Siempre Bruja 1×01 – Un Salto En El TiempoTEMPO DI LETTURA 5 min

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“Mituto onatuto laroyeile. Hechua gogo. Hechua loguana. Hechua gotipongo. Hechua yomamagueño.”
(no, gli autori non erano sotto l’effetto di droghe, è una formula magica)

“Tremate, tremate le streghe son tornate” è un noto slogan femminista degli anni 70 e fa riferimento alle persecuzioni religiose medievali in cui le donne che venivano ritenute “strane” per i loro comportamenti, erano spesso accusate di stregoneria e, per questo motivo, arse vive nelle pubbliche piazze in seguito a processi sommari o comunque poco chiari.
Oggi, dopo l’invasione di vampiri e zombie vari, sono sicuramente le streghe i “mostri” di maggior successo sul piccolo schermo, con riferimenti particolari proprio al loro aspetto “femminista”, quasi una conseguenza/reazione al fenomeno #metoo che rimane ancora molto attuale nell’industria dell’audiovisivo. Una tendenza già nota allo spettatore seriale grazie alla fortunata Chilling Adventures Of Sabrina, al meno fortunato reboot di Charmed e con quella che potrebbe diventare la prossima produzione Netflix italiana.
In questo filone dunque s’inserisce anche quest’ultima serie Netflix colombiana dal titolo inequivocabile: Siempre Bruja (“Strega per sempre” in italiano).
E certamente le aspettative sono molto alte dal momento che l’ultima produzione colombiana di Netflix (co-produzione con gli Stati Uniti, per essere precisi) è stata Narcos. Eppure questi due prodotti non potrebbero essere più diversi fra loro e purtroppo, bisogna dirlo, anche per quanto riguarda la rispettiva qualità intrinseca.
Siempre Bruja è un fantasy-drama che si svolge a cavallo tra due epoche. La storia inizia a Cartagena nel 1646 quando una giovane schiava mulatta, Carmen Eguiluz (Angely Gaviria), viene accusata di stregoneria e condannata al rogo. Mentre è sulla pira però riesce a pronunciare quella che sembra essere una formula magica. Grazie a questa riesce a sfuggire alla morte e viene catapultata avanti nel tempo nella Cartagena del 2019.
Qui si scopre che non è un caso se si trova proprio in quel posto e in quel periodo: mentre era in carcere aveva conosciuto uno stregone Aldemar (Luis Fernando Hoyos) che le aveva insegnato quella formula per chiederle di portare una pietra magica alla professoressa Ninibé (Veronica Orozco), ex-strega ora insegnante di biologia all’Università locale. Questa pietra servirà per sconfiggere definitivamente il demone Lucien, grande nemico di tutti gli stregoni e le streghe di tutte le epoche. In cambio Carmen potrà poi tornare nel passato ed evitare l’Inquisizione fuggendo con il suo amato (un personaggio e un attore talmente insulsi che non meritano di essere nominati qui).
Il piano sembra procedere bene fino a quando la professoressa Ninibè non viene trovata e uccisa, in una maniera non molto chiara e parecchio fortuita, proprio dal demone Lucien (aka “il demone con la peggior CGI della storia delle produzioni Netflix”) il che costringe la protagonista a prolungare la sua permanenza nel presente per scoprire il mistero legato alla sua morte e nello stesso tempo per trovare un modo di tornare nella sua epoca non avendo lei i poteri per governare il tempo.
Se da un lato funziona lo strano mix di urban-fantasy e drama storico che la serie presenta, allo stesso modo la trama presenta più di un buco di sceneggiatura a cui poco può rimediare la suggestiva ambientazione caraibica carica di musica e folklore.
Tanto per cominciare non sono ben chiari gli effettivi poteri della protagonista: sembra quasi che il suo essere strega avvenga per caso, tanto che più di una volta viene da chiedersi se lo sia effettivamente. Anche perché l’accusa per cui viene bruciata è talmente ingiustificabile che rasenta il ridicolo, e lei stessa, all’inizio, nega di essere una strega. I suoi poteri le vengono “dati” soprattutto da personaggi esterni (Aldemar, ma anche lo stesso zio che l’indottrina da bambina alle arti curative), e tuttavia la trama lascia più di un indizio per far ritenere che ci sia qualcosa di “magico” in lei. Di certo si sa che, per qualche motivo, è in grado di parlare con i cani (di altri animali finora non si ha notizia) e di curarsi ferite molto gravi e le ustioni con la sola imposizione delle mani, oltre a levitare nel sonno.
Tutti elementi che la connotano come “magica” certamente, ma che sembrano sempre essere messi un po’ a caso nella narrazione, quasi sempre a suo vantaggio, il che è, per l’appunto, l’esatta definizione di “buco di sceneggiatura”.
Si aggiunga a questo elemento negativo il fatto che il suo viaggio nel mondo contemporaneo appare alquanto facilitato e fin troppo semplice. Una delle cose più interessanti, per una storia del genere, sarebbe stato vedere come una ragazza del 600 si potesse ambientare in un mondo contemporaneo che per lei dovrebbe risultare completamente estraneo e lontano anni luce dalla sua mentalità. Invece questo passaggio viene semplificato al massimo, per cui Carmen si muove abbastanza agilmente nel presente e riesce anche a trovare subito un’abitazione (anche grazie alla padrona d’albergo più generosa e disponibile di tutta la Colombia che non fa mai domande a questa sconosciuta piombatagli in casa) e la persona che cercava.
Si capisce subito che il target di riferimento per questa serie è completamente diverso da quello di Narcos. Siempre Bruja è un prodotto pensato per un pubblico (forse anche per una rete televisiva) decisamente più mainstream e in cerca un enterteinment più leggero e in linea con i canoni del teen-drama e dello young adult (altri generi a cui la serie attinge).
Chiarita questa cosa, non è il peggior prodotto realizzato da Netlfix, ma certamente non è neanche un capolavoro, almeno in questo  primo episodio pilota. Presenta alcuni spunti interessanti e una tematica che, se ben approfondita, potrà certamente interessare e piacere a un certo tipo di pubblico, ma prima dovrà togliersi necessariamente di dosso la patina di telenovela latino-americana che si porta dietro e riuscire a sciogliere questi nodi problematici della trama che rischiano di  compromettere quanto di buono si è visto finora.
La ripartizione in 10 episodi da 50 minuti l’uno può facilmente permettere queste cose, ma al momento la serie non va oltre il Save.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Drama storico + urban fantasy
  • Ambientazione caraibica
  • Trama alquanto raffazzonata
  • Elementi soapish a go go
  • Poco chiari i poteri reali della protagonista
  • CGI da cavarsi gli occhi per la vergogna!

 

Nuova serie Netflix “made in Colombia”. Stregoneria e urban fantasy sullo sfondo dei paesaggi caraibici. Non sarebbe male come idea, peccato che il risultato finale lasci alquanto a desiderare.

 

Un Salto En El Tiempo 1×01 ND milioni – ND rating

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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!

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