Servant 2×03 – PizzaTEMPO DI LETTURA 3 min

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Servant 2x03 RecensioneLa recensione della nuova puntata di Servant non è stata scritta con facilità, in quanto “Pizza” è un episodio piatto, a tratti comico, nel quale la sporadica e risicata tensione narrativa non riesce a sovrastare la mediocrità della trama fino ad ora presentata. Un gran peccato, dato che ci si ritrova a stagione inoltrata e sarebbe giunto il momento di movimentare le torbide acque nelle quali si è impantanato lo show.

1,2,3… PIZZA!


Il risvolto comico della puntata è dato dal sotterfugio escogitato dalla famiglia Turner – anche se la mente “malata” dietro a tutto è sempre Dorothy – per entrare dentro una villa di periferia, ipotetico nascondiglio di Leanne e dei membri della setta. Dopo essersi appostati per diverso tempo fuori dai cancelli, i Turner capiscono che l’unico modo per poter varcare la soglia è quello del food delivery service. Inizia così la bizzarra creazione della pizzeria per asporto Santa Crostina, con tanto di volantino, foto e prezzi competitivi. Tanti sono gli elementi che fanno addentrare l’episodio nei meandri della dark-comedy, dal nome stesso della pizzeria, al perfezionismo maniacale di Sean anche in vista di semplici pizze farlocche, fino alle battute pungenti di Julian, unico barlume di saggezza in una situazione talmente assurda da non reggersi in piedi. La trama orizzontale avanza con fatica, presentando il conto solo nei minuti finali, dove un inaspettato turn of events, dà uno scossone alla storyline e getta le basi per un episodio migliore. Almeno si spera.

TALE PADRE, TALE FIGLIA


I più attenti appassionati delle opere di Shyamalan, avranno sicuramente percepito una sorta di familiarità intrinseca durante la visione, come un déjà vu che trasporta lo spettatore in una situazione già vista e sperimentata. Tutto questo trova la sua spiegazione nella regista dell’episodio: Ishana Night Shyamalan, figlia proprio dello stesso Manoj. La ragazza ha già all’attivo due short film e alcuni video musicali della sorella Saleka e diventerà una presenza fissa in questa seconda stagione, dato che gli autori le hanno affidato il prestigioso compito di scrivere e dirigere il season finale. Il tocco della famiglia Shyamalan si evince dalle inquadrature, dal gusto poco commerciale, dall’importanza data alle immagini e dalle sequenze dense di significato. Forti e potenti sono, ancora una volta, la resa visiva dell’episodio e la sua estetica, con una escalation ansiogena appena varcata la soglia dell’enorme casa, ma pochi momenti di tensione non riescono a scalfire la superficie. “Pizza” rimane un episodio dimenticabile e non all’altezza dei suoi predecessori.

IL DRAMMA UMANO


Una buona dose di importanza viene data anche al flashback che accompagna l’intera puntata, ovvero Dorothy all’ultimo mese di gravidanza e costretta a letto da una complicazione. Oltre al personaggio di Leanne, anche quello della giornalista rappresenta un insieme unico di sfumature e sfaccettature, che la rendono difficilmente etichettabile sia come vittima che come carnefice. Da un lato assistiamo alla disperazione di Dorothy dopo la sparizione di Jericho ed alla sua voglia spasmodica di risposte, dall’altro lo spettatore conosce la verità dietro la morte del vero Jericho. Anche durante il flashback, la donna si mostra poco incline ad avere istinto materno, mettendo a repentaglio la salute del bambino senza pensarci due volte. Il seme del dramma umano si era già insinuato nella quotidianità della famiglia Turner, mettendo radici e germogliando per trasformarsi in qualcosa di più atroce e sinistro.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Ishana Night Shyamalan: buon sangue non mente
  • Flashback di una Dorothy incinta
  • Julian è l’unico a mostrarsi ancorato alla realtà. Quasi un paradosso, conoscendo il personaggio
  • Episodio troppo tragicomico
  • Davvero non ci si poteva inventare qualcos’altro per entrare nella casa?
  • Venti pizze consegnate ad una villa di periferia. “Mamma, ho perso l’aereo” sei tu?
  • Episodio piatto e ritmo altalenante. Non bastano i colpi di scena sul finale

 

Nelle vene della regista Ishana Night Shyamalan scorre decisamente buon sangue, ma questo non basta a far digerire la visione di un episodio che avrebbe potuto dare molto di più.

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Se volete entrare nelle sue grazie, non dovete offendere: Buffy The Vampire Slayer, Harry Potter, la Juventus. In alternativa, offritele un Long Island. La prima Milf di Recenserie, ma guai a chiamarla mammina pancina.

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