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The Morning Show 2×05 – GhostsTEMPO DI LETTURA 3 min

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The Morning Show 2x05 recensioneNel lento incedere di questa seconda stagione di The Morning Show, “Ghosts” rappresenta sicuramente il suo picco più alto. E non lo è semplicemente per il monologo estremamente toccante di Mitch, ma lo è anche per le scelte di Alex e di Cory, entrambi costretti a prendere decisioni non proprio facilissime.
Come accade sempre in queste occasioni, le fatiche ed i drammi dei personaggi principali si riflettono in maniera proporzionale sul disturbante piacere visivo dello spettatore, affamato e dipendente da questo genere di problemi. Ecco quindi che più sale il livello di sofferenza psicologica ed emotiva dei vari Cory, Alex e Mitch, più The Morning Show ritorna ad essere quello che era stato nella sua prima annata: uno show interessante.
Attualmente dei quattro personaggi solamente due sembrano avere un ruolo preponderante nella storia (Alex e Cory), mentre le altre due sono un po’ bloccate nel loro piccolo (Bradley e Mitch). In tal senso, “Ghosts” conferma questo trend concedendo però a Mitch l’opportunità di parlare in maniera più onesta rispetto ad una Bradley che non sembra assolutamente vicina al suo status quo.

CORY HA UN CUORE


Questo quinto episodio pone sicuramente un focus sul personaggio di Cory, chiaramente non “pulitissimo” (ma chi lo sarebbe se fosse il CEO di un network televisivo) ma anche molto più umano di tanti altri. Ed è un focus necessario sia per movimentare la trama, sia per chiarire alcuni punti della storyline principale che non erano molto chiari.
Grazie ad un buon gioco di flashback, ormai si è capito che il Cory attuale non è il Cory che ha vissuto quei particolari mesi che hanno seguito l’addio di Alex e lo scandalo UBA. Non lo è sia per il suo nuovo ruolo da CEO, sia perché, effettivamente, c’era un interessamento romantico nei confronti di Bradley che non si è mai materializzato rimanendo insoddisfatto. Un interessamento che, ora come ora, sembra essere venuto meno e che, verosimilmente, subirà un altro contraccolpo non appena Cory userà la liaison di Bradley come escamotage per creare rumore mediatico.
Cory è sicuramente un character magnetico di cui lo show ha bisogno, e funziona dannatamente bene ovunque lo metti, vuoi per la sua parlantina, vuoi per il suo ruolo. Il che, ovviamente, è un’ottima spiegazione per enfatizzare la scena nel bar del padre di Hannah.

Cory:Look: Hannah told you her story. […] So, I’m… I’m asking you, as a moral center of mine, as the person who’s more concerned with what’s right or wrong than anyone I’ve ever met, if I can find some way to contain this, to keep Hannah from being publicly denigrated, should I do it? I will do whatever you say, ‘cause I know it’ll be the right decision. Should I do whatever it takes to keep the story from being published?
Bradley:Yes. Absolutely, yes. And… And I’ll try to think of some way to stop it too.
Cory:Okay, thanks. I really, really appreciate it.

L’ITALIA PUZZA DI BRUCIATO


Con la separazione di Mitch dal resto dei personaggi, c’era la chiara necessità di aggiungere un character di supporto alla sua storyline e infatti è arrivata Valeria Golino. Ora però, facendo un po’ di domande sull’intera situazione, qualcosa non quadra e, magari, è semplicemente una turba mentale del recensore che scrive.
La surrealità della situazione, come presentata in “It’s Like A Flu“, è nata tutta dal personaggio della Golino, piuttosto eccentrico e non così trasparente come vorrebbe far sembrare. Puntata dopo puntata, infatti, si sono susseguite le richieste di aiuto e ora, in maniera altrettanto strana, ha spinto Mitch a fare un’intervista registrandola.
Un’intervista che profuma tremendamente di trappola.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • La chiamata finale di Cory
  • Cory che tenta di fare la cosa giusta al bar
  • Finalmente svelata (e confermata) la possibilità che ci potesse essere del tenero tra Cory e Bradley
  • La scelta di Alex dopo essersi sfogata
  • Il monologo di Mitch
  • Yanko il picchiatore
  • La storyline di Bradley non è poi molto rilevante

 

“Ghosts” ha il piacevole compito di riportare finalmente la serie su un certo livello, lì dove ci si aspettava che fosse sin dall’inizio della stagione. Ora, con un bel po’ di bombe pronte ad esplodere, non resta che sedersi e godersi gli ultimi cinque episodi stagionali.

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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