The Patient viene meno all’elemento che lo contraddistingueva fino ad ora: un thriller psicologico in grado di condensare tutto il necessario in circa 20 minuti di messa in onda. “Ezra” infatti sfiora i quaranta minuti e perde tutto quel fascino faticosamente costruito con i precedenti episodi. Il problema non è solamente la lunghezza della puntata quanto piuttosto la diluizione estrema della storia che, così come in “Kaddish”, sembra proseguire con il freno a mano tirato lasciando ben poco allo spettatore dopo la visione. Le sedute tra Alan e Sam sono state rimosse dallo show, soppiantate da quelle tra Alan e Charlie. Una scelta quella del terapista che si immagina di essere in terapia, introdotta in “Charlie”, surreale al punto giusto e che mostrava l’accurato lavoro nel dare profondità ai vari personaggi.
“Ezra” perde, quindi, tutto questo fascino lasciando spazio ad ipotetici sviluppi narrativi che lo spettatore intravede durante la messa in onda.
SAM VS ALAN?
Il primo di questi ipotetici sviluppi si ritrova nel tentativo di Sam di cambiare terapista, scelta che obbligherebbe il ragazzo a sbarazzarsi di Alan, ormai non più necessario visto e considerato che il tentativo di cura sembra non funzionare minimamente. Quasi avvertisse il cambiamento nell’aria, Alan, si è parallelamente preparato ad un possibile scontro proprio con Sam, cercando di creare una piccola arma da taglio da poter utilizzare in propria difesa. Nonostante i vari flash/visioni di Alan mostrati nelle precedenti puntate lascino intendere un desiderio represso del terapista di allontanarsi dalle angherie di Sam con una certa dose di violenza, risulta poco credibile ad ora uno scatto d’ira che sfoci in un bagno di sangue. Eppure lo show sembra voler accompagnare lo spettatore quanto meno a quel pensiero. Se poi si realizzerà o meno non è lecito saperlo. Gli interrogativi sono molti eppure The Patient, come detto, rallenta inesorabilmente la narrazione preferendo addentrarsi nel rapporto padre-figlio di Alan ed Ezra.
RAPPORTO PADRE-FIGLIO CHE NON INTERESSA A NESSUNO
Nel primo paragrafo si lodava il tentativo di Joel Fields e Joe Weisberg nel dare maggiore profondità ai personaggi (Sam e Alan) facendoli interagire con figure esterne. L’ex fidanzata del killer, Charlie, la madre di Sam, i flashback di Alan con la propria famiglia: si tratta di tutti elementi utili per capire lo stato psicologico dei personaggi, per riuscire a capirli e conoscerli meglio.
Diversa è la sensazione che trasmette “Ezra”, invece, totalmente focalizzato (tra presente e passato) sul rapporto poco felice tra padre e figlio. Un rapporto di cui vengono evidenziati in particolar modo i punti critici, collegati all’approccio estremamente religioso alla vita da parte di Ezra, aspetto che fa da contraltare alla vita da “semplice ebreo” di Alan.
Uno spaccato della storia che a questo punto del racconto non può che interessare veramente poco: dall’altra parte c’è la possibile decisione di Sam di eliminare Alan, spinto dal desiderio di cambiare terapista. È chiaro quindi che il rapporto padre-figlio finisce per passare in secondo piano se non addirittura risultare fastidioso durante la visione visto e considerato il pathos che la lotta per la sopravvivenza di Alan porta con sé. Una puntata che poteva essere sicuramente migliore e che si spera essere l’ultimo passo falso di uno show che fino a questo punto aveva catturato l’attenzione per il format innovativo (thriller condensato in venti minuti) e per la bravura del cast (Steve Carell e Domhnall Gleeson)
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Altro passo falso per The Patient che allunga il minutaggio della puntata e allo stesso tempo decide di sprecare tempo prezioso addentrandosi in un’analisi del rapporto tra Ezra e Alan a questo punto totalmente non necessaria. La puntata sbagliata nel momento sbagliato? Probabilmente sì, cosa che si ripercuote nella valutazione finale.
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.