la propria quando nessuno ne sente il bisogno.

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