“I think today’s children are lazy, disobedient and full of themselves and you are one of the worst cases I’ve ever seen!”
Just Beyond è una serie antologica per ragazzi dalle tinte horror, caratterizzata da un cast molto giovane e la volontà di proporre tematiche strettamente legate al mondo pre-adolescenziale.
Essa si rivolge dunque principalmente a un pubblico giovanile, così da portare il brivido dell’horror anche ai ragazzi più piccoli e impressionabili. Una sorta di horror comedy family friendly dunque: qualcosa che anche il pubblico più adulto ha avuto modo di sperimentare nella propria infanzia.
GOOSEBUMPS
Alcuni spettatori potrebbero percepire un certo senso di nostalgia nell’approcciarsi a Just Beyond, dato dalla somiglianza tra questa serie e un’altra andata in onda in Italia dal 1996: Goosebumps, approdata qui nello Stivale col titolo di Piccoli Brividi.
Entrambe le serie infatti vedono come protagonisti bambini o ragazzi molto giovani e affrontano storie inquietanti e di paura. Non è un caso che venga riscontrata tale somiglianza, essendo di fatto basate su cicli di racconti partoriti dalla mente del medesimo autore: Robert Lawrence Stine.
Just Beyond però può fare sfoggio di un cast decisamente più ricercato (almeno per quanto riguarda questo “Leave Them Kids Alone”), con prove attoriali molto apprezzabili specialmente da parte di Mickenna Grace, Nasim Pedrad e Lauren Lindsey Donzis. Inoltre fa decisamente la differenza anche il budget e l’utilizzo di mezzi ben più moderni e all’avanguardia, che riescono nell’impresa di rendere più contemporanea e scorrevole la serie.
HEY! TEACHERS!
Il titolo dell’episodio costituisce un palese rimando alla celebre “Another Brick In The Wall” dei Pink Floyd.
“We don’t need no education
We don’t need no thought control
No dark sarcasm in the classroom
Teachers leave them kids alone
Hey! Teachers” Leave them kids alone!
All in all it’s just another brick in the wall.
All in all you’re just another brick in the wall.”
Il pilota di Just Beyond vuole rimarcare lo stesso concetto esplicitato dai Pink Floyd con la loro canzone: una denuncia nei confronti delle istituzioni che frenano e limitano la creatività e la libera espressione dei giovani. In questo senso l’inizio e la fine e il contrasto con la rappresentazione dell’istituto di Miss Genevieve ben rappresentano tale pensiero.
A inizio episodio i ragazzi vengono presentati attraverso la musica: vari giovani studenti, tutti con un proprio stile d’abbigliamento e tratti distintivi, vengono inquadrati mentre si alternano diverse canzoni di diversi generi diversi, a rappresentazione della diversità di ognuno e del diverso modo di esprimersi.
Al contrario, Miss Genevieve impone alle sue studentesse lo stesso taglio di capelli, lo stesso abbigliamento e non tollera che si possa contraddire ciò che viene loro insegnato nel modo in cui viene loro insegnato.
“These girls had no regard for the rules. They disobeyed their parents. They even accused them of wrongdoing. The people of Salem dealt with these troublemakers by putting them on trial.”
Se il significato di “Another Brick In The Wall” rimandava a un figurato lavaggio del cervello sulle giovani menti degli studenti, Just Beyond prende questa metafora e la rende reale parte della narrazione.
Anche in questo caso però il senso è il medesimo. Ciò che Miss Genevieve fa fisicamente ai cervelli delle sue allieve, alcune istituzioni realmente esistenti lo realizzano o lo hanno realizzato in passato in modo poi non troppo dissimile, attraverso l’imposizione di una divisa, di regole estremamente severe e metodi d’insegnamento poco inclini all’apertura mentale.
Tutti elementi dunque che vanno ad annullare la personalità e l’individualità dei ragazzi.
Come già precedentemente spiegato, la musica viene da subito utilizzata come mezzo per rappresentare il modo in cui esprimere sé stessi.
Proprio per questo, essa assume un ruolo centrale all’interno dell’episodio, tanto da essere non solo un qualcosa di proibito nell’istituto di Miss Genevieve (ulteriore conferma della volontà di annullare l’individuo e vietare ogni possibilità di uscire dalla conformità collettiva), ma anche la cura per il condizionamento mentale. Essa infatti diviene alla fine il mezzo per cui le studentesse tornano da bambole svuotate della propria personalità a ragazze libere di essere sé stesse.
ADATTO A TUTTI?
Just Beyond è dunque una serie che può essere apprezzata da qualsiasi fascia d’età?
La risposta non è così semplice. Per quanto sia difficile dare un giudizio di questo tipo a una serie sulla base di un solo episodio, ci si può provare prendendo “Leave Them Kids Alone” come esempio e ipotizzando che anche il resto della stagione segua uno stilema simile.
La serie è sicuramente indirizzata principalmente a un pubblico giovane, adottando ovviamente un’atmosfera horror più infantile, delle chiavi di lettura meno nascoste e più facilmente individuabili e degli espedienti narrativi molto semplicistici e su cui un occhio più maturo e adulto deve, per forza di cose, passare sopra.
Ciò non toglie che lo show possa essere apprezzato anche da un pubblico più avanti con l’età, ma ovviamente sarà con un intento differente rispetto allo spettatore bambino. Se per quest’ultimo l’intento è provare il brivido dell’horror con leggerezza, per l’adulto potrà essere invece individuare i messaggi veicolati dalla serie e il modo in cui questi vengono inseriti nella narrazione, o semplicemente per nostalgia, cercando di ricreare le sensazioni provate in passato con la visione di Piccoli Brividi o altri film e serie di questo tipo.
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Sotto molti punti vista “Leave Them Kids Alone” può essere definito un buon episodio e sicuramente dal punto di vista complessivo lo si può valutare in maniera positiva. Purtroppo, per quanto abbia degli spunti interessanti, rimane un prodotto prettamente per bambini che difficilmente potrà appassionare uno spettatore adulto.
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.