Suits 4×04 – 4×05 – Leveraged – Pound Of FleshTEMPO DI LETTURA 6 min

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“You always have a choice.”
I dilemmi morali che nemmeno il giovane Anakin Skywalker, i personaggi che si confrontano con le loro forze e debolezze. Questi i temi delle ultime due puntate di Suits, di cui in particolare la seconda si merita un “SI'” grande come i nodi alle cravatte che a quanto pare sono tanto in voga tra gli avvocati di New York.
In ordine sparso: Mike alle prese con sempre nuovi dilemmi fa di nuovo
sembrare leggermente irreale la sua situazione: che succedano tutte a lui, che tutti i personaggi che incontra abbiano legami con quelli già conosciuti e che debba sempre trovare modi per risolvere problemi che mettono a dura prova i suoi principi morali, fa sì che nemmeno a metà stagione siamo ancora nella fase di transizione di un personaggio che non ha trovato il proprio posto nel mondo e forse non lo troverà mai.
Potevano risparmiarsi la scena di Sidwell e targhette. Il pubblico di Suits non ha bisogno di vedere situazioni esasperate per far percepire di più l’importanza di certe azioni. E’ un insulto alla sua intelligenza, oltre che per niente in linea con il personaggio di Sidwell che, una puntata sì e una pure, minaccia di licenziare Mike, per poi confidargli di volergli dare la targhetta di impiegato del mese/orgoglio di papà. WTF? Comunque, al solito il povero Mike, dopo aver corso come una trottola per tutta la puntata alla ricerca di modi per risolvere tutti i suoi imprevisti (davvero, ma che hanno giornate da 56 ore questi?) si ritrova gabbato, dallo spietato Charles Frostman (un nome un programma)-Eric Roberts, che come il bimbo che tutta la classe odia fa la spia alla maestra e ottiene quello che vuole.
Menzione speciale per Louis, che forse finalmente inizia ad avere un vero ruolo all’interno della storia, sebbene lo faccia attraverso i suoi punti deboli, quelle emozioni e paure che lo rendono così diverso dal suo modello, Harvey, nonostante le sue abilità come avvocato. “You are cold and I am emotional. You are loved and I am hated”. Harvey e Louis sono come due fratelli, di cui il minore sempre nell’ombra del successo del primo è alla disperata ricerca della sua approvazione. Forse la reazione di Harvey è stata un pò dura ma anche quella di Louis un pò ridicola. Sembra inconcepibile che un avvocato di quella levatura si faccia abbindolare da una fake news creata dall’ultimo arrivato nel gioco.
Louis e le sue debolezze aprono spazio per una serie di spunti: innanzitutto il tanto atteso (almeno da chi scrive) confronto con Harvey e conseguente inserimento del personaggio nelle dinamiche non necessariamente, e comunque non solo, comiche.
Louis che fa il badass contro Mike o l’inchino da paggio in stile Bardo: quello è il suo posto, divertente senza scadere nel ridicolo (se si sorvola la mise elisabettiana) e allo stesso tempo contribuendo a costruire il personaggio.
I was pretty damn good Louis, I was.” disse Lady Olenna Donna Roberta Paulsen (Roberta!). L’inserimento della storyline su Shakespeare con Donna è forse una delle migliori trovate dall’inizio della serie perché rappresenta contemporaneamente un classico elemento citazionistico di Suits, che addirittura si eleva dal cinematografò al teatro shakespeariano, una scusa per vedere nella stessa scena due personaggi geniali quali Donna e Louis, che male non fa, ma anche mostrarci lati nuovi dei due rafforzando non solo il loro rapporto ma anche quello con il pubblico. In particolare si potrebbe puntare l’attenzione su un “Rememeber when you said you’re not a lawyer? You could be.” di Louis a Donna che potrebbe mettere in moto l’auspicato risveglio delle ambizioni di carriera di Donna. Insomma, già solo per tutte queste cose “Pound of flesh” (il cui titolo riprende appunto “Il mercante di Venezia” di Will Shakespeare, con tutte le metafore e riferimenti possibili alla “carne” dei personaggi che si muovono in quella che si spera non sarà una tragedia) merita la nostra approvazione, ammirazione, commozione,…un pizzico di malizia? (cit. Maccio).

Ma la ciliegina sulla torta ce la offrono loro, la coppia dell’anno, i BFF Harvey e Mike, che grazie nuovamente ad un’involontaria azione di Rachel (nella fattispecie il suo svenimento in università) si ritrovano in una squisita (s)cena da bromance che fa venire allo spettatore gli occhi a cuore come a Bunny/Sailor Moon quando vede Marzio/Milord.

Si fa strada l’idea che tutta questa partita a scacchi in cui si ritrovano i nostri protagonisti non sia fatta, come sembrava all’inizio, per far crescere Mike, fargli decidere chi vuole essere, ecc ecc ma anche per Harvey. Harvey che si sente in colpa per aver fatto lavorare troppo Rachel (che poi, suvvia, se ha ancora il tempo di abbinare i tacchi dodici alle camicette, tutto questo indaffarata non è!), Harvey che ammette di non aver avuto tempo per Mike, Harvey che si congratula per la mossa di Mike contro Louis “It was harsh, but it was brilliant”, Harvey che chiede scusa per non aver fermato Jessica. Date una medaglia a quest’uomo!

Altro prodotto della storyline Louis: il possibile ritorno di Sheila (il “forse è servito a farti capire che vuoi ancora Sheila” di Rachel può essere un input per un ritorno o è solo il solito inutile intervento della quasi ex-ragazza di Mike?).
Il cammino di Rachel è infatti inesorabile e solo un plot twist eccessivamente romantico potrà evitare il break-up finale tra l’ignaro Mike e la sua compagna.
“He doesn’t have to like it, he has to do it”. Dilemmi morali anche per il nuovo arrivato alla Pearson-Specter, Jeff Malone, un pò meno per i suoi boss. Jessica, principale acquirente mondiale di tailleur, gli chiede di camminare sul filo di quel rasoio chiamato legalità, e Harvey, che ha scritta sopra al letto la frase “tutto quello che mi piace fare è immorale o illegale” e non vedeva l’ora di dare allo scagnozzo di Woodal, la new entry Sean Cahill, interpretato da Neal-sguardo da psycho-McDonough, un altro motivo per avercela con lui, le dà corda.
L’ingresso di tale Sean Cahill, paladino della giustizia in stile Frollo ne Il gobbo di Notre Dame, farà sì che i due casi, quello dello studio che si difende dalla CTS, e quello dell’acquisizione delle industrie Gillis, si intersecheranno, evitando quindi quello che sarebbe stato un noioso procedere in parallelo delle due storyline e facendo interagire tutti i personaggi tra loro e non solo all’interno dei due blocchi.
Non si può non spendere due righe per la scena finale, che comunque non ha bisogno di molti commenti. Harvey che dà il passaggio a Donna per la sua performance a teatro: “Ma tu non sei un fan di Shakespeare!” “No, ma sono una fan di Donna!”. Quanto si dovrà aspettare ancora prima di vedere Harvey+Donna? Sognatori di tutto il mondo attendono pazienti.

PRO:

  • SHAKESPEARE
  • Donna e Louis insieme
  • Donna che fa l’entrata scenica nell’ufficio di Mike
  • Harvey matura nella direzione giusta
  • I’m a Donna fan.” (cit. Harvey)
CONTRO:
  • Mike ANCORA non sa che fare della sua vita
  • Troppo scontata e prevedibile la futura rottura tra Rachel e Mike
“Leveraged” prepara a “Pound of Flesh”, e quest’ultimo è un episodio che riporta Suits ai vecchi splendori della prima stagione, costellato di sagacità, inaspettati twist nella trama, epiche scene e scontri, e in cui i personaggi mostrano segni di evoluzione rimanendo comunque in qualche modo fedeli a sé stessi, ossia non tradendo la loro natura. Non resta che sperare che le prossime puntate viaggino sullo stesso livello, anche se alcuni risvolti della trama sono facilmente prevedibili e potrebbero leggermente intaccare l’ottima realizzazione di questa prima parte di stagione. 

Two In The Knees 4×03 2.75 milioni – 0.8 rating
Leveraged 4×04 2.42 milioni – 0.7 rating
Pound Of Flesh 4×05 2.33 milioni – 0.7 rating

VOTO EMMY 

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