Qualasiasi riserve iniziale si avesse riguardo Sweet Home, proseguendo con la visione la serie coreana si rivela sempre più godibile e avvincente. Personaggi interessanti e variopinti, gore a vagonate ed una fotografia inaspettatamente sbalorditiva sono solo alcuni degli elementi che rendono questa recente aggiunta al catalogo Netflix una visione da non perdere assolutamente (ovviamente per gli amanti del genere).
“Non è bello? È quello che volevi. Volevi che tutti sparissero. Posso far sparire tutti quelli che odi e fare anche di più. Io sono te. Devi solo accettarlo.”
LA BATTAGLIA INTERIORE DI CHA HYUN-SOO
Il terzo episodio si apre con ciò che apparentemente sembrerebbe un flashback del giovane protagonista. Più nello specifico, ricostruirebbe l’incidente in cui perdono la vita i genitori e la sorella. Diversamente però da quanto mostrato nello scorso episodio, qui Hyun-Soo è presente nell’auto e dà sfogo a tutti i suoi pensieri inespressi riguardo i familiari. Diventa presto chiaro che la scena non rappresenti tanto un ricordo quanto una sorta di breakdown emotivo che vede contrapposti l’odio del ragazzo ed il suo desiderio di fare del bene.
Già era stata introdotta la tematica dell’autolesionismo ed un primo scorcio alla vita dell’hikikomori (una realtà tra l’altro tristemente diffusa in Oriente), ma “Episodio 3” approfondisce ulteriormente questi aspetti, facendo di fatto dialogare Hyun-Soo proprio con se stesso, o con quella parte di se stesso che rischia di esplodere come una bomba ad orologeria. E dall’enorme e rapidissima quantità di flashback ricca di bullismo che si intravede, c’è veramente molto da scavare nel passato del ragazzo.
ALTRUISMO E SPIRITO DI SACRIFICIO
A riportare il protagonista alla realtà sono le voci dei bambini, gli stessi che lo hanno spinto a lasciare l’appartamento e rischiare la propria vita pur di salvare la loro. “Episodio 3” ruota proprio attorno al salvataggio dei piccoli Su-Yeong e Yeong-Su, impresa che coinvolge e unisce diversi personaggi, tutti portati a far fronte comune con un unico obiettivo: condurre i piccoli all’appartamento 1408. Non è confermato ma il numero della stanza sembra anche un palese riferimento all’omonima storia breve di Stephen King da cui poi è stato tratto il film con Samuel L. Jackson.
“Qual è la volontà di Dio? Sono sicura che non sia essere egoisti e ignorare gli altri.”
Lo spirito di altruismo e di sacrificio che caratterizza ognuno dei personaggi coinvolti in questa specifica trama ben si contrappone con quanto mostrato sull’altro fronte aperto dalla serie, che invece vede protagonisti gli inquilini bloccati al piano terra dell’edificio. Qui l’ostinazione del burbero negoziante gli impedisce di collaborare e aiutare il prossimo, portandolo invece a chiudersi all’interno dello spaccio e far marcire tutto il cibo in eccesso pur di non condividerlo.
Al contrario, nell’appartamento 1408 il cordiale Han Du-Sik spartisce di buon grado le sue provviste con i piccoli fratelli Kim e con tutti gli individui coinvolti nel loro salvataggio, creando un ambiente famigliare seppur tra completi estranei.
Particolare focus va messo poi sul personaggio di Lim Myung-Sook, la madre che gira per il palazzo con un passeggino vuoto. La donna fa il suo ingresso in scena nel momento di maggior disperazione, durante il quale i bambini sembrano spacciati e in balia dello Steroid Monster. Uno dei personaggi più indifesi e inoffensivi mostrati fa quindi qui da scudo ai piccoli fratelli Kim, ancor più indifesi di lei, e tenta di fermare il mostro a parole, unica sua arma in quel frangente.
Non è però questo che più fa apprezzare il personaggio, né tantomeno il suo flashback o la presa di coscienza sulla figlia scomparsa. È nel momento della sua trasformazione che la donna dimostra veramente la propria forza di volontà, quando riesce a interrompere il processo di mutazione con un unico obiettivo e pensiero: mantenere i bambini al sicuro.
LA CHIUSURA DELL’EPISODIO
Una delle sequenze più belle, “Episodio 3” la riserva per il finale. La scena si sposta al piano terra, dove i sopravvissuti assistono alla corsa disperata di Min-Ju, giovane studentessa che tenta di ricongiungersi con la madre. Ancora una volta viene rimarcato lo spirito di sacrificio, ora personificato dal giovane militare. In questo caso però il tutto non si chiude in uno pseudo-happy ending, ma piuttosto in un cruento finale splatter e disperato, durante il quale sia la ragazza che il suo soccorritore trovano la morte per mano di un mostro.
Una chiusura magistrale per un episodio che sicuramente ha saputo ben mostrare le grandi qualità e potenzialità di questa serie.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
Quanto ti è piaciuta la puntata?
0
Nessun voto per ora
Tags:
Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.