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I Leoni Di Sicilia 1×03 – Episodio 3TEMPO DI LETTURA 3 min

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Recensione I Leoni di Sicilia 1x03I Leoni di Sicilia arriva al suo terzo episodio che tuttavia si presenta fiacco e di poca consistenza.
Purtroppo la love story tra Vincenzo Florio e donna Giulia non spicca per originalità e per mancanza di chimica tra i due interpreti che, più che amanti, continuano ad allontanarsi sistematicamente. Alla fine, sono proprio le scene in cui donna Giulia rifiuta l’amore di Vincenzo quelle più convincenti. La percezione che se ne ha è di una serie che se prodotta dieci anni fa sarebbe stata già vecchia.

QUESTO (O QUELL’ALTRO) MATRIMONIO SI DEVE FARE


Vincenzo Florio è ormai cresciuto ed è diventato un imprenditore di grido di Palermo. Tutti chiedono un favore a don Vincenzo e, soprattutto, soldi perché uno del suo rango può maneggiarli senza le difficoltà della nobiltà.
Vincenzo Florio è un uomo d’azione ma rimarrà per sempre un “putiario” se non porrà rimedio e non aggiusterà la percezione del suo rango. Il consiglio non richiesto viene da nientepopodimeno che da Carlo Filangeri, principe di Satriano.
La decisione di Vincenzo Florio, vero uomo d’azione, comunque, arriva subito e di fretta coinvolge la madre nella scelta della giusta candidata. Non deve essere necessariamente bella, brutta, giovane o vecchia, ricca o povera, purché abbia un titolo in dote. E tutto ciò per riempire la reggia che ha comprato di pargoli e onorare il nome e la memoria di un padre violento che, sin dal primo episodio, Vincenzo mostrava di non apprezzare particolarmente. La scelta degli autori di riferirsi continuamente a questa memoria paterna, quindi, non appare così convincente in bocca a Vincenzo che alla fine ha scavalcato anche lo zio (prima della sua morte prematura nel precedente episodio) nel momento in cui ha portato le macchine inglesi in Sicilia.
Inoltre, appare comodo utilizzare un salto temporale così importante e passare direttamente al momento della gloria imprenditoriale di Vincenzo che ora ha vigne, saline, solfatare, tonnare e quant’altro. In questo modo il pubblico deve fidarsi a prescindere: Vincenzo Florio è stato migliore del padre e dello zio negli affari, lui è il vero uomo d’azione, il vero leader di cui la famiglia aveva bisogno. Peccato che forse sarebbe stato utile inserire almeno qualche flash di come il giovane Vincenzo Florio è riuscito a diventare da bottegaio venuto dalla Calabria e strozzino dei nobili palermitani.

TRA PEAKY BLINDERS ED ELISA DI RIVOMBROSA


Nota dolentissima è poi la love story tra Vincenzo e Giulia che invece di traboccare pathos e eros sembrano essere respingenti tra loro: non basta qualche battuta qua e là per creare la chimica, non bastano movimenti di macchina o altri escamotage cinematografici. Servono due attori che sanno fare bene il loro mestiere e si impegnano per creare quel quid che qui evidentemente è mancato e ha reso la vicenda di Vincenzo Florio, novello Peaky Blinders, e donna Giulia una brutta Elisa di Rivombrosa siciliana tra stalle polverose e saline realizzate vicino alla vecchia casa di famiglia.
Non si può non citare poi la colonna sonora al limite del ridicolo in questo episodio. La volontà di fare una serie italiana godibile anche all’estero è percepibile, come le possibili influenze sugli autori di opere importanti e ben fatte. Tuttavia, il risultato è un’accozzaglia di elementi che portano questo show ad essere la più grande occasione mancata, quasi al pari di una qualsiasi fiction Rai ma prodotta, inspiegabilmente, da Disney+.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • La ricostruzione dell’ambientazione storica
  • La solita recitazione all’italiana
  • La mancanza di chimica tra Michele Riondino e Miriam Leone
  • I dialoghi vecchi e stravecchi

 

La timeline de I Leoni Di Sicilia va in avanti ma il gradimento scende. Non un pessimo episodio ma per uno dei pochi prodotti italiani che tende ad un respiro internazionale si poteva fare di meglio.

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La notte sognivaga passeggia nel cielo ed il gufo, che mai dice il vero, sussurra che sono in me draghi ch'infuocano approdi reali e assassini seriali, vaghi accenti d'odio feroce verso chiunque abbia una voce e un respiro di psicosfera che rende la mia indole quanto mai nera. Però sono simpatica, a volte.

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