Das Signal – Segreti Dallo Spazio 1×01 – ScomparsaTEMPO DI LETTURA 4 min

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Recensione Das Signal 1x01 segreti dallo spazioSecondo l’Aviation Safety Network, il numero di velivoli dell’Aviazione Civile scomparsi nel nulla e mai più ritrovati si aggira sulle ottanta unità. Ogni tanto, qualche rottame viene avvistato in mezzo all’Oceano o su qualche aspra catena montuosa, ma questi ritrovamenti non fanno altro che portare ad altri interrogativi.
Das Signal, miniserie tedesca di quattro episodi prodotta da Bon Voyage Films e distribuita da Netflix dal 7 marzo, esplora questo plot non troppo originale fondendo la fantascienza con elementi thriller e drama.

UN PO’ SCI-FI


Paula: “É successo qualcosa lassù.”

L‘opening scene del pilot porta direttamente nello spazio dove l’astronauta Paula (Peri Baumeister, Skylines) e il suo collega Hadi (Hadi Khanjanpour, The Covenant) stanno rientrando sulla Terra dalla ISS (Stazione Spaziale Internazionale) dopo una non meglio specificata missione per conto di una misteriosa investitrice privata.
L’atterraggio della capsula spaziale riesce, ma qualcosa successivamente va storto. Il volo che dovrebbe riportare Paula a casa dal marito Sven (Florian David Fitz) e dalla figlia Charlie (Yuna Bennet), una bambina non udente in grado di sentire grazie ad un impianto cocleare, svanisce nel nulla mentre l’astronauta sorvola l’Atlantico. Questo costringe dunque i parenti dei dispersi, la stampa e l’opinione pubblica a farsi delle domande.
Non sembra che la trama prenda una svolta horror, come già visto in Manifest, piuttosto la storyline si snoda sulla relazione di fiducia che si instaura tra padre e figlia mentre cercano risposte sulla scomparsa del volo, in un clima generale di cospirazione internazionale.
I tasselli che compongono il puzzle verso una possibile soluzione non si trovano solo sulla Terra. Sembra che Paula, infatti, durante la sua permanenza nello spazio abbia captato un segnale di natura extraterrestre.
La sceneggiatura scritta dallo stesso protagonista assieme a Nadine Gottmann e Kim Zimmermann, è lineare e permette da subito di unire i puntini grazie ad un uso intelligente e moderato di alcuni flashback sulla vita di Paula sulla ISS. C’è da dire che le poche scene girate nello Spazio risultano credibili e gli effetti speciali buoni, soprattutto se si pensa che il budget a disposizione di una produzione tedesca è sicuramente lontano da quello destinato ai super prodotti americani.

UN PO’ FAMILY DRAMA


Das Signal indaga i misteri dell’Universo ma è sulla Terra che si svolge il doppio dramma di Sven: farsi carico della piccola Charlie e svolgere delle personali indagini per chiarire il mistero della scomparsa della moglie. Il rapporto padre-figlia cattura subito l’attenzione dello spettatore e la piccola Yuna Bennet, nonostante i dieci anni di età, interpreta Charlie con una recitazione convincente, permettendo allo spettatore di provare subito empatia verso il rapporto profondo che si instaura tra i due protagonisti.
Il desiderio di Charlie di emulare la madre e diventare un giorno astronauta, porta la piccola protagonista ad interessarsi grossolanamente di astronomia oltre al sentirsi ovviamente coinvolta nella scomparsa della madre. É un piccolo espediente narrativo che permette a Charlie di essere una vera protagonista e non una semplicemente comparsa in balia di una trama che altrimenti non la riguarderebbe.
La regia di Sebastian Hilger, insieme a Philipp Leinemann, è immersiva ed è forse la parte meglio riuscita del pilot, a sottolineare come la serialità tedesca, negli ultimi anni, stia sfornando prodotti eccellenti come già successo con Souls – Tutte Le Vite Che Ricordi e il più che fenomenale Dark.

EFFETTO PATCHWORK


Già dal primo episodio risulta evidente come Das Signal abbia preso spunto non solo nella trama, ma anche nella costruzione dei personaggi da onorevoli predecessori. C’è un po’ di Black Mirror, con i due astronauti tenuti lontano da casa nell’episodio della sesta stagione intitolato Beyond The Sea; una presa in prestito della mamma astronauta di Away; parecchie vibes di Interstellar e un grosso rimando al personaggio di Reagan, la bambina sordomuta di A Quiet Place – Un Posto Tranquillo, per la cui interpretazione Millicent Simmonds venne candidata come Miglior Giovane Interprete sia al Critics’ Choice Awards che al Saturn Award.
Non giova, inoltre, che poco prima della messa in onda di Das Signal, Apple Tv+ abbia diffuso, a scadenza settimanale, Constellation, serie tv sci-fi che condivide con il prodotto tedesco una trama molto simile, ma che risulta qualitativamente più convincente grazie anche ad una prova attoriale di tutto rispetto di Noomi Rapace. Grazie a questi rimandi, durante la visione si sviluppa una sensazione di déjà vu particolarmente fastidiosa e l’idea che si stia perdendo tempo con cose già viste mette in pericolo il desiderio di voler proseguire oltre.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Buoni effetti speciali
  • Doppia linea temporale ben strutturata
  • Yuna Bennet
  • Trama simile a Constellation
  • Stesso periodo di uscita di Constellation
  • Troppi rimandi ad altre serie sci-fi

 

Il tema degli astronauti dispersi sembra essere un terreno fertile per le recenti produzioni sci-fi su cui costruire sottotrame interessanti. Non è il caso di Das Signal che, nonostante una messa in scena più che discreta, non riesce a sviluppare quell’interesse necessario a solleticare la curiosità per continuarne la visione. La serialità tedesca sforna un altro tv show discreto, ma la trama già vista troppe volte affossa il voto generale.

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Membro Onorario della Generazione X. Dal 1994 si aggira nei corridoi dell'archivio degli X-Files senza trovare l'uscita. Da piccola fingeva di avere la febbre per rimanere a casa da scuola a guardare gli episodi di Hazzard. Capisce poco di Cinema ma ci prova.

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