Con estremo disinteresse verso i personaggi di Cheri e Natsuki, il club serale sembra ricominciare il giro dei racconti escludendo le due ragazze. Kevin e Ilonka infatti sono i due personaggi che ancora una volta prendono parola per raccontare una storia horror. Il primo prosegue quella già iniziata in “The Wicked Heart”, mentre la seconda ne racconta una diversa incentrata su una ragazza dotata di poteri magici con i quali è in grado di predire il futuro e manovrarlo a proprio piacimento, nonostante la predestinazione si opponga a questo meccanismo. Giusto come nota a margine, all’interno della storia racconta da Ilonka viene pronunciata una frase (“But sooner or later, it’s going to want to snap back the way it was. Universe is stubborn”) che riporta alla mente la ben più nota citazione di Benjamin Linus ripresa da un dialogo con John Locke durante la quarta stagione di Lost: “[…] Tutto questo doveva succedermi, questo era il mio destino. Ma ben presto capirai che essere scelti comporta delle conseguenze perché il destino, John, è un bastardo capriccioso.”
ANYA, LA PREDESTINATA
Questa opening di recensione giusto per dare un minimo di colore visto e considerato che i due racconti appaiono decisamente meno coinvolgenti di quelli precedentemente raccontati durante le varie sedute del club. In particolar modo proprio quello di Ilonka che, a causa di un nuovo malore di Anya, viene interrotto proprio a ridosso della sua conclusione. La giovane compagna di stanza collassa sul tavolo mandando nel panico tutti i ragazzi che ora più che mai sentono la morte come qualcosa di tangibile e palpabile, non più un semplice fantasma da scacciare distraendosi con racconti e black humor. No, la morte sembra bussare ripetutamente alle porte della clinica senza ricevere risposta nonostante sia nuovamente lì per prendersi un altro compagno di viaggio del club, rappresentato questa volta da Anya, il volto più disincantato tra tutti i pazienti presenti.
DIALOGHI MATURI
La ricaduta di Anya spezza il morale a tutti i personaggi, dottoressa Stanton inclusa (che nella ragazzina si rivedeva, come già detto in uno dei dialoghi della serie), tanto che durante la consueta seduta di terapia mattutina il “cancro” diventa oggetto di attacchi verbali multipli, quasi si tentasse di allontanare la paura riducendo il valore della malattia insultandola. Un dialogo-monologo toccante e che sottolinea ancora una volta come Flanagan&CO riescano a giostrarsi perfettamente, relativamente ai dialoghi, nonostante la giovane età del cast. Una cosa che purtroppo non accade sempre, per ovvi motivi. La vera debolezza di The Midnight Club, proprio per impatto e coinvolgimento, è la venatura da teen drama che segna l’ossatura dello show: i personaggi sono giovani ragazzi e ragazze, appare quindi normale che tematiche come l’amore adolescenziale, i sogni per il futuro, i desideri e la speranza disincantata vengano inseriti all’interno di svariate scene. Non c’è nulla di strano, ma allo stesso tempo minano lo show che si mostra accattivante proprio quando queste tematiche appaiono lontane, offuscate dal resto della storia.
Altro punto debole è l’occultismo, trattato con estrema sufficienza esattamente come il personaggio che più lo rappresenta (Shasta). Anche in “Witch” la “donna del bosco” suggerisce a Ilonka di fare un rito per tentare di salvare Anya, un rito riguardante le cinque sorelle, qualcosa di estremamente più antico del Paragon (la cui nascita è ancora avvolta nel mistero così come la sua importanza nella storia).
IL RITUALE
Il rito pagano allontana Sandra, la devota cristiana, che cambia idea solamente in seguito ad un sogno. I ragazzi si ritrovano nella vecchia stanza-ritrovo del midnight club per fare questo sacrificio sia materiale, sia fisico: tre fratelli e cinque sorelle che devono sacrificare parte del proprio sangue, unitamente all’oggetto a loro più caro. Una sequenza molto toccante in cui viene sottolineato il sentimento che unisce il gruppo nonostante il diverso punto di vista riguardo a diverse cose. Eppure sono lì, uniti per tentare il tutto per tutto per salvare Anya. Il risultato? Alla ragazza, durante la fase evocativa del rito, appaiono nuovamente le stesse malefiche ombre comparse nel finale di “Gimme A Kiss” che sembrano ghermirla da molto più vicino rispetto alla volta scorsa. Poi i titoli di coda accompagnano lo spettatore verso il buio tetro, obbligandolo a vedere la successiva puntata per capire cosa ne è stato della giovane ragazza (e del resto del gruppo).
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
A pochi episodi dalla conclusione appare ancora oscuro il punto d’arrivo di The Midnight Club: i racconti del club hanno racimolato fin qui la maggior parte del minutaggio e quando infatti vengono meno in quanto a qualità, come in questo caso, l’episodio sembra fare cilecca. Il puro e semplice occultismo con qualche fantasma, visione malevola od ombra cattiva non possono in alcun modo bastare. C’è bisogno di maggiore maturità a livello di scrittura, esattamente come quella dimostrata nei vari dialoghi in cui i ragazzi parlano ed affrontano tematiche decisamente serie come la morte e la malattia. The Midnight Club ha bisogno di maggiore continuità.
Quanto ti è piaciuta la puntata?
0
Nessun voto per ora
Tags:
Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.