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“Episodio 5” è sicuramente l’episodio più emotivo ed introspettivo tra quelli visti finora e sottolinea la volontà degli sceneggiatori di mettere in pausa il copioso flusso splatter/gore per concentrarsi maggiormente sulle storie personali dei protagonisti. Certo, una stagione composta da dieci episodi, oltre a risultare eccessivamente prolissa, data la tematica e l’ambientazione scelte (come già affermato nella scorsa recensione) non poteva sopravvivere solo grazie all’impatto visivo di mostri e lotte all’ultimo sangue, sebbene gli amanti di questo genere di prodotto non chiedessero altro.
Ecco che, per bilanciare la parte action-horror, ci si è dovuti immergere nel passato dei protagonisti, per permettere al pubblico di conoscerli meglio e giustificare i loro bizzarri comportamenti. Gli abitanti del Condominio Verde, infatti, non sono esseri umani qualunque, almeno non in senso lato. Ognuno di loro nasconde un abisso di sofferenza e solitudine ed è proprio questa disperazione a legarli a doppio filo, molto più dell’apocalisse che incombe su di loro. D’altronde, i personaggi sono costretti a vivere in un decrepito palazzo maleodorante, il quale trasuda povertà e fallimento da tutte le pareti e i residenti non sono altro che il riflesso di questa misera condizione sociale. Sembra quasi naturale, dunque, che il virus abbia trovato terreno fertile in questo ambiente, cibandosi della paura e della rabbia di gente ferita ed infelice.
“Episodio 5”, inoltre, apre uno spiraglio sull’origine di questo virus/maledizione e su quale sia il trigger necessario per avviare la trasformazione in mostro: non c’entrano nulla i morsi o gli scambi di fluidi, come solitamente si potrebbe pensare, ma l’ultima spinta al cambiamento la dà il desiderio più recondito dentro l’animo dei protagonisti. Se qualcosa si era già potuto intuire negli scorsi episodi, l’emblematica scena della trasformazione della signora Im in un gigantesco feto scopre le carte in tavola e rende chiaro quale sia il movente del virus ma, soprattutto, che tutti quanti potrebbero esserne vittima prima o poi. La signora Im, prigioniera del dolore più straziante che si possa provare, ovvero quello scaturito dopo la morte di un figlio, abbraccia la chiamata del mostro nascosto dentro di sé e si lascia andare completamente, trasformandosi in ciò che brama e rimpiange più di ogni altra cosa. L’aspetto fisico delle creature stesse, dunque, è specchio di questo desiderio, di un lato della personalità dell’essere umano che non è stato in grado di respingere questo attacco interiore, ma si è arreso.
Grande protagonista della puntata è, senza dubbio, il misterioso Sang-wook, il quale cala la maschera da efferato ed insensibile sicario per mostrare la verità dietro il suo lavoro. Gli autori avevano giocato parecchio, nelle puntate precedenti, sul dualismo di Sang-wook, mai completamente delineato come hero o villain, sempre in precario equilibrio tra luce e ombra. La rivelazione su Seung-wan ribalta la situazione ed è un punto di svolta per il character interpretato dal bravissimo Lee Jin-wook che con efferate martellate sul cranio del pedofilo-omicida si guadagna la sua redenzione.
Un’altra battuta d’arresto per Sweet Home che accantona la preponderanza scenica di mostri e compagnia bella per delineare meglio i personaggi e renderli speciali, nonostante la loro miseria e dannazione. Uno stop funzionale, quindi, che non arreca troppo danno alla visione generale ma non placa la voglia di veder sgorgare sangue da ogni dove.
Ecco che, per bilanciare la parte action-horror, ci si è dovuti immergere nel passato dei protagonisti, per permettere al pubblico di conoscerli meglio e giustificare i loro bizzarri comportamenti. Gli abitanti del Condominio Verde, infatti, non sono esseri umani qualunque, almeno non in senso lato. Ognuno di loro nasconde un abisso di sofferenza e solitudine ed è proprio questa disperazione a legarli a doppio filo, molto più dell’apocalisse che incombe su di loro. D’altronde, i personaggi sono costretti a vivere in un decrepito palazzo maleodorante, il quale trasuda povertà e fallimento da tutte le pareti e i residenti non sono altro che il riflesso di questa misera condizione sociale. Sembra quasi naturale, dunque, che il virus abbia trovato terreno fertile in questo ambiente, cibandosi della paura e della rabbia di gente ferita ed infelice.
“Episodio 5”, inoltre, apre uno spiraglio sull’origine di questo virus/maledizione e su quale sia il trigger necessario per avviare la trasformazione in mostro: non c’entrano nulla i morsi o gli scambi di fluidi, come solitamente si potrebbe pensare, ma l’ultima spinta al cambiamento la dà il desiderio più recondito dentro l’animo dei protagonisti. Se qualcosa si era già potuto intuire negli scorsi episodi, l’emblematica scena della trasformazione della signora Im in un gigantesco feto scopre le carte in tavola e rende chiaro quale sia il movente del virus ma, soprattutto, che tutti quanti potrebbero esserne vittima prima o poi. La signora Im, prigioniera del dolore più straziante che si possa provare, ovvero quello scaturito dopo la morte di un figlio, abbraccia la chiamata del mostro nascosto dentro di sé e si lascia andare completamente, trasformandosi in ciò che brama e rimpiange più di ogni altra cosa. L’aspetto fisico delle creature stesse, dunque, è specchio di questo desiderio, di un lato della personalità dell’essere umano che non è stato in grado di respingere questo attacco interiore, ma si è arreso.
Grande protagonista della puntata è, senza dubbio, il misterioso Sang-wook, il quale cala la maschera da efferato ed insensibile sicario per mostrare la verità dietro il suo lavoro. Gli autori avevano giocato parecchio, nelle puntate precedenti, sul dualismo di Sang-wook, mai completamente delineato come hero o villain, sempre in precario equilibrio tra luce e ombra. La rivelazione su Seung-wan ribalta la situazione ed è un punto di svolta per il character interpretato dal bravissimo Lee Jin-wook che con efferate martellate sul cranio del pedofilo-omicida si guadagna la sua redenzione.
Un’altra battuta d’arresto per Sweet Home che accantona la preponderanza scenica di mostri e compagnia bella per delineare meglio i personaggi e renderli speciali, nonostante la loro miseria e dannazione. Uno stop funzionale, quindi, che non arreca troppo danno alla visione generale ma non placa la voglia di veder sgorgare sangue da ogni dove.
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Nonostante sia un episodio di studio sui personaggi, “Episodio 5” mantiene alta l’asticella dello show e non delude le aspettative, delineando uno sgangherato gruppo di sopravvissuti che devono lottare anche contro loro stessi.
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Se volete entrare nelle sue grazie, non dovete offendere: Buffy The Vampire Slayer, Harry Potter, la Juventus. In alternativa, offritele un Long Island. La prima Milf di Recenserie, ma guai a chiamarla mammina pancina.