Anche se non ci fosse stato il comunicato ufficiale, che confermava questa sesta stagione come l’ultimo ciclo di The Good Fight, il pubblico avrebbe comunque percepito un’atmosfera da series finale durante la visione di questi cinque episodi.
The Good Fight era iniziata come spin-off e sequel di un’altra serie di grande successo, The Good Wife. I coniugi King, già autori della serie originale, coadiuvati da Phil Alden Robinson, avevano deciso di cimentarsi in un’altra avventura procedurale.
Andata in onda per la prima volta nel 2017, la prima stagione di The Good Fight presentava una chiara trama orizzontale, con lo scandalo della famiglia Rindell (a fare da specchio a quello di Peter Florrick) e con vari casi legali che si susseguivano come storyines verticali nel corso delle puntate.
Con il prosieguo della serie, gli autori hanno cominciato a sperimentare di più, rompendo gli schemi e presentando vicende sempre più eccentriche e surreali.
Questa sesta stagione, pur presentando qualche difetto come la mancanza di una trama orizzontale solida o l’incapacità di sviluppare alcuni personaggi secondari, è praticamente la quintessenza del pensiero dei King. Un omaggio che gli autori vogliono regalare al loro pubblico affezionato, salutandoli nel migliore dei modi.
TALMENTE ASSURDO CHE POTREBBE ESSERE REALE
Appurato che questa sesta stagione non abbia nemmeno uno straccio di trama orizzontale, si possono considerare gli episodi come uniche puntate in cui il surrealismo e l’assurdità aumentano esponenzialmente.
La cosa più tragicomica, però, è che ogni evento portato sul piccolo schermo, per quanto assurdo, potrebbe davvero accadere per come è messo il mondo attualmente.
Il biennio 2020-2022 è stato terribile per la stragrande maggioranza della popolazione, con la pandemia di Coronavirus e tutte le conseguenze sanitarie, economiche e sociali.
Oltre a ciò, la società attuale sembra virare verso una emorragia di valori ed umanità, con una crescita del pensiero omofobo e razzista, per non parlare di un impoverimento generale e della perdita della fiducia nelle istituzioni.
Ecco, dunque, che le storylines delle proteste sempre più agguerrite, dell’attentato ad Eli Gold, dell’uccisione di Frank Landau, della paura di Marissa e del movimento nazista TotenKopf assumono un contorno amaro e quasi profetico.
Data la deriva del mondo e della società attuali, tutto quello descritto dagli autori potrebbe davvero succedere. Altro che semplice critica politico-sociale dei King!
WELCOME BACK, ELSBETH TASCIONI!
Sebbene il lato procedurale sia stato parecchio accantonato in questi primi episodi, il pubblico sicuramente avrà apprezzato il ritorno di un personaggio molto amato: Elsbeth Tascioni.
L’eccentrico avvocato, interpretato da una sempre bravissima Carrie Preston, è entrata nel cuore dei fans di The Good Wife da subito. Un personaggio strambo, capace di sorprendenti voli pindarici, ma anche molto intuitivo ed estremamente intelligente.
Elsbeth Tascioni, così come Diane e Ri’Chard, sono protagonisti di un caso legale ai limiti dell’assurdo che, però, rispecchia l’andamento stagionale ed il modus operandi dei King.
Vedere Diane, democratica fino al midollo e sempre contraria agli atteggiamenti dei pro-life, rimarcare più volte la parola “bambino” per rivolgersi ad un feto, solo per vincere la causa, fa sorridere ed ironizzare.
Anche in questo frangente, le dinamiche dello show vengono estremizzate di proposito, proprio per far riflettere sulla situazione attuale, non così lontana dalla realtà presentata nella serie.
LIZ, JAY AND EVERYONE ELSE
Se da un lato la sottotrama riguardante Diane, Ri’Chard ed Elsbeth risulti particolarmente coinvolgente ed incisiva, la stessa cosa non può dirsi per il minutaggio dedicato a Liz.
Purtroppo, come già accaduto in “The End Of The Yips”, la storyline verticale dedicata a Liz non riesce a bucare lo schermo nel modo giusto. Questa volta la donna si trova coinvolta in uno scherzo mediatico dopo alcune sue dichiarazioni su Clarence Thomas e sua moglie Ginni.
Gli autori pescano a piene mani dalla contemporaneità statunitense, dato che Thomas è davvero un Giudice della Corte Suprema, il secondo afroamericano ad essere eletto e il membro più conservatore della Corte.
Le conversazioni telefoniche tra Liz e la finta Ginni sono funzionali a creare un clima di surrealismo e divertimento allo stesso tempo. Nonostante un buon potenziale, la storia non risulta molto efficace.
Chi riceve un trattamento particolare è, al contrario, Jay. Il suo character si era spento nel corso delle stagioni, relegandolo solo a semplice macchietta.
Questa volta Jay sembra prendere in mano il microfono ed è protagonista di un’altra storyline paradossale che, si spera, lo porterà ad emergere di più. Nessun commento, invece, su Carmen Moyo e la sua inutile presenza all’interno dello show.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
Un episodio talmente assurdo e surreale che potrebbe davvero essere specchio di un futuro molto prossimo. Elsbeth Tascioni con le sue mille borse, il suo nuovo hobby e la sua eccentricità alza l’asticella e fa dimenticare i difetti della serie.
Quanto ti è piaciuta la puntata?
Nessun voto per ora
Tags:
Se volete entrare nelle sue grazie, non dovete offendere: Buffy The Vampire Slayer, Harry Potter, la Juventus. In alternativa, offritele un Long Island. La prima Milf di Recenserie, ma guai a chiamarla mammina pancina.