La strada verso il finale è ancora lunga, ma sembra che “Warlords” inizi già a proiettare il pubblico verso quella che sarà l’ultima (e definitiva) parte della stagione finale.
Si tratta di un episodio leggermente diverso dal solito, un po’ per la struttura narrativa che alterna piani temporali differenti e un po’ perché si fa la conoscenza di nuovi personaggi.
UN NUOVO GRUPPO
The Walking Dead offre sempre il meglio di sè quando i sopravvissuti si imbattono in un gruppo completamente nuovo. In “Warlords” (letteralmente, i signori della guerra), il pubblico entra finalmente in contatto con una nuova comunità chiamata Riverbend, che in questa puntata si imbatte sia nei sopravvissuti di Hilltop che con il Commonwealth. Il nome arriva proprio dal complesso imponente in cui vivono, chiamato in precedenza Riverbend Apartment Complex.
A differenza di altri gruppi capitati nel cammino di The Walking Dead, la comunità di Riverbend non ha vita facile fin dalla sua prima introduzione nella serie. Lance, infatti, ormai fuori controllo e sentendosi potente, decide di ingaggiare Toby Carlson (interpretato da Jason Butler Harner, direttamente da Ozark), un ex agente della CIA, per guidare Aaron e Gabriel (la comunità è estremamente religiosa, un prete può far sempre comodo) in una falsa missione di pace. La nuova comunità religiosa infatti non verrà risparmiata da Carlson che in un delirio di onnipotenza, prima uccide alcuni membri, sequestra il leader e poi ordina ai suoi uomini di far piazza pulita.
Finalmente il vero lato del Commonwealth, già esplorato sottilmente, viene rivelato con i suoi veri intenti distruttivi. A Hilltop c’è del malcontento, ma non ancora sufficiente per fidarsi ciecamente del Commonwealth.
IL RITORNO DI NEGAN
Jeffrey Dean Morgan, come già anticipato dal promo dell’episodio, torna (finalmente) a indossare i panni di Negan. Non solo riesce in poco tempo a salvare Gabriel e Aaron, ma fa parte del nuovo gruppo preso di mira dal Commonwealth. Negan è senza dubbio il personaggio meglio scritto e più d’impatto di tutta la serie: nonostante il minutaggio a lui dedicato sia molto limitato, riesce con poche battute a oscurare la presenza di tanti altri personaggio che sono sí in scena, ma che non hanno la stessa presenza e, soprattutto, la stessa influenza sulla trama.
La sua presenza sarà decisiva per il prossimo episodio, principalmente perché avendo mandato il ragazzo a Hilltop potrebbe fungere da collante tra i diversi gruppi, anche se la sua funzione sarà decisamente più predominante nell’ennesima serie spin-off di cui sarà protagonista insieme a Maggie.
UN EPISODIO DIVERSO DAL SOLITO
Gli sceneggiatori hanno scelto di utilizzare una tecnica vista e rivista che consiste nell’alternanza di piani temporali differenti (seppure non così lontani cronologicamente) mostrati alla rinfusa. Ne consegue che la struttura dell’episodio non sia lineare e che invogli il pubblico a mettere insieme diversi tasselli per comprendere ciò che è effettivamente accaduto. Nonostante la scelta non stupisca, si rivela tuttavia efficace per introdurre il ritorno di Negan nel suo ruolo di artefice degli eventi che si susseguono nella puntata.
Inoltre, in “Warlords” mancano all’appello Norman Reedus e Melissa McBride, anche se non se ne sente effettivamente la mancanza. Le storyline e i personaggi coinvolti sono limitati, si tratta di un episodio meno corale ma non d’impatto inferiore. Mancano all’appello alcuni dei personaggi più amati, ma il ritmo non ne risente.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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The Walking Dead continua la sua più o meno riuscita corsa verso il gran finale, regalando episodi migliori di altri, ma non al livello di certi appuntamenti per i quali si generava una certa attesa. Le puntate scorrono senza grandi aspettative, aspettando il tanto desiderato epilogo.
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.