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Vikings: Valhalla 2×03 – 2×04 – Pieces Of The Gods – The ThawTEMPO DI LETTURA 4 min

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Vikings Valhalla 2x03 recensioneDopo due episodi introduttivi certamente non esaltanti, la serie di casa Netflix prosegue con un doppio appuntamento che continua a costruire una fitta rete di conflitti politici e religiosi destinati a deflagrare in un non lontanissimo futuro. Tuttavia, giunti ormai al fatidico giro di boa di questa stagione, è lecito ammettere che ci si sarebbe aspettato qualcosa di più. Sicuramente Probabilmente vi sarà un cambio di passo nella seconda metà stagionale, ma quattro episodi su otto per porre le basi della storia sono veramente eccessivi.
In queste due puntate la storyline si sviluppa principalmente in tre luoghi diversi, con un ridotto screen time invece per quanto riguarda Kattegat. Scelta interessante.

LONDRA


La storyline ambientata a Londra risulta essere molto sottotono rispetto alle aspettative, sia per l’assenza di Re Canuto e del padre, personaggi importanti nell’economia della show, sia per la direzione presa con il Conte Godwin.
Infatti intrappolare il maestro degli intrighi di corte in una storia d’amore, depotenziandolo, non è stata una scelta felice nell’immediato e ha indebolito ulteriormente questa porzione di trama, anche se potrebbe tornare utile per il futuro.
Bisogna dire che con l’uccisione della sua amata si va a creare il perfetto casus belli tra il Conte e la Regine Emma, probabilmente l’intento iniziale di questa scelta che sicuramente ha un buon potenziale narrativo in prospettiva, se sfruttato a dovere.
A convincere appieno invece è la Regina Emma, sempre ben interpretata da Laura Berlin, personaggio carismatico, in grado di regnare anche senza la presenza del marito e che non si fa problemi a inimicarsi l’uomo più potente a corte, ribadendo che è lei a detenere il potere, per ora.
Non è da escludere tuttavia che sia tutta una macchinazione di Godwin che potrebbe aver usato la ragazza sin dal principio per i suoi intrighi contro la Regina. La risposta arriverà sicuramente nelle prossime puntate.

JOMSBORG


Il dibattito storico intorno a Jomsborg e la sua esistenza è molto vivace e ancora non si è arrivati a una conclusione certa sul fatto che si tratti solo di una leggenda o al contrario di un insediamento realmente esistito.
La posizione della presunta fortezza vichinga non è stata definita con cura ma si ipotizza che si potesse trovare in qualche isola vicino all’Oder, fiume che attraverso diversi stati dell’Europa centrale e sembra sia esistita tra la fine del 900 e le prime decadi dell’anno 1000.
Al di là delle diverse teoriche storiche, sicuramente è affascinate l’idea di un’ultima fortezza norrena abitata da pirati ancora non cristianizzati che seguono le antiche credenze e vivono come i loro avi.
L’arrivo di Freydis, l’ultima figlia di Uppsala, ha dato peso a questa storyline che rivela le sue carte nell‘ottimo plot twist finale: il massacro perpetrato nei confronti della popolazione che vive nei boschi, ritenuta di un lignaggio inferiore, evidenzia come la comunità non sembra essere il paradiso sperato.
Resta da vedere allora se e in che modo Freydis, fatta prigioniera dagli Jomsvikings, riuscirà a liberarsi e magari riformare il rifugio per le popolazioni norrene che non hanno ancora abbracciato il cristianesimo.

SUL FIUME DNEPR


Vikings Valhalla 2x04 recensioneJeb Stuart ha deciso di cambiare rotta ai personaggi di Harald Sigurdsson e Leif Erikson che una volta arrivati dai Rus a Novgorod diventano rispettivamente un commerciante di pellicce e uno studioso, ma con precisi scopi, scopi che portano dritti a Costantinopoli.
Questo cambio, visibile anche nelle splendide location tra Novgorod imbiancato e il fiume Dnepr completamente ghiacciato, è stato però caratterizzato da qualche forzatura narrativa di troppo:

  • una guida cieca per attraversare il fiume;
  • una slitta trainata da cavalli per spostare l’imbarcazione sul fiume;
  • una banda di scappati di casa per affrontare/sfuggire i Peceneghi, popolazione nomade guerriera, non proprio accoglienti.

Insomma ben vengano le novità e le nuove ambientazioni che giovano anche alla narrazione, ma tra il ritmo molto sostenuto che stempera l’effetto rinnovatore e qualche scelta di sceneggiatura rivedibile nel complesso non soddisfano. Si poteva fare molto di più con questa storyline orientale.
Naturalmente con l’effettivo arrivo a Costantinopoli tutti gli equilibri potrebbero ribaltarsi, sempre che agenti atmosferici avversi o l’arrivo di Olaf da Kattegat non impediscano ai due guerrieri di arrivare nella grande città.
L’esplorazione di nuove terre e il contatto con nuove culture, popolazioni e religioni è sempre stato un punto cardine della serie madre, la sensazione è che almeno su questo tema lo show abbia deciso di prendere ispirazione dalla celebre serie di Michael Hirst.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Le diverse location giovano alla narrazione…
  • Queen Emma si conferma una Regina carismatica
  • Plot twist finale a Jomsborg
  • …anche se il ritmo narrativo rimane piuttosto sostenuto
  • Qualche forzatura narrativa in quel di Novgorod
  • Sottotono la trama londinese con il Conte Godwin intrappolato in ambito sentimentale, anche se c’è del potenziale

 

Un doppio appuntamento che non convince completamente e, sulla falsariga delle due puntate precedenti, si attesta su una sufficienza piena ma nulla di più. Era lecito aspettarsi altro da una serie con un buon budget, un ampio seguito e una terzo ciclo stagionale già confermato da Netflix.
La sensazione invece è che questa prima metà di stagione sia solo una grande introduzione per gli eventi che avranno luogo probabilmente negli ultimi due episodi, così da lanciare anche la terza stagione. Nel frattempo comunque rimane la curiosità nel proseguire la visione e vedere dove arriveranno i nuovi vichinghi.

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Venera due antiche divinità: Sergio Leone e Gian Maria Volontè.
Lostiano intransigente, zerocalcariano, il suo spirito guida è un mix tra Alessandro Barbero e Franco Battiato.

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