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“Well, well, well, look who’s back. Where the hell you been? At home, sitting on your asses, practicing social distancing? Washing your hands 20 times a day while us essential workers risked our lives making sure you have enough toilet paper and wheat flour for your sourdough? What a bunch of pussies. And now you can’t remember what happened last season on Shameless? Get out of here. Go on, get. Get! I will piss on your leg. I’ll piss on your leg.“
I Gallagher si preparano a salutare il proprio pubblico per un’ultima, fragorosa, volta. E “This Is Chicago!” viene concepito esattamente con questo desiderio: tutti i personaggi (fatta eccezione per Liam, per ora) vengono ripresi e lo spettatore viene aggiornato della loro situazione attuale. Shameless, infatti, è l’ennesima serie tv che decide di inghiottire nel suo paradigma narrativo l’intera questione pandemica legata al Covid-19. Ecco quindi le problematiche relative alla chiusure di ristoranti e bar (Kevin e Veronica); alla rimodellazione del lavoro secondo i nuovi standard sanitari (Lip, Tami, Ian, ma anche Kevin); la didattica a distanza (Debbie).
Ma la pandemia non è l’unico elemento che Shameless ha deciso di raccogliere dalla realtà: dal 1° gennaio 2020, infatti, nello stato dell’Illinois (dove si trova la città del vento poeticamente ed arbitrariamente descritta da Frank ad inizio puntata) è stata legalizzata la marijuana a scopo ricreativo. Un dettaglio che, considerata la serie tv, non poteva essere lasciata cadere nel nulla: ecco quindi che Kevin e Veronica implementano i prodotti a disposizione nel loro locale andando a vendere biscotti, gomme e quant’altro, il tutto ovviamente a base di cannabis.
Ma la pandemia non è l’unico elemento che Shameless ha deciso di raccogliere dalla realtà: dal 1° gennaio 2020, infatti, nello stato dell’Illinois (dove si trova la città del vento poeticamente ed arbitrariamente descritta da Frank ad inizio puntata) è stata legalizzata la marijuana a scopo ricreativo. Un dettaglio che, considerata la serie tv, non poteva essere lasciata cadere nel nulla: ecco quindi che Kevin e Veronica implementano i prodotti a disposizione nel loro locale andando a vendere biscotti, gomme e quant’altro, il tutto ovviamente a base di cannabis.
“Chicago, the city of broad shoulders, the Windy City, a city with a multitude of voices, languages, and a vibrant history. From the four corners of the Earth, people come to the city on the lake to work and help create a truly modern metropolis. Yep, from all four corners of the Earth, all right. Polacks and krauts and dagos and the lowest of the low, the Irish…Starving spud famine refugees, like us Gallaghers. Every important moment in Chicago history, a Gallagher was there.”
Accantonato questo desiderio di realismo, Shameless si ripresenta senza troppe differenze rispetto a dove si era concluso: Lip e Tami, entrambi impegnati lavorativamente, stanno portando avanti sia il loro impegno da genitori, sia quello di ricostruzione della casa dove Lip era riuscito a convincere a venire a vivere Tami; Carl sta per diventare a tutti gli effetti un cadetto della polizia portando a compimento un’evoluzione del personaggio a tutto tondo; Debbie rimane in fase statica sia dal punto di vista lavorativo, sia dal punto di vista amoroso-familiare; Ian e Mickey stanno attraversando una piccola crisi collegata al fatto che il secondo sembra non aver del tutto compreso l’impegno che richiede un matrimonio (anche dal punto di vista economico); Kevin e Veronica stanno cercando di far sopravvivere l’Alibi, anche in maniera illegale; Frank sta depistando il racconto di Chicago cercando di renderlo una pura e semplice appendice all’interno della narrazione della famiglia Gallagher; Kermit e Tommy si scoprono omosessuali (esattamente come Contino Bricchio e Fruf ne Il Divano Scomodo).
Un’undicesima (ed ultima) stagione che parte in quarta andando a rispolverare tutte le sottotrame legate ai singoli personaggi e che, tramite un accorato monologo conclusivo di Frank, promette al proprio pubblico divertimento per l’intera stagione. Una promessa accorata, sincera e che rappresenta la prima volta di un personaggio di Shameless che buca la quarta parete senza essere il famigerato opening: “This is my Chicago, the Chicago I love. Lip’s got a baby now. Debbie’s got a kid and a rap sheet. Carl’s gonna be a cop. Didn’t see that coming. Ian’s married to a Milkovich. Really didn’t see that coming. Family looking after family. That’s the South Side way. The Gallagher way. Yeah, this is our Chicago. It’s disappearing fast. But before it’s gone, we’re gonna enjoy every fuckin’ minute of it.”
Un’undicesima (ed ultima) stagione che parte in quarta andando a rispolverare tutte le sottotrame legate ai singoli personaggi e che, tramite un accorato monologo conclusivo di Frank, promette al proprio pubblico divertimento per l’intera stagione. Una promessa accorata, sincera e che rappresenta la prima volta di un personaggio di Shameless che buca la quarta parete senza essere il famigerato opening: “This is my Chicago, the Chicago I love. Lip’s got a baby now. Debbie’s got a kid and a rap sheet. Carl’s gonna be a cop. Didn’t see that coming. Ian’s married to a Milkovich. Really didn’t see that coming. Family looking after family. That’s the South Side way. The Gallagher way. Yeah, this is our Chicago. It’s disappearing fast. But before it’s gone, we’re gonna enjoy every fuckin’ minute of it.”
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Le premesse sono più che sufficienti ed è alta la speranza in una degna conclusione ad uno show che dal 2011 racconta le vicissitudini di una delle famiglie più depravate e più attaccabrighe dello schermo. Il tempo è passato, la famiglia ha perso dei pezzi ma ne ha racimolati altri lungo il percorso. Ora è giunto il momento di descrivere l’ultima, sporca, meta di questo viaggio.
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.