Non è ancora chiarissima la trama della nuova serie Netflix italiana Zero.
“Episodio 2” purtroppo non risponde alle domande sorte nello spettatore dopo il primo episodio, né aggiunge veramente molto a quanto già visto.
Lascia invece la serie in un certo stato di semi-stasi, limitandosi a presentare i vari comprimari e dare un temporaneo obiettivo al protagonista.
“Se la strada potesse parlare, ti direbbe: fallo, apri gli occhi e guardati intorno, se vuoi che il mondo ti veda.”
“APRI GLI OCCHI”
Se il primo episodio di Zero si focalizzava sull’idea di essere invisibile, tanto concretamente quanto metaforicamente, “Episodio 2” esprime più che altro la volontà di attivarsi per cambiare le cose. Da subito la serie ha mostrato Omar come un individuo che tende a vivere passivamente in attesa di un cambiamento spontaneo. Non per nulla il protagonista – a suo dire – accampa scuse per anni pur di non affrontare il confronto col padre, step obbligatorio per poter lasciare il paese e realizzare il proprio sogno.
Il secondo episodio della serie sembra indicare la volontà di cambiare le carte in tavola per il protagonista. “Episodio 2” alla fin fine non è infatti altro che un breve intermezzo per smuovere Omar e portarlo a cambiare atteggiamento, così da permettergli di aiutare tanto sé stesso quanto il proprio quartiere.
LA GANG
Dopo un pilota ovviamente incentrato quasi esclusivamente sul protagonista e sul suo interesse amoroso, “Episodio 2” presenta il resto del cast. Nello specifico, quelli che saranno presto gli amici di Omar.
Sharif è stato già ampiamente introdotto: il leader del gruppo, carismatico ma anche impulsivo e attaccabrighe. Sharif è di fatto il collante trai personaggi, colui che, con le sue insistenze e i suoi modi molesti, finisce per trascinare chi lo circonda. È infatti anche il motivo per cui in primo luogo Omar conoscerà il resto della gang.
Pur essendo tutti molto presenti all’interno dell’episodio, il pubblico conosce veramente gli altri membri della combriccola assieme a Omar stesso, attraverso una rapida presentazione di Sharif. Questo metodo è sì funzionale affinché lo spettatore empatizzi e identifichi subito i diversi personaggi e le loro caratterizzazioni rapidamente, ma anche poco realistico e credibile. Inoltre, in generale, rimanda a una nota dolente riscontrabile purtroppo più volte nel corso dell’episodio: i dialoghi.
“Tu sei speciale e io no.”
Troppo spesso infatti (in un episodio della durata di soli 20 minuti) i dialoghi rendono le scene cringe, piuttosto che divertenti o spettacolari. Questa scrittura un po’ troppo approssimativa e fittizia rende le scene, per l’appunto, poco realistiche e difficili da prendere sul serio. Un difetto in netto contrasto con una fotografia invece molto apprezzabile, purtroppo spesso intaccata dall’intervento dei personaggi.
PANORAMICA DEL BARRIO DI MILANO
“Allora, frà. La diamo una mano al quartiere, sì o no?”
L’apertura dell’episodio segnala come il principale setting della serie sia un luogo poco sicuro e preda frequente di atti vandalici e aggressioni. Il Barrio qui rappresentato è un luogo fittizio, realizzato per dare un contesto difficile in cui ambientare gli eventi della serie. I motorini in fiamme, le statue decapitate, i danni agli impianti elettrici e la stessa morte (?) di Dietmar sono segnali fin troppo evidenti di questa realtà che la serie si propone di rappresentare.
L’episodio rende chiaro come nel quartiere ci sia un senso di comunità, ma anche come siano diffusi pregiudizi e ingiustizie. È proprio la situazione difficile in cui versa il Barrio a smuovere la trama, unendo i vari personaggi sotto un unico obiettivo: aiutare il quartiere.
Se in questo senso “Episodio 2” dà una direzione, anche solo temporanea, alla serie, è pur vero che manca ancora un senso di trama vera e propria. Non è infatti per nulla chiaro quale sia il vero plot della serie, né quanto incisivo sia il particolare più anomalo, ovvero l’invisibilità di Omar, a stento accennata all’interno dell’episodio e di conseguenza neanche mai spiegata.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Dopo un esordio apprezzabile, Zero sembra subire una battuta d’arresto già dal secondo episodio. “Episodio 2” si rivela infatti purtroppo uno step lento e scarno di eventi, non così incisivo o interessante.
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.