Salem 2×11 – On Earth As In HellTEMPO DI LETTURA 4 min

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Salem ha appena battuto il record del peggior tempismo mai visto. Pochi giorni fa in un altro telefilm ben più famoso abbiamo visto un personaggio che ha sempre dettato legge essere messo malamente alla berlina. La scena è stata lunga, straziante e visto l’eco mediatico della serie in questione non passerà poco tempo prima che venga dimenticata. Durante la stessa sera di trasmissione (che per noi in Italia vuol dire stesso giorno di reperimento degli episodi) è andato in onda il nostro ben più modesto telefilm horror-trash-storico. La povera Mary Sibley, come la sua ben più famosa collega, vede per la prima volta ribaltato il suo potere dispotico, ma con una sequenza breve, modesta e alquanto ridicola nel suo rapido ribaltarsi.
Questo fattore infatti ci porta a trattare un argomento che è una grande trave nell’occhio di questa seconda stagione di Salem. Se nella prima stagione tutto avveniva ripetitivamente gradualmente, poco alla volta, mantenendo uno status quo che si modificava lentamente, fino alla botta finale della 1×13, in questa seconda stagione si è deciso di lanciarsi in quel gran brutto vizio che hanno alcune serie: rapidi cambi di sponda per mantenere alta l’attenzione, ergo coprire una certa mancanza di idee chiare da sviluppare in maniera sapiente. Così nell’ordine abbiamo visto: il bambino che visita la mamma a giovedì alterni, il bambino che scappa, il bambino posseduto, John killer pazzo, John incatenato, John tenero papà, Mary con il potere, Mary senza potere, Maty contro Xena, Mary alleata, Mary imprigionata, Mary che piange di fronte alla lagnosissima Anne, Mercy pazza, Mercy bruciacchiata, Mercy gnocca, Mercy sparita, Cotton ubriaco. Non conosciamo i propositi del canale televisivo, ma dovesse esserci un rinnovo si va pericolosamente nella direzione di uno scadimento a causa dei continui cambi di prospettiva a cui, serie del calibro di The Vampire Diaries, ci hanno abituato. Nel caso in cui il series finale sia già nell’aria, potrebbe invece avere una certa coerenza condurre così gli eventi verso un precipitoso finale.
Ed è un peccato che vi sia tale carenza di idee perché alcune soluzioni sceniche, seppure dirottate verso un pericoloso confine con il trash, hanno il loro perché. Ne è un esempio il monologo di Isaac, spuntato dopo un certo periodo di latitanza. Completamente gratuito, è vero, senza nessun fine se non quello di metterlo alla gogna vicino a Mary, ma il suo monologo rende giustizia ad un personaggio che esiste, non si sa bene per quale motivo, sin dal primo episodio. Allo stesso modo, e sicuramente con motivazioni di trama più valide, vi è la lunga e inquietante scena dell’esorcismo del piccolo John. Il vero piatto forte di Salem è sempre stato il saper unire bene l’inquietante/horror con il puro Schifo che in altri ambiti sanguinolenti o splatter si è sempre evitato di mostrare. Lo Schifo (volutamente con la maiuscola) rappresenta il lato oscuro del sangue: non si limita a farci vedere una ferita, ci mostra il putrido che ne deriva; ci mostra un posseduto che non fa solo versi strani, ma vomita anche insetti e liquame nero. In poche parole, Salem ci mostra il marcio, la decomposizione e la puzza, consoni come non mai per quell’epoca storica.
Peccato che “l’accuratezza demoniaca” dell’esorcismo sia stata risolta in maniera così poco coerente. Il padre, dopo l’eccellente monologo (il secondo) del figlio oramai totalmente succube del demone che lo possiede, rompe il maleficio afferrandolo e buttandolo dall’altra parte della stanza. Così il grande emissario del male risulta momentaneamente sconfitto. Mah.
Con il cliffhanger finale veniamo accompagnati direttamente verso l’ultima coppia di episodi che avremo modo di vedere nelle prossime due settimane. La situazione si fa critica, eppure dubitiamo che gli spettatori scalpitino per vedere ciò che succederà. Questo è il risultato di una trama gestita con il pilota automatico, riempita di tanti effetti (ben riusciti) e dialoghi scontati, il tutto condotto a velocità diverse. Con una certa sicurezza, all’alba degli ultimi due episodi di questa seconda stagione, possiamo dire di non trovarci di fronte ad una pietra miliare della televisione.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Il monologo di Isaac che rende giustizia al personaggio
  • Alcune scene schifosissime, come al solito
  • Cliffhanger finale
  • Il monologo di Isaac che non porta da nessuna parte
  • Episodio che conferma la velocità e i cambi di fronte di questa stagione che non segue una direzione precisa
  • La fine dell’esorcismo
  • Tituba, Mercy e Wainwright: ovvero attori part-time

 

Salem in generale, e questo episodio in particolare, gode del raffinatissimo equilibrio tra ottime trovate sceniche mischiate ad una scrittura approssimativa e poco accattivante. Per questo motivo orbita sempre intorno ad un’anonima sufficienza, non avendo il privilegio dell’attenzione di un brutto voto e di un pessimo giudizio. Questo anonimato, manco a dirlo, è pienamente riscontrabile negli ascolti.

 

Til Death Do Us Apart 2×10 0.39 milioni – 0.1 rating
On Earth As In Hell 2×11 0.31 milioni – 0.1 rating

 

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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.

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