The Walking Dead 11×18 – A New DealTEMPO DI LETTURA 4 min

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The Walking Dead 11x18 recensioneIl diciottesimo episodio di questa undicesima – ed ultima – stagione continua a sviluppare lo story arch del Commonwealth e di come questa nuova realtà nasconda un sottobosco di segreti ed ombre.
Purtroppo, da alcuni anni a questa parte, The Walking Dead porta sulle spalle difetti mastodontici che non possono essere più ignorati: dalla mancanza di coesione e solidità della trama, alla ripetitività e ridondanza della sceneggiatura, dall’abbandono dei personaggi più amati ed incisivi, fino al risvolto un po’ troppo soap-operistico di alcune situazioni.
La creatura di Frank Darabont (purtroppo licenziatosi a metà della seconda stagione) è lontana anni luce dai fasti dei primi tempi. Il carico emotivo e la tensione narrativa della fattoria di Hershel, del Governatore, della prigione, ma anche del più recente Negan, non torneranno mai più.
Per come è messa la storia a questo punto, il pubblico più intransigente non vede l’ora che il martirio abbia fine e che, finalmente, si riesca a calare il sipario almeno sulla serie madre. Per i vari spin-off, invece, si dovrà ancora attendere troppo tempo.

LA NUOVA AMBASCIATRICE, CAROL PELETIER!


“A New Deal” comincia esattamente dove era terminato “Lockdown”, con Lance Hornsby circondato dal gruppo di Maggie e Daryl e costretto, quindi, ad arrendersi. La sua cattura ha una duplice funzione e serve ad entrambe le fazioni che si stanno “combattendo” all’interno della trama. Da un lato, infatti, Pamela Milton utilizza Hornsby come capro espiatorio, incolpandolo delle nefandezze perpetrate, invece, dal figlio: così facendo la reputazione dei Milton è salva e la facciata del Commonwealth evita di sgretolarsi sotto il peso di proteste e ribellioni sempre più grandi ed assidue.
Dall’altro lato, però, la finta innocenza di Sebastian Milton concede a Carol l’opportunità di barattare la fuga del suo gruppo, senza che nessuno possa interferire. I sopravvissuti, dunque, possono abbandonare il Commonwealth e fare ritorno ad Alexandria o Hilltop per cercare di dimenticare e provare a ricostruire anche un briciolo di normalità.
Alcuni di loro (compresi Eugene, Ezekiel e Judith) vogliono rimanere per liberare il popolo del Commonwealth, accecato dal finto eroismo dei Milton e vittima di molti soprusi.

OH, THE FEELS!


Nonostante sia ampiamente presente nei fumetti dai quali è tratta la serie, l’arco narrativo del Commonwealth non è riuscito a bucare lo schermo ed appassionare gli spettatori tanto quanto avrebbe dovuto.
Uno dei motivi è sicuramente la suddivisione di questa stagione in varie tranche che si sono susseguite a partire da agosto 2021. Dividere così tanto l’undicesimo ciclo ha avuto come risultato sia una perdita di interesse da parte del pubblico che una certa fatica nel doversi ricordare quanto avvenuto nel capitolo precedente. La fluidità della narrazione, dunque, ne ha risentito molto.
A questo vanno aggiunti i soliti problemi di sceneggiatura che si ripercuotono sia sul ritmo della narrazione che sull’incisività dei dialoghi e dei personaggi. The Walking Dead non ha più nulla da dire ed il pubblico ne è consapevole.
Emblema di quest’ultima affermazione sono i secondi iniziali della puntata: un tuffo nei ricordi di un’epoca che non c’è più, un’operazione di puro fan-service che, però, riesce ancora ad emozionare proprio perché legata al punto più alto della serie.

“BUONA NOTTE E BUONE BOTTE”


Sostanzialmente questo diciottesimo episodio di The Walking Dead è la solita puntata con troppi dialoghi, situazioni già viste e personaggi che girano in tondo senza meta.
Gli unici momenti degni di nota sono, come già detto, la carrellata di immagini delle stagioni passate (rivedere Shane, Hershel, Merle e Rick è sempre un colpo al cuore) e la chiusura della puntata che riporta sul campo la componente action-zombesca.
Certamente il fine ultimo dello show non era mai stato quello di raccontare la causa dell’epidemia o focalizzarsi sui walkers, ma relegare gli erranti a semplici comparse, artefici, inoltre, di una morte scontatissima, fa capire il livello medio della serie.
I restanti episodi saranno utilizzati per smantellare a poco a poco la finta perfezione del Commonwealth, con le varie pedine che si contenderanno territori e personaggi. Non resta che aspettare e vedere dove gli autori vogliano andare a parare.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Un episodio in meno, almeno alla conclusione della serie madre
  • I pochi secondi iniziali. Brividi di emozione a non finire!
  • Noia, noia e ancora noia
  • La fine di Sebastian telefonatissima
  • Eugene e Max nuovi paladini del Commonwealth
  • Ah, ci sono ancora zombie in questa serie tv?!

 

Il pubblico può spuntare l’ennesimo episodio noioso dal calendario, felice ed estasiato che manchi sempre meno alla fine di questa serie tv.

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Se volete entrare nelle sue grazie, non dovete offendere: Buffy The Vampire Slayer, Harry Potter, la Juventus. In alternativa, offritele un Long Island. La prima Milf di Recenserie, ma guai a chiamarla mammina pancina.

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