Punto di svolta più che necessario per questa nuova miniserie targata Mike Flanagan.
Dopo un paio di episodi che si potrebbero definire “introduttivi”, lo show dà luogo al suo primo vero plot twist stagionale, riuscendo inoltre a creare un cliffhanger più che azzeccato.
Vale davvero la pena aspettare gli ultimi fatidici 5 minuti, nonostante il solito ritmo fin troppo rallentato. La scena finale infatti rilascia l’adrenalina giusta per scegliere di proseguire con i successivi episodi, in maniera peraltro per nulla banale o scontata.
LA STORIA DI KEVIN
Kevin: “Because that’s what hell is. Knowing stares. Not lava or brimstone. Hell is everybody knowing.”
Il resto dell’episodio prosegue con il solito schema da Le Mille E Una Notte. Ancora una volta si assiste ad un ulteriore approfondimento per quanto riguarda il background di uno degli “ospiti” del Brighcliffe Hospital.
Questa volta tocca a Kevin (Igby Rigney, altro “fedelissimo” di Flanagan) come già nel precedente episodio era toccato ad Anya. È lui infatti il narratore scelto per la serata del Club e anche in questo caso, come per gli altri, la storia raccontata sa tanto di autobiografia mascherata.
Nella vicenda del giovane serial killer che vede i fantasmi delle proprie vittime non si può non riscontrare (anche grazie all’uso degli stessi attori per le storie narrate e per la trama principale) un parallelismo con il comportamento mostrato da Kevin durante la “giornata delle famiglie”. Un comportamento che rivela un lato nascosto di quello che, fino ad un episodio fa, sembrava lo stereotipo del bravo ragazzo della porta accanto.
Anche in questo caso, dunque, la puntata si prende i suoi tempi per mostrare come anche un character all’apparenza secondario può risultare alla fine molto più tridimensionale di quanto non sembri.
L’ASCENSORE MISTERIOSO
Anche il resto dell’episodio non è del tutto statico. La “giornata delle famiglie” restituisce in generale un ulteriore background di tutti gli ospiti del Brightcliffe. Ciascuno di loro, infatti, di fronte alla propria famiglia rivela un’altra piccola ma importante sfaccettatura di sé, o un proprio lato inaspettato. È il caso di Anya che, nonostante il carattere non proprio facile, dimostra una socialità inaspettata nei confronti del padre adottivo di Ilonka.
Questo tipo di intermezzi narrativi aiutano a rendere un po’ più scorrevole una trama orizzontale che, per il resto, va fin troppo a rilento. Infatti, questo doppio schema narrativo che si divide fra questo tipo di orizzontalità e la verticalità dei racconti notturni del club va purtroppo a favore sempre più della seconda che non della prima.
Le indagini che riguardano i misteri del Brightcliffe Hospital, infatti, cominciano a smuoversi solo nel finale (dopo alcune parentesi che potevano tranquillamente essere accorciate) e con una semplice intuizione che, proprio per la sua semplicità, appare quasi scontata.
Il merito comunque di Flanagan è essere riuscito a rendere tale sequenza visivamente impressionante, regalando così un cliffhanger finale spiazzante e orrorifico al punto giusto, promettendo grandi cose per i successivi episodi.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Si smuove un po’ la trama orizzontale anche se solo negli ultimi 5 minuti dell’episodio, abbastanza però per decretare la bravura di Flanagan e soci nel creare atmosfere cupe e scene ad alto tasso di jumpscare mai banali. La trama verticale si concentra stavolta sul personaggio di Kevin, narratore per l’occasione dell’ennesima storia che rivela un ulteriore tratto della sua personalità.
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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!